Che strana cosa la misantropia, quel brutto sentimento che prelude all’odio, al disprezzo, finanche alla totale mancanza di fiducia nei confronti del genere umano e delle persone in generale. Un modo triste di vivere la vita, caratterizzato dalla ricerca della solitudine e della pace lontano dagli altri.
Tutta da vedere dunque la pièce “Il Misantropo”, capolavoro di Molière che viene messo in scena al teatro Mengoni di Magione, domenica 11 marzo alle 21, e che vede sul palco un cast di bravissimi attori.
Roberto Trifirò si misurerà con il personaggio di Alceste, Davide Lorino nel ruolo di Filinte e Flaminia Cuzzoli nel ruolo di Célimène, con la regia e l’adattamento di Monica Conti.
Ne Il Misantropo più che la trama, contano le relazioni umane che sono poi la cosa più importante della nostra vita. Nell’arco di una giornata Alceste rompe con la società malata in cui vive. E’ un essere intelligente e ironico ma che nutre un odio feroce per gli uomini che fa ingigantire in lui la percezione dei loro difetti. E’ un essere contraddittorio, contemporaneamente saggio e folle, che ama proprio la donna che incarna tutti i vizi che lui odia o, forse, la ama proprio per questo. “Ho cercato di approfondire al massimo queste relazioni – racconta Monica Conti – e, nello stesso tempo, di far diventare carne i versi di Molière tradotti nell’italiano di Cesare Garboli. Lavorando da anni su Molière e in particolare su questo testo, ho cercato anche di cogliere ciò che sta sotto a un linguaggio ricercato e “antico”, ma che, a tratti, pare scritto col sangue da un poeta veggente. E se nei primi tre atti ancora, qua e là, traluce il genio comico dell’autore, nel quarto sprofonda nella follia e nel quinto nel disincanto, aprendo la strada al Teatro moderno. In uno spazio semplicissimo agito dagli attori, sono essi stessi che creano coi loro corpi i luoghi ora reali, ora onirici, in cui si svolge questa vana e folle giornata di Alceste. Per ritrovarsi alla fine in un’alba di una qualsiasi città e scoprirsi anime ingannate e perse, al di là dei vizi e delle virtù, ma anche anime che transitano e si dibattono brevemente in questo mondo prima di tornare alla natura. Ho sempre pensato al Misantropo come a una “ballata dell’essere umano” posto di fronte all’enigma dell’esistenza e della percezione di una realtà che è sempre sfuggente, multiforme e soggettiva”.
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Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.