Il suo nome è Rapier X-25 si tratta di un drone con un’apertura alare di 4 metri e una lunghezza di m 2,5, è stato realizzato dalla Oma Tonti di Foligno, azienda leader nel settore dell’aerospazio. Questo drone è stato presentato al Salone parigino dell’aerospazio di Le Bourget, all’interno dell’Umbrian Space Cluster, nel suo settore ha solo un concorrente, lo “Scan Eagle” prodotto dalla Boeing.
La storia della Oma tonti di Foligno
Nata nel 1935, era di proprietà di Muzio Macchi e della Macchi, tanto che il nome comunemente usato per indicare l’A.U.S.A. era “A.U.S.A.-Macchi” o più semplicemente “Macchi”. Attività principale era la produzione su licenza dei trimotori Savoia-Marchetti S.M.79, Savoia-Marchetti S.M.81 e Savoia-Marchetti S.M.84. L’AUSA, che allo scoppio della seconda guerra mondiale era arrivata ad impiegare fino a 2.400 dipendenti, vide le sue installazioni distrutte dai bombardamenti alleati. Al termine del conflitto ci furono dei tentativi di rilanciare l’attività, che però fallirono. Direttori tecnici della fabbrica furono Felice Trojani, già collaboratore di Umberto Nobile nei voli artici dei dirigibili Norge e Italia (era con lui tra i dispersi della “Tenda rossa”), e a partire dal 1941, Giovanni Bellomo.
Dopo la fine della guerra l’A.U.S.A. interruppe definitivamente la produzione a causa dei gravissimi danni riportati per i bombardamenti mirati su di essa (e per la mancanza di commesse). Nel 1947 nacque l’O.M.A. che assunse alcuni ex-dipendenti e dirigenti dell’A.U.S.A. ed acquistò parte dei macchinari dell’A.U.S.A. oramai in liquidazione. L’O.M.A. fu creata dal proprietario, l’industriale folignate Umberto Tonti, su idea del cugino, l’ing. Luca Barnocchi. L’O.M.A. nel 1950, produsse alcuni aerei leggeri monoposto (su progetto del colonnello Adriano Mantelli), denominati “Baldo 75″, per l'”Alaparma”, che poi li cedette all’Aeronautica Militare. Sempre negli anni cinquanta l’O.M.A. produsse anche alcuni motoalianti. Negli anni seguenti e fino ad oggi, l’O.M.A., si è dedicata quasi esclusivamente alla manutenzione di alcuni aerei dell’Aeronautica Militare e dell’Aviazione dell’Esercito, nonché alla produzione di parti per grandi case costruttrici quali Aeritalia, Agusta, “progetto Tornado”, MD, ATR, Learjet, ecc.
Negli anni sessanta, Muzio Macchi cercò di verificare la possibilità di riaprire gli stabilimenti di Foligno, ma il tentativo fallì e la proprietà fu acquisita da una nuova società aeronautica, l’Umbra Cuscinetti del gruppo FAG e GEPI, che acquisì ciò che restava dell’Aeronautica Umbra tra il 1968 e il 1972. Dopo vicissitudini societarie, l’Umbra cuscinetti è giunta oggi ad essere un gruppo societario autonomo, l’UmbraGroup, di rilievo mondiale nella produzione di componenti per l’industria aerospaziale. (fonte wikipedia.it)