A Perugia, e precisamente in Via dei Filosofi proprio accanto alla libreria Filosofi “Bookshop”, esiste un piccolo angolo di India, un luogo in cui il proprietario, Vito Degrandi, ha voluto ricreare l’atmosfera e la tipicità dei bazar asiatici proponendo una variegata tipologia di prodotti che va dall’ abbigliamento, alla cura della persona, dal cibo ai libri, dai gioielli all’oggettistica per la casa.
Chi, come me, in India c’è stato ed ha potuto ammirare con i propri occhi la bellezza e l’unicità dei suoi manufatti, non può non venire rapito dai colori, dagli aromi e dalla straordinaria delicatezza di certi oggetti posti con amabile attenzione in quello che non può essere definito semplicemente “negozio”.
Varrebbe la pena di recarvisi solo per ascoltare i racconti
del proprietario e dei suoi tanti incontri con il popolo più spirituale del pianeta, ma non solo.
L’etichetta “made in India with love”, posta sui prodotti in vendita, racconta il rispetto per questo paese e la volontà di contribuire alla realizzazione di importanti progetti
volti ad aiutare concretamente la popolazione.
Per questo, Vito ha creato una linea di vestiti per lo yoga ed il tempo libero realizzati interamente in khadi: pantaloni e camicie con un elevato grado di traspirazione, frutto della ricerca sulla coltivazione biologica della seta e del cotone a tinture vegetali.
I colori si ottengono da piante ayurvediche che mantengono inalterate le proprietà intrinseche e capaci di trasferire queste caratteristiche sulla pelle di chi li indossa.
ll progetto è finalizzato ad aiutare finanziariamente le popolazioni indiane.
Gli abitanti di certe zone rurali dell’India basano la loro sopravvivenza sulla tessitura della seta e del cotone khadi filato con il charka, la ruota che gira e che il Mahatma Gandhi consigliò per uso casalingo allo scopo di boicottare le stoffe inglesi.
Il filato tradizionale, usato da Gandhi in chiave anti-coloniale, servì per diffondere un messaggio di autodeterminazione e di auto-sostentamento, soprattutto nell’India rurale e quindi, con il tempo,
il khadi è diventato il simbolo della produzione interna e della resistenza dell’India ai tessuti occidentali imposti dal colonialismo.
Dopo l’indipendenza dal Regno Unito, la tessitura di questo tipo di cotone ha continuato a dare lavoro a migliaia di persone, soprattutto donne. Il governo indiano ha quindi individuato, tra i suoi obiettivi principali, la protezione della manodopera locale ed è stato creato un Ministero del Khadi la cui finalità è assicurare lavoro a queste persone controllando che esso sia retribuito dignitosamente in modo da evitare un esodo di massa verso le metropoli.
Il khadi è un tessuto ricco di valori etici ed umani, un legame spirituale di benevolenza ed amore tra coloro che lo producono e quelli che lo indossano, un ponte tra Oriente ed Occidente.
Dalle parole del Mahatma Gandhi : “un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”.
Grazie a Vito Degrandi per crederci e per diffondere questi valori anche nella nostra città.
Per chi fosse interessato ad approfondire certi concetti e ad acquistare prodotti ecologici e solidali, oltre che belli, questi sono i contatti: