La Valnerina oltre alle sue molte bellezze naturali, cela un repertorio storico ed industriale che merita essere conosciuto e rivisitato.
Si tratta di un appuntamento anche di natura scientifica in quanto la lignite è un sedimento fossile che tanti anni fa era utilizzato come combustibile nelle centrali elettriche.
I piloni della fornace, gli alloggi, l’imbocco della miniera, la massicciata della ferrovia Decauville; un patrimonio di archeologia industriale a cielo aperto, oggi immerso nel silenzio della natura, che si affaccia con vedute sul lago di Piediluco. Questo lo spettacolo che si aprirà agli occhi di coloro che domenica 29 maggio, sceglieranno di celebrare la XIV Giornata nazionale delle miniere nel castello di Buonacquisto di Arrone, in provincia di Terni.Poesie L’iniziativa, organizzata dall’Associazione “Buonacquisto Insieme” in collaborazione con il Comune di Arrone, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni ed il Patrocinio della Provincia di Terni, vuole essere un momento di promozione e valorizzazione del “Parco Minerario Valentino Paparelli”. La passeggiata partirà alle ore 9.15 dalla piazza del castello di Buonacquisto, oggi silenzioso borgo immerso nel mare boscoso dell’Appennino, dove fino al 1957, echeggiava il fragore di una ferrovia mineraria e venivano ospitati centinaia di minatori provenienti da tutta Italia per estrarre la lignite con cui alimentare le Acciaierie di Terni e per produrre calce da costruzione. Nel percorso di avvicinamento alle miniere di lignite di Buonacquisto, alla base del Monte Rotondo, si attraverseranno i resti dell’insediamento dei minatori. Giunti nel piazzale del Parco Minerario, il Sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia, presenterà la rivisitazione dell’opuscolo dedicato alle Miniere di Buonacquisto avvenuta in occasione dell’intitolazione del Parco Minerario a Valentino Paparelli, antropologo, docente di etnomusicologia all’università di Perugia, infaticabile viaggiatore ed alpinista, nato a Buonacquisto. A seguire l’attore e musicista Paolo Dimarco Brunelli, reciterà poesie e letture sui minatori e le miniere, per poi tornare al castello di Buonacquisto per il pranzo a cura dell’Associazione ‘Buonacquisto Insieme’.
La Miniera di lignite di Buonacquisto La lignite è un sedimento fossile con colore da bruno a nero e carbonizzazione non del tutto completa (circa 70%) a causa della giovane età che ne fa un combustibile di limitato pregio perché conserva un’umidità relativa piuttosto elevata (circa 21%). La scoperta della lignite a Buonacquisto è del tutto casuale. Il rinvenimento avviene nell’area denominata “Il Colle” ad opera di Luigi Blasi che, durante il lavoro dei campi nota questo “materiale” caratterizzato da uno strano colore e lo porta in visione ad un esperto minerologo di Piediluco che classifica il campione come lignite. Con una lettera al sindaco di Arrone, inviata il 9 maggio 1912, i Blasi sollecitano, senza successo, l’invio di personale esperto per iniziare le prime escavazioni. Le prime operazioni di prelievo hanno inizio nel 1918 con estrazione della lignite da miniera a cielo aperto. Il 18 novembre 1919 la Società Anonima Mineraria Capitale e Lavoro ottiene lo sfruttamento per la coltivazione di una miniera sotterranea. Nel 1922 viene abbandonata questa prima miniera, per tutti la “vecchia miniera”, e vengono iniziati gli scavi di una nuova galleria, detta “Galleria del Nord” che viene sfruttata per tutti gli anni venti. Il sito estrattivo viene potenziato con la costruzione di una ferrovia Decauville il cui percorso segue, in parte, una vecchia mulattiera che in epoche precedenti veniva utilizzata come strada militare dalle sentinelle dello Stato Pontificio intente a presidiare il confine con il Regno Borbonico. Lungo il percorso della ferrovia vengono creati dei sottopassi per consentire il passaggio delle greggi e delle mandrie durante la transumanza, di cui ancora oggi è visibile, grazie a delle opere di conservazione, quello conosciuto come “il Ponte della trocia”. Nel 1933 molti operai vengono licenziati a causa della crisi che interessa la produzione di lignite; l’unica forma di lavoro è quella “a giornata”. Dopo varie aperture e chiusure del sito minerario, nel 1942 con la ripresa delle attività estrattive, vengono effettuati lavori di ammodernamento che comprendono l’officina, la falegnameria, gli uffici e lo spogliatoio; viene costruito, sempre in questo periodo, un piccolo fabbricato che serve da refettorio.