26/09/1997 Terremoto Umbria-Marche, il ricordo e il monito per il futuro

Due forti scosse che causarono alcune vittime, tanta paura e molti danni alle abitazioni di Umbria e Marche

0
3259
Terremoto in Umbria e Marche del 26 settembre 1997
Terremoto in Umbria e Marche del 26 settembre 1997

Erano diversi mesi che la zona di Serravalle del Chienti era interessata da una serie continua di scosse di bassa magnitudo, che per gli esperti di sismologia, rappresentavano importanti -segnali di allarme-. Infatti alle 02.33 di quel 26 settembre il silenzio della notte fu rotto da una violenta scossa di 5,7 gradi Richter con epicentro individuato nel pese di Cesi nel comune di Serravalle

A quei tempi c’era una rete internet primordiale e non c’era Facebook, le prime notizie si potevano avere attraverso il televideo della Rai e le chiamate con i cellulari, apparve subito chiaro che si trattava di un evento sismico rilevante e devastante.

Al mattino i tg nazionali davano notizia delle prime vittime, due anziani coniugi trovati abbracciati sotto le macerie a Collescurti una  frazione di Serravalle, nella zona di Foligno e Nocera Umbra i danni alle abitazioni risultavano essere molto ingenti. Nella stessa mattinata il Sottosegretario alla Protezione civile Barberi, dichiarava a Unomattina (Rai1), come inverosimile una seconda scossa di intensità superiore a quella della notte ma nello stesso giorno alle 11.42, avvenne una scossa di 6.0 gradi Rchter con epicentro ad Annifo nel comune di Foligno.

Scossa che causò 8 vittime, 4 delle quali perirono all’interno della Basilica Superiore di San Francesco, ad Assisi, con una ripresa televisiva di -quell’inferno nella Casa di Dio-.

sequenza immagini del crollo del soffitto della Basilica Superiore
sequenza immagini del crollo del soffitto della Basilica Superiore

Immagini che fecero in breve tempo il giro del mondo. In sintesi ci furono 11 vittime, 400 scosse e più di 120 fra feriti e contusi.

La sequenza sismica di quel periodo

Data Ora Locale Mercalli Magnitudo Epicentro
5 maggio 1997 14:03 V 3.4 Massa Martana
12 maggio 1997 15:51 VII 4.7 Massa Martana
4 settembre 1997 00:07 VI-VII 4.5 Colfiorito
26 settembre 1997 02:33 VIII-IX 5.7 Cesi
26 settembre 1997 11:42 IX 6.0 Annifo
2 ottobre 1997 21:38 V-VI 4.4 Sansepolcro
2 ottobre 1997 23:38 VI 4.3 Sansepolcro
3 ottobre 1997 10:55 VII 5.2 Colfiorito
4 ottobre 1997 18:13 VI 4.6 SellanoPreci
7 ottobre 1997 01:24 VII-VIII 5.4 Colfiorito
12 ottobre 1997 13:08 VI- VII 5.1 SellanoPreci
14 ottobre 1997 17:23 VII-VIII 5.6 SellanoPreci
9 novembre 1997 20:07 VI-VII 4.8 SellanoPreci
26 marzo 1998 17:26 VII 5.2 Gualdo Tadino
3 aprile 1998 09:26 VI-VII 5.1 Gualdo Tadino
5 aprile 1998 17:52 VI-VII 4.8 Gualdo Tadino
5 giugno 1998 23:57 V-VI 4.1 Gualdo Tadino
26 giugno 1998 02:32 V-VI 3.9 Colfiorito
(Fonte Wilipedia)

Un personale ricordo

La domenica dopo quel 26 settembre, mi recai a Scanzano di Foligno, per capire la situazione del paese dove avevo vissuto per 18 anni e con un tonfo al cuore constatai i gravi danni subiti dalle case della parte più antica del paese, era stato vietato l’accesso ai vicoli del per timore di nuovi crolli. Il paese in quel pomeriggio era deserto, riuscii a parlare con la madre di Moreno Girolamini, (che aveva acquistato la mia casa) e mi confermò che questa era molto lesionata. L’unica notizia positiva fu che tutti gli abitanti di Scanzano stavano bene, malgrado molti edifici gravemente lesionati.

Una ricorrenza che diventi monito per il futuro

Quel sisma, come anche quello del 2016, debbono farci prendere piena consapevolezza del fatto che l’Umbria è e sempre sarà una zona ad alto rischio sismico e che con il terremoto dobbiamo conviverci, che si deve costruire tenendo conto della eventualità di nuovi eventi tellurici e utilizzare sistemi costruttivi tecnicamente evoluti e sicuri. Si deve avere il coraggio di abbandonare ove possibile, la costruzione dei classici edifici in cemento e mattoni, costruendo edifici in legno o con sistemi prefabbricati ad alta resistenza sismica e molto più sicuri rispetto alle costruzioni di tipo -tradizionale-. Si deve superare il concetto di -maggior valore- di un edificio di -tipo classico- rispetto a quello di -tipo innovativo-, la salubrità fisica e psicologica delle persone ha un valore superiore rispetto al puro valore economico e commerciale.

Mi piace citare un esempio di quanto suddetto: proprio nel paese di Scanzano, due cari amici,  i coniugi Piera Speranzini e Moreno Corradetti, hanno realizzato per loro figlio Leonardo una abitazione in legno, esternamente coibentata e intonacata, che non ha nulla da invidiare ad una casa in cemento e mattoni, anzi ha dei costi di costruzione molto minori, ma soprattutto garantisce la sicurezza del loro figlio che teme particolarmente il terremoto.

Un modo intelligente di tutelare le nuove generazione che spero diventi normalità e non una eccezione.

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo sui Social