Il 13 dicembre, Santa Lucia

Protettrice della vista, accende da secoli speranze e sogni

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Oggi 13 dicembre, Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia. Questo secondo la saggezza popolare, a cui si oppongono i calcoli della scienza, che collocano il giorno più breve in corrispondenza del solstizio d’inverno, vale a dire tra il 21 e il 22 dicembre.

Ma al di là delle credenze popolari che comunque hanno contribuito a rendere ancora più conosciuta e amata questa santa, è bello ricordare che lei, con la sua luce, illumina da millenni speranze e sogni.
Santa Lucia è venerata come protettrice della vista poiché si narra che le furono strappati gli occhi o addirittura che lei stessa se li fosse strappati per non cedere alle lusinghe del peccato.
Il suo nome, Lucia, ricorda il termine latino “lux”, che starebbe a significare “nata con la luce”, evocando l’episodio dell’accecamento.
E dunque non a caso percepita anche come patrona della luce che vediamo, ebbe una vita breve ma intensa.
Nacque a Siracusa, intorno al 283.

Prima di sottoporsi al martiri, Lucia volle parlare al popolo ed annunciò che l’impero di Diocleziano e la persecuzione dei cristiani stavano per terminare e che Siracusa, da allora, l’avrebbe sempre onorata, così come accadeva nella vicina Catania per Sant’ Agata. Dopo ciò venne uccisa, conservando il titolo della Verginità e del Martirio. Era il 13 dicembre 304.
Di Santa Lucia furono molto devoti Dante Alighieri, che attribuì alla sua intercessione la guarigione da una grave infermità agli occhi, facendone uno dei principali personaggi della Divina Commedia; e Cristoforo Colombo, che diede il nome della Santa ad un’isola delle Piccole Antille, scoperta il 13 dicembre. Quando Siracusa, nell’878, cadde nelle mani dei Saraceni, il corpo di Santa Lucia fu tenuto gelosamente nascosto dai Siracusani nelle catacombe. Fu il generale greco Giorgio Maniace, impadronitosi della città nel 1040, a trasportarlo a Costantinopoli, facendone un dono all’imperatrice Teodora.

Bellissima la canzone che le ha dedicato Francesco De Gregori.

Il suo corpo oggi si venera nella chiesa parrocchiale di San Geremia di Venezia, posto su un altare laterale, dentro un’urna marmorea. Nel 1904, il Cardinale Patriarca di Venezia, facendone la giuridica ricognizione, ne constatò il meraviglioso stato di conservazione: “il corpo della Santa è mummificato e conserva la pelle, molle al tatto. I piedi appaiono intatti, vi si scorge un’unghia nel piede destro e manca buona parte del braccio sinistro, che in vari tempi fu concesso come reliquia a papi e sovrani. Il corpo ha una tinta gialla di cartapecora languida, la testa è più nera, piuttosto piccola , regolarissima , come regolare è la parte superiore dell’osso nasale , rimasta ancora sana . Quattro ciocche di capelli neri incorniciano la fronte, uscendo sotto la corona di seta bianca. Meravigliosi sono gli occhi. Le occhiaie sono coperte da una membrana nera, morbida, costituita dall’occhio stesso e dalle palpebre mummificate. Si vede pure la traccia del suo martirio: un profondo buco vicino al petto, sul lato destro” .

Secondo la leggenda diffusa a Verona, verso il XIII secolo in città si era diffusa una grave ed incurabile epidemia di “male agli occhi” che aveva particolarmente colpito i bambini. La popolazione allarmata, aveva allora deciso di chiedere la grazia a Santa Lucia, compiendo un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di Sant’Agnese, dedicata anche alla martire siracusana.
La storia tramandata racconta che a causa del freddo i bambini della città si rifiutarono inizialmente di partecipare al pellegrinaggio. Per risolvere la situazione i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito accettando di unirsi nella processione a piedi scalzi, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, numerosissimi doni. I bambini accettarono felici, l’epidemia terminò subito e da quel momento in poi è rimasta la tradizione il 13 dicembre di portare in chiesa i bambini per ricevere una benedizione degli occhi.

La notte del 12 dicembre è invece rimasta l’usanza per tutti i bambini di coricarsi a letto consapevoli dell’arrivo di Santa Lucia che porta regali e dolciumi a bordo di un asinello volante. Perciò si è soliti lasciare all’interno della propria casa sul tavolo un piatto con del cibo, affinché sia la Santa, sia l’animale, possano rifocillarsi prima di ripartire per il loro viaggio verso le case di tutti gli altri bambini. E come ogni leggenda che si rispetti, vi è anche una nota di “nero”: guai infatti a restare alzati fino a tardi ed aspettare svegli l’arrivo della Santa, poiché quest’ultima è pronta ad accecare con la cenere chiunque provi a rivolgerle un solo sguardo.

In tantissime regioni italiane il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia. La dinamica è la stessa della notte 24 dicembre, solo che il portatore di doni in questo caso è una giovane donna, Lucia appunto, la cui storia si mescola alla mitologia, alla leggenda e al culto popolare. Sai tutto di lei? Ecco 5 dettagli sulla sua vita che probabilmente non conoscevi.

La notte tra il 12 e il 13 dicembre i bambini di diverse regioni italiane tra cui Friuli, Lombardia, Emilia e Trentino, lasciano del cibo per Lucia e delle carote per il suo asinello alla finestra. E, visto che il mito ha una grande importanza in questa storia, meglio non farsi trovare svegli al suo passaggio: si rischia che la santa lanci sabbia e cenere negli occhi a chi la vede!

In Europa e in particolare in Svezia l’attesa per Santa Lucia è altissima: sapevi che la mattina del 13 dicembre, nelle famiglie più devote, la primogenita femmina si veste di bianco, indossando una corona di rami e candele, per portare la colazione a letto ai suoi genitori? Un gesto dolcissimo che richiama il carattere della santa, amata da grandi e piccini.

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