Durante quest’anno sono 50 i giornalisti che hanno perso la vita in tutto il mondo, da sottolineare che questo è accaduto principalmente in zone non interessate da conflitti bellici. Infatti Reporter Senza Frontiere, afferma che i giornalisti uccisi in Paesi non in guerra sono stati 34, pari al 68% del totale.
L’84% dei giornalisti uccisi nel 2020 è stato consapevolmente e deliberatamente eliminato, (ha osservato l’Organizzazione), contro il 63% dello scorso anno.
Alcuni di loro sono stati uccisi in modo “particolarmente barbaro”, precisa Reporter Senza Frontiere, come il messicano Julio Valdivia Rodriguez del quotidiano El Mundo de Veracruz, trovato decapitato nell’est dello Stato, ed il suo collega Victor Fernando Alvarez Chavez, (direttore di un sito di notizie locali), fatto a pezzi ad Acapulco.
I motivi di questa mattanza sono facilmente intuibili, è stato confermato che almeno 20 giornalisti investigativi sono stati uccisi nel 2020: dieci indagavano su casi di corruzione locale e reati di appropriazione indebita di fondi pubblici, quattro si occupavano di mafia e criminalità organizzata e tre scrivevano di temi legati a questioni di tipo ambientali. L’organizzazione cita anche la morte di sette giornalisti che seguivano manifestazioni in Iraq, Nigeria e Colombia.