Lettera inviata alla Associazione Progetto Donna di Perugia
Ho subito giá una violenza, sto male sia a livello fisico che psicologico e non so neanche come sopravvivere questa esperienza. Mi sento sporca, mi sento invasa, violentata nella mia privacy, nella mia mente , nel mio corpo e nella mia anima.
Mi sta distruggendo questa situazione e ora volete decidere voi che cosa devo fare?
Giá per una donna con questo vissuto é difficile fare il percorso per ottenere la RU486…
Mi avete fatto domande, che mi sono sentita ulteriormente subire.
Comé possibile di chiedere ad una Donna perché decide di arbortire?
Farli pressioni che cé una vita nel suo corpo (!) che sta togliendo al mondo?
Qualcuno di voi ha mai pensato di dover partorire e crescere un figlio non voluto, perché un uomo ha pensato di travolgervi con la violenza sessuale la vita? Crediate che guardare nel viso di questo figlio per una donna violentata é semplice? Non pensate che vedere le assomiglianze dello stesso stupratore ogni giorno le fa rivivere quel´brutto ricordo?
Avete mai pensato che una donna che non ha scelto di diventare madre ha le sue ragioni? Che possono essere la sua libertá personale, la carriera, mancanza di soldi o semplicemente perché ancora non si sente pronta?
Non mi avete dato fin´dall inizio la possibilitá di proteggermi con anticoncenzionali gratuiti per una gravidanza non voluta. Sto male, voglio tornare le prossime settimane nella mia casa, nel mio porto sicuro e non in una struttura dové vivo ostilitá per la mia scelta di arbortire un figlio non voluto.
Io la mia esperienza non voglio fare sapere a tutti i miei famigliari, amici, datori di lavoro e colleghi, perché ci sará cosi, per la donna che si fa ricoverare in un ospedale iniziano a girare le voci che lei sta li per arbortire.
Non voglio essere giudicata dalle persone con cui sto in stretto contatto, ma di avere la possibilitá di vivere questa esperienza cosi forte nel anominato se questo é mio desiderio.
Sicuramente ci saranno anche donne che vengono obbligate dai propri compagni ad arbortire perché loro non desiderano il figlio perché hanno giá altri figli, non pensate anche a queste donne, messi in una situazione da loro non scelta, aiuta un ricovero di 3 giorni in un ospedale?
Io questa esperienza vivo come un ulteriore violenza e discriminazione sulla mia libera scelta e autodeterminazione.
Poi pensando che ci troviamo ancora in una fase di pandemia Covid, ci volete ricoverare in strutture per 3 giorni a mettere a rischio ulterioramente la nostra salute?
Ho la netta sensazione che la vita giá difficile per noi donne, volete complicare con questa decisione ancora di piú.
Chi di voi ha la minima esperienza sul campo medico, osterico, ginecologico e psicologico per prendere una decisione che cambia la vita alle donne in Umbria?