La seconda tappa ternana non poteva essere da meno, in fatto di fascino e mistero, rispetto alla prima! Partiamo dal borgo visitato da Garibaldi, per viaggiare alla scoperta di Narni, passando vicino a un sito romano di estremo interesse e, infine, conoscere i segreti delle mummie di Ferentillo.
Casteltodino e l’eroe dei Due Mondi
Il borgo Casteltodino, famoso per aver ospitato per qualche ora Giuseppe Garibaldi, il 14 luglio 1849, fu fondato (così si ritiene) dal nobile romano Caio Sempronio Tudiano. Da qui l’antico nome di Castel Tudiano poi cambiato in Casteltodino.
Carsulae e i suoi dintorni
Poco distante, adagiato come fosse una pennellata su un quadro, troviamo Portaria, un borgo medioevale, il cui nome però ha origini “meno nobili”, rispetto a Casteltodino. Anticamente il piccolo centro si chiamava infatti Porcaria! L’origine del nome trae probabilmente spunto dalla presenza di un gran numero di maiali nei campi circostanti! Qui si possono notare i resti della Rocca del dodicesimo secolo, la cinta muraria, la torre dell’orologio del tredicesimo secolo, il pozzo rinascimentale e la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo dell’undicesimo secolo, la cui facciata è costruita con materiale sottratto alla città romana di Carsulae.
Carsulae non ha castelli nè torri, ma vale veramente la pena visitarla. Questo luogo, le cui rovine mantengono intatto un fascino senza tempo, è stata un’antica città romana. La sua origine sarebbe però precedente all’epoca romana. Dei ritrovamenti in loco ci parlano di un agglomerato abitato già nel decimo secolo a. C. A partire dal quarto secolo a. C., con la costruzione della Via Flaminia, fiorì la Carsulae romana, mentre il suo abbandono totale avvenne durante il Medioevo. La ragione precisa non si conosce. L’ipotesi più probabile è quella relativa a un “terribile” sisma che potrebbe averla devastata. Gli scavi hanno portato alla luce i resti della Via Flaminia, le terme, la Chiesa di San Damiano, la basilica, il Forum, una cisterna antiquarium, l’Arco di San Damiano, il monumento funerario, l’Anfiteatro, il Teatro, i templi gemelli, gli edifici pubblici, il collegium Iuvenum, ossia la scuola per i giovani, e due archi quadrifronti.
Da San Gemini a Narni
Proseguiamo per Narni, non senza prima dare uno sguardo ad uno splendido borgo con aspetto tipicamente medievale ossia San Gemini. Questo luogo assume un fascino speciale durante la Giostra dell’Arme, ritenuta una tra le più importanti rievocazioni medioevali d’Italia. L’evento si svolge dall’ultimo sabato di settembre fino alla seconda domenica di ottobre. Qui, si possono vedere i resti delle mura medievali, di una casa torre del tredicesimo secolo e una porta incastrata nelle mura medievali, conosciuta come Porta Tuderte o Porta San Giovanni.
Pochi chilometri separano San Gemini da Narni, città nata sui resti dell’Antica e leggendaria Narnia! Questo luogo, ricco di storia, non è conosciuto come meriterebbe. In molti si limitano ad ammirarla da lontano, mentre si percorre la strada che porta verso la Città Eterna. In pochi però si fermano a visitarla, forse per colpa delle guide turistiche cha la “snobbano” un po’!
Tra le tante leggende ve n’è una che narra che, in epoca medievale, la città, pur essendo in conflitto con Perugia, si alleò con essa per sconfiggere un Grifone che imperversava nel territorio tra i rispettivi territori. Una volta ucciso, Perugia tenne le ossa (bianche) e Narni la pelle (rossa), per questo, il Grifone sullo stemma di Perugia è bianco e quello sullo stemma di Narni è rosso. In cima al monte sui cui sorge la città, troviamo la Rocca Albornoziana, del quattordicesimo secolo. Essa sovrasta da un lato la conca Ternana, con le vie di accesso per Amelia, Perugia e Terni e dall’altro lato la via Flaminia e la strada verso Orte (Lazio). La classica fortezza militare è stata ben restaurata ed è visitabile. Ci sono stanze con armi antiche, strumenti musicali e arredamenti perfettamente riprodotti in maniera fedele. Si mormora anche che, ogni tanto, qui vaghi il fantasma d’una donna che indossa un lungo drappo colorato. Si suppone che possa essere l’anima tormentata di Giulia Farnese, amante del terribile Papa Alessandro Borgia.
Nei sotterranei, e più precisamente in quelli del convento di San Domenico vagherebbe invece lo spirito di Giuseppe Andrea Lombardini, un prigioniero del diciottesimo secolo. Il convento pare sia stato una “succursale” del tribunale dell’Inquisizione, quindi un luogo di tortura. Nei sotterranei si può visitare una stanza alquanto tetra, con dei disegni religiosi e filosofici, alcuni risalenti al tredicesimo secolo. I sotterranei sono visitabili e, dal 13 aprile 2019, hanno un sito in più, aperto al pubblico, proprio sotto piazza Garibaldi.
Castello San Girolamo, che rimane un po’ fuori Narni, più precisamente vicino a Porta Ternana, è un antico convento francescano, attualmente abbandonato. Esso è considerato uno dei primi edifici gotici in Italia. Castello Sant’Angelo è una struttura del tardo medioevo che, purtroppo, non è visitabile.
Da Montoro a San Vito
Uscendo da Narni, si può decidere se andare a vedere Montoro o prendere direttamente per Guadamello e San Vito. Montoro, col suo castello del IX secolo, è forse il maggiore tra i castelli del territorio narnese, soprattutto per la complessità delle sue vicende storiche. A causa delle numerose riedificazioni, purtroppo, è difficile risalire alla forma del castello originale.
Il Castello di Guadamello ha ancora tuttora tre torri allineate, l’arco della porta, muraglioni della cinta difensiva e vari elementi architettonici inglobati che vanno dal XII al XIX secolo. Le torri risalgono ad epoche diverse, quella in mezzo è la più antica, forse V-VI secolo ,le altre due sono di altre epoche. Vicino a Guadamello, in località Tegolaro, accanto a un’antica fornace d’epoca romana, si trova il platano più grande dell’Umbria, 7,07 metri di circonferenza.
Scendiamo un po’, fino ad arrivare a San Vito. Il Castello di San Vito è stato costruito intorno all’antica torre romana del I secolo d.C. e dovrebbe essere una delle trentadue torri citate da Svetonio. Queste torri servivano per garantire le comunicazioni da Roma al nord dell’impero e viceversa, usando il riflesso degli specchi.
Il Castello di San Vito, chiamato Castello di Tempovita, è affittabile per matrimoni, cerimonie e feste private. Volendo, si può arrivare fino a Poggio di Otricoli e fare un giro nel borgo, ove ancora sono ben visibili i resti delle mura e torri della rocca del XIV secolo. Parte di Otricoli è anche Castello delle Formiche, uno sperone roccioso su cui si elevano ancora dei resti del castello medievale. Vicino sono stati ritrovati anche due sepolcreti romani.
Risalendo verso Terni…
Risaliamo la regione in direzione Terni, passando per Itieli, un bel borgo composto da ciò che è rimasto del castello del quattordicesimo secolo. Sono visibili tratti di mura, torri e altre fortificazioni. Stroncone, che incontriamo più avanti, ancora oggi conserva l’aspetto di un borgo fortificato medioevale.
Nel borgo di Collescipoli rincontriamo la figura di Garibaldi! Qui viene conservato il Beccaccino, l’imbarcazione con cui Garibaldi, (anche) con l’aiuto di patrioti ternani, poté scappare da Caprera nel lontano 1867. Inizialmente fu donato da Garibaldi a Barberini, i cui eredi lo donarono al Comune di Terni. Collescipoli era considerata strategica, perché avamposto di controllo della conca ternana. Nel Medioevo era conosciuta col nome di Turritulum, in quanto era circondata da possenti mura, un fossato e un ponte levatoio, con all’interno diverse torri. E’ uno dei posti più ricchi di palazzi storici della conca ternana, numerose residenze nobiliari e borghesi di famiglie che esercitavano in Roma.
Terni possedeva diverse case-torri, la meglio conservata è quella romanica dei Barbarasa in Via Roma. Una lapide ricorda che qui venne esposta la reliquia del Preziosissimo Sangue conservata nel Duomo, per allontanare dalla città un’epidemia di peste. La Torre dei Castelli in via dei Castelli, conosciuta anche come Torre Dionisia è una altra delle poche superstiti delle cento torri che esistevano nell’epoca medievale. Fuori Terni, a Rocca di Colleluna, si trova una torre che, nel medioevo, era alta più di 35 metri per una trentina di metri di diametro.
Piediluco, uno dei borghi più belli d’Italia, affacciato sul lago omonimo, rinomato per il centro nazionale di preparazione olimpica al canottaggio, era dominato dalla Rocca in cima al Monte Luco. Il luogo, dove oggi rimangono i suoi ruderi era un bosco “sacro”, dedicato alla divinità romana Velinia, moglie di Giano. Si pensa che la prima costruzione sulla sommità fosse un piccolo tempio dedicato alla divinità, sostituito poi da una fortificazione di avvistamento. Le prime notizie in merito risalgono al 1028.
Verso la Valnerina
A Rocca San Zenone, piccolo centro abitato della periferia ternana verso Spoleto, si possono ancora scorgere le torri d’avvistamento e le mura difensive.
Riallontanandosi dal centro di Terni verso la Valnerina, altra bellezza da visitare è Arrone. La città, inizialmente, ebbe un castello fortificato di legno, poi ricostruito in muratura, di cui sono ancora visibili tratti di mura e torri, come la torre costruita durante la dominazione longobarda, ornata da una chioma di ulivo selvatico. Questo posto è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Più avanti si trova il comune più piccolo dell’Umbria, Polino. Questo bellissimo borgo sorge sulle rive del fiume Nera, circondato da boschi secolari. Si nota da lontano, grazie alla Rocca cinquecentesca, o comunque a ciò che ne rimane. Anche se temporaneamente chiuso, molto interessante è il Museo Laboratorio dell’Appenino Umbro “Sotto-Sopra”, allestito all’interno.
Un altro inevitabile stop dopo Polino è Ferentillo. Il paese è diviso dal fiume Nera in due borghi, Matterella e Precetto, ciascuno con una propria rocca. Ferentillo fu fondato nel 740, poco più tardi sono state costruite le due rocche, insieme ai castelli di Monterivoso e Umbriano. Matterella è il borgo più antico, ha al centro il cassero quadrato con bastioni cilindrici, la Rocca di Precetto, di forma triangolare è la tipica rocca di pendio, con al vertice una torre quadrata di vedetta. Rocca a parte, vale una visita anche per il suo Museo delle Mummie, che si trova nella cripta della Chiesa di Santo Stefano.
San Mamiliano è il borgo più caratteristico del territorio ferentillese. Il castello, costruito nel IX secolo per tenere testa ai saccheggi dei saraceni, conserva tuttora la tipologia del castello medievale di poggio, con cinta muraria poligonale, difeso da torri alte non più di otto metri. Da San Mamiliano si può fare un salto a Nicciano, che aveva un castello minuscolo, ben visibile, grazie alla sua torre di avvistamento tuttora ben conservata. Ora è una villa agricola.
Superato San Mamiliano, si può procedere verso Monterivoso o Castel Rivoso. La parte più antica risale al XIII secolo. I ruderi della rocca continuano a dominare l’abitato.
Per chi ha voglia di camminare, il Castello di Umbriano si raggiunge tramite un sentiero pedonale e persiste sulla sua roccia malgrado sia stato abbandonato dagli anni 50. Più avanti, incontriamo Terria, dove una volta sorgeva l’omonimo castello. A ricordarci della sua presenza è rimasta una torre del XII secolo.
Per questa tappa è tutto, nella prossima, viaggeremo da Fabro a Capecchio, passando per il Castello della Sala, degli Antinori!