Limoncello fatto in casa by Chef Marco Silvestri

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limoncello fatto in casa

Ingredienti per una bottiglia da 500 ml

10 limoni non trattati

1 litro di alcol puro al 95 per cento

600 grammi di zucchero

1 litro di acqua

PREPARAZIONE

Asciugate e sbucciate i limoni servendovi di un pelapatate in modo da evitare la parte interna bianca della buccia che darebbe al liquore un sapore troppo amaro.

Riponete le scorze su un tagliere, tagliatele a piccole listarelle e poi mettetele a macerare insieme a 750 ml di alcol in una ciotola di vetro chiusa ermeticamente.

Collocate il tutto in un luogo fresco e al riparo dalla luce e lasciate riposare per almeno dieci giorni.

Almeno una volta al giorno, scuotete il contenitore in modo da far amalgamare bene le scorze con l’alcol.

Trascorso questo periodo, filtrate il liquido in modo da rimuovere le scorze: a questo punto l’alcol dovrebbe aver acquisito il colore giallo tipico dei limoni.

Procedete con la preparazione mettendo sul fuoco una pentola contenente 1 litro d’acqua e i 600 grammi di zucchero e portate il tutto a ebollizione mescolando fino al completo scioglimento dello zucchero.

Lasciate raffreddare e poi versate lo sciroppo ottenuto insieme ai rimanenti 250 ml di alcol in una ciotola contenente l’alcol filtrato precedentemente.

Mescolate il tutto e una volta che il composto risulta omogeneo trasferitelo in una bottiglia di vetro e lasciate riposare il tutto per circa 8-10 giorni in un luogo fresco e al buio.

Trascorso questo periodo, il vostro limoncello preparato in casa sarà pronto per essere gustato: prima di servirlo però, tenetelo per qualche ora in frigorifero.

La storia del limoncello

Nel 2000 a.C. nella valle dell’Indo, oggi Pakistan, vi era una popolazione che conosceva il limone. Apparve poi in Grecia, come mela della Media (Iran occidentale), nel V sec. a.C. Ritrovamenti fatti nella zona degli scavi di Pompei, farebbero pensare che il limone era già conosciuto in epoca romana.

Ne scrisse come mela di media anche Virgilio indicandola quale antidoto contro i veleni. I Romani, probabilmente a causa del sapore acre ed acido del limone, non lo gradirono e del suo uso se ne persero le tracce.

La riscoperta del limone si ebbe nell’anno mille, quando gli arabi apprezzandone l’uso alimentare e terapeutico, lo diffusero assieme ad altri agrumi nel Medio oriente.

Furono Crociati e pellegrini di ritorno dalla Terrasanta, fra l’XI e il XII sec., a portare alberelli di limone nel sud Italia. Grazie alla vocazione mercantile di Amalfi l’agrume arrivò poi in molti territori della penisola, entrando in ricette di verdure, insalate e dolci.

Il limone, oltre ai tanti utilizzi in gastronomia e profumeria, ha diversi usi tramandati di generazione in generazione.

Per mantenere bianco lo smalto dei denti, c’era chi li strofinava con la scorza di limone una volta a settimana.

Le ragazze per avere capelli splendenti si facevano impacchi d’olio d’oliva con succo di limone.

Lo stesso composto spalmato sulla pelle era utilizzato da chi soffriva di eritema solare.

Invece, chi trovava le proprie lentiggini eccessivamente marcate, per schiarirle si passava sulla pelle una combinazione di succo di limoni e acqua salata.

In Italia la pianta fiorisce 4 volte l’anno, grazie al microclima locale di posti come la Sicilia, vocati alla sua coltivazione. Sulla pianta di limone è possibile trovare insieme le zagare (fiori), i fruttini in crescita e i frutti maturi. Per il consumo dei limoni italiani si parte in autunno con il limone primofiore (buccia liscia e colore giallo). Poi a gennaio arriva il limone invernale (buccia gialla), seguito in aprile dal limone bianchetto (buccia più chiara). In estate il limone da consumare è il verdello (buccia verde ma molto succoso).

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