L’ Ercole Oleario è un vero e proprio concorso dei sapori dell’ olio extravergine di oliva ed è giunto alla edizione numero 26, per quella del 2018, si sono iscritto 230 etichette da 17 regioni, per numero di iscritti è in testa il Lazio, seguito dalla nostra Umbria, regione in cui l’oro verde ha da sempre rappresentato un volano importante nella prpria economia. L’olio umbro si contraddistingue per il suo alto livello qualitativo, a causa della sua bassa acidità dovuta ad ulivi cresciuti in zone collinari assolate e composte da terreni particolarmente rocciosi.
La prestigiosa competizione tra produttori, è riservata esclusivamente all’ olio extravergine di oliva di qualità ricavati dalla spremitura di sole olive italiane.
La manifestazione ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione di un settore agricolo che in Italia vanta numeri importante: oltre 1 milione di ettari di superficie, 825 mila aziende e circa 1 milione di addetti impegnati in varie competenze nella intera filiera, per una produzione che nella campagna olearia 2017/18, secondo le previsioni, dovrebbe raggiungere le 370mila tonnellate, comunque circa il doppio rispetto all’ultima campagna, ma al di sotto delle aspettative di piena carica auspicata alla vigilia della fioritura degli ulivi, dopo un inverno e una primavera non troppo benevoli che già avevano ridotto le aspettative.
Una giuria ai alto livello, composta da 17 giudici, guidati dal capo panel Angela Canale e selezionati tra i soggetti iscritti nell’elenco di tecnici ed esperti dell’ olio extravergine di oliva , in rappresentanza delle principali regioni olivicole italiane, che decreteranno i vincitori dell’Ercole Oleario, la cui premiazione finale si svolgerà dal 3 al 6 aprile, presso la Camera di Commercio di Perugia.
Saranno degustati gli oli in gara per selezionare la ‘top list 2018’ delle migliori produzioni italiane , in vista della premiazione che svelerà i vincitori delle due categorie, DOP/IGP e EXTRAVERGINE, nelle categorie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso Verranno assegnati anche 4 premi speciali: Amphora Olearia, per la migliore confezione; Lekythos, alla personalità che si impegna nella diffusione nella promozione dell’olio di qualità italiana in nazionale ed internazionale; Menzione Speciale Olio Extravergine Biologico, al prodotto, certificato biologico secondo i parametri di legge, che ottiene il punteggio maggiore tra gli oli biologici finalisti; Premio ‘Il Coraggio di fare Nuove Imprese Agricole’, riservato alle aziende finaliste realizzate negli ultimi cinque anni.
Il concorso ha anche il fine di implementare la commercializzazione in Russia di olio extravergine di oliva dei partecipanti al concorso, con diverse iniziative, a partire da quella organizzata a Mosca il 7 giugno, grazie alla collaborazione con l’ICE, Istituto per il Commercio Estero, inoltre nei giorni della premiazione a Perugia, saranno presenti 4 bloggers russi esperti anche nel cosiddetto “oro verde”.
Queste le parole del presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni: “anche quest’anno l’appuntamento di Ercole Olivario testimonia la grande qualità dell’olivicoltura italiana, un patrimonio straordinario che si regge su una biodiversità unica al mondo e su ben 46 denominazioni Dop e Igp riconosciute dall’Unione Europea. Ma allo stesso tempo, la competizione fotografa il grande rinnovamento che in questi ultimi anni sta caratterizzando il settore, sempre più a dimensione di giovani e non più solo appannaggio delle regioni blasonate. Se da una parte i protagonisti di questo ‘Rinascimento’ dell’olio extra vergine d’oliva italiano sono proprio i giovani olivicoltori, preparati, con un percorso di studi alle spalle e sempre più desiderosi di investire in agricoltura per valorizzare cultivar autoctone e sviluppo tecnologico, dall’altra, sono in aumento i territori che hanno intrapreso un percorso orientato al netto miglioramento qualitativo, dimostrando di saper competere con le più vocate zone olivicole d’Italia. È il caso del Lazio, che spicca come regione capofila per numero di etichette iscritte (47), davanti ad esempio all’Umbria, alla Puglia e alla Toscana che confermano comunque un’indiscussa qualità».