Non è colpa mia: cosa pensa un uomo che uccide la compagna

Il femminicidio è ad opera di mostri o uomini normali?

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Non è colpa mia – voci di uomini che hanno ucciso donne, scritto da Lucia Magionami, psicologa, e da Vanna Ugolini, giornalista,  è un libro necessario a capire cosa passa nella mente degli uomini che hanno ucciso le loro donne,  attraverso una serie di interviste ad uomini  condannati con sentenze di colpevolezza definitive.

Ricordiamo che Vanna Ugolini è presidente di Libertas Margot, associazione che si occupa di violenza di genere, tutela dei diritti umani e sicurezza delle persone, associazione che lo scorso febbraio è stata selezionata a Guardami oltre  rassegna di progetti artistici a sostegno delle categorie fragili,  tenutasi a San Remo durante i giorni della kermesse musicale.

Il femminicidio 

scrive Vanna nella premessa del libro Non è colpa mia

è un neologismo inserito nel vocabolario e nel codice penale italiano per definire un reato che fino a poco meno di quarant’anni fa era classificato dalla Giurisprudenza italiana come Delitto d’onore, diventato ormai emergenza nazionale.

Nell’epoca in cui Diego Fusaroclasse 1984, filosofo e sedicente saggista pseudointellettuale onnipresente su facebook delira descrivendo così il femminicidio: Lemma della neolingua capitalistica, che mira ad occultare la lotta di classe sotto la vernice della lotta dei sessi, oppure: Il grande starnazzare sulle molestie sessuali arma di distrazione di massa; è opportuno fare chiarezza.

Nel tempo in cui Michelle Hunziker si fa paladina delle donne che hanno subito violenza dal palco dell’Ariston, protagonista del flashmob in cui scende le scale intonando I maschi di Gianna Nannini e tra Una donna cannone di Francesco De Gregori e Quello che le Donne non dicono di Fiorella Mannoia, invitando  tutti insieme appassionatamente a combattere la violenza contro le donne, è opportuno cogliere la differenza tra impegno e show e soprattutto distinguere bene tra associazioni vere e presunte. Michelle Hunziker ha fondato, insieme all’avvocato Giulia Bongiorno, Doppia difesa, onlus nata nel 2007 con la pretesa di aiutare le donne che hanno subito violenze, discriminazioni e abusi. Selvaggia Lucarelli dal suo blog, si scaglia contro l’associazione chiedendo alle coofondatrici di mostrare i bilanci, poiché pare che al centralino non risponda mai nessuno. La bagarre è in corso, tra presunte diffamazioni e minacce di querele.

libertasNoi sappiamo che Liberts Margot, a chiamata risponde.

La presidente dell’associazione mostra il coraggio di andare dietro le quinte, già nel libro Nel nome della cocaina, pubblicato nel 2011, dove racconta il mondo dello spaccio intervistando i pusher, inchiesta sul fenomeno necessaria per un triste primato  a Perugia,  saltata alle cronache come  Capitale dell’eroina, con morti di overdose che superano di cinque volte la media europea, nella trasmissione  Gli intoccabili su La 7, un quadro inquietante della città, definita complice.

Non è colpa mia è anch’esso un atto di coraggio, quello di far parlare tre assassini, tutti e tre liberi. Come racconterà, l’essere stata giornalista di cronaca nera per vent’anni non insegna dove sistemare il dolore con il quale ci si confronta, e il raccontarlo è una sorta di rito per salvarsi, una catarsi.

I tre omicidi intervistati, Luca, Giacomo e Luigi, sono straordinariamente simili. Per nessuno è stata colpa loro.

Luca, innamorato della divisa, ha l’unico cruccio di non poter fare il poliziotto. E non mostra nessun pentimento per il fatto di aver ammazzato con dieci colpi di pistola una donna prima tradita e poi sottoposta a violenza psicologica. Certo, lui voleva suicidarsi, tantoché puntò la pistola alla tempia, ma poi chissà perché, i colpi, non uno ma dieci, sono andati a vuoto, dentro l’ascensore. Maledetta la neve, era colpa del freddo.
L’altro assassino, Giacomo, nell’intervista definita partita a scacchi, alla quale Vanna non ha mai fornito l’occasione dello scacco matto, non è dissimile.

Un’altra donna uccisa a colpi di pistola. Pare che la colpa sia nei presunti tradimenti di lei e non dei suoi, che minimizza, ed avendo i reciproci tradimenti accezioni diverse, la responsabile al 70% è la donna e dunque è legittimo far fuori la madre dei tuoi figli. Tranne per il figlio rimasto orfano. Perché l’hai fatto? Perché ci hai tolto la mamma quando era buona con tutti? Perché ti rifai una vita quando lei non può più e io, io nemmeno sento di farcela senza di lei?

L’ultimo dei tre, Luigi, non ricorda nemmeno di aver investito la moglie con un trattore e di averla schiacciata. E’ semplicemente deceduta. E nelle sue parole si coglie una totale deresponsabilizzazione dell’orribile crimine compiuto.

Il libro, Non è colpa mia è necessario per andare oltre il condizionamento culturale e la manipolazione della realtà. Va da sé che un uomo maltrattante va denunciato prima che diventi un assassino, ed è indispensabile agire e mai subire. Perché bisogna ricordarsi che la scelta legittima di portare avanti un rapporto sentimentale oppure no prevede rischi. Così come la non elaborazione del rifiuto. E non è da sottovalutare il maltrattamento psicologico.
Certo non è facile, perché è ancora luogo comune che la colpa è sempre della donna che si ribella all’ arroganza.

La violenza è una scelta da non fare, e denunciarla così come l’educazione, restano le uniche armi possibili per tentare di arginare il fenomeno.

 

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