Assisi, donne in-canto per il Laboratorio San Francesco

Giovani cantanti della classe del Conservatorio di Gabriella Rossi si sono esibiti avvolti da costumi storici

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di Stefano Ragni – Con una singolare sinergia tra musica e tradizioni artigiane, l’Ente Laboratorio san Francesco ha realizzato un concerto lirico tenuto nella sala di sant’Antonio, storica sede dei Cantori di Assisi.

Giovani cantanti della classe del Conservatorio di Gabriella Rossi si sono esibiti avvolti da costumi storici disegnati e realizzati nel contesto del primo corso di Sartoria teatrale tenuto dal Laboratorio che recupera una antica tradizione che risale al 1909. In quella data fu istituita una vera e propria scuola di cucito, di ricamo e di taglio che aveva la sua sede in san Giacomo. Era una iniziativa che metteva molte ragazze dei ceti più umili della cittadinanza nelle condizioni di trovarsi un mestiere e di guardare al futuro con una professione in mano. Situazione che oggi il laboratorio san Francesco vuole riproporre nella sua piena attualità, visto che, come è stato ricordato nel corso della serata, il “punto Assisi” è l’unico tipo di ricamo a fregiarsi del nome di una città. I manufatti con questo nome sono oggetto di continua esportazione e costituiscono una delle voci dell’economia della città serafica.

Unire una tradizione storica così accentuata a una manifestazione musicale svoltasi sotto l’egida dei Cantori di Assisi ha avuto come risultato di riempire ieri pomeriggio la sala s. Antonio di un pubblico desideroso solo di godersi la bella musica operistica ammirando cantanti che indossavano costumi appositamente pensati per i brani che venivano interpretati.

È così che il baritono Wang Feng e il soprano Risa Minakata si sono misurati in sembianze settecentesche nel duetto “Là ci darem la mano”, intramontabile dibattito d’amore tra il nobile don Giovanni e la contadinotta Zerlina. Li ha seguiti Valeria Fratini avvolta in un abito sgargiante per rievocare un’aria “di furia” di Arminda, protagonista della “Finta giardiniera” di Mozart.

Ancora Mozart per il terzetto “Soave sia il vento” dal “Così fan tutte” con l’aggiunta di Laura Cannelli nei panni di Fordiligi. Ma prima Jin Xueyng., in costume verde-antico, aveva sedotto gli ascoltatori con la dolcissima aria di Desdemona dall’Otello di Rossini,
Ha spezzato gli equilibri della serenità Viola Sofia Nisio quando ha riprodotto, anche lei in sontuoso mantello cinquecentesco, l’aria dei Gioielli dal Faust di Gounod.
Dopo una Bellini incantevole con Laura Cannelli nei “Capuleti e Montecchi”, ecco lo sbalorditivo ingresso di Nicola di Filippo in abiti di paladino, un guerriero del teatro dei pupi siciliani per un “Di tanti palpiti” intonato con la voce da sopranista. Come dire un ragazzo con barba e baffi, laureato in lettere antiche nell’ateneo perugino, che emette una voce molto simile a quella dei castrati settecenteschi: è una tecnica particolare che richiede molto controllo e che produce un effetto sbalorditivo.

Progressivamente, un’aria dopo l’altra, un costume dopo l’altra i ragazzi sono ritornati sul podio per Bohème, Tosca, Don Giovanni, Traviata, (qui Di Filippo con voce di tenore), e Sonnambula in una iridescente trasformazione di colori e di fogge, ricordando a tutti cosa sia realmente lo spettacolo del teatro d’opera, ovvero una festa per gli occhi e per le orecchie. Tanta sensibilità non poteva che colpire i molti ascoltatori presenti, a partire dal sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e dalla presidente del Consiglio Comunale, convinte anche loro che la musica non vada lasciata da sola, ma venga inserita in un contesto dove la storia si unisce alla tradizione per trasformarsi in uno spettacolo moderno, avvincente e coinvolgente.

Da parte loro i Cantori di Assisi, come istituzione ospite, hanno voluto fare gli onori di casa intonando all’inizio della serata l’intramontabile coro del Nabucco. Il 18 marzo del 1848 iniziavano la Cinque Giornate di Milano: le studiavamo a scuola, e il “Và pensiero”, cantato con pertinente spirito di rievocazione, ci fa ricordare il sacrificio di tanti milanesi che si sono immolati per un sogno di libertà e di democrazia.

Ma, calici alla mano, e lo spumante era di quello vero, tutti i cantanti e il coro si sono congedati dal pubblico col Brindisi della Traviata, non senza che Tiziana Borsellini, animatrice della manifestazione, ricordasse i nomi degli studenti del Laboratorio e le ditte e le istituzioni che hanno offerto il loro contributo alla manifestazione, dal Conservatorio Morlacchi, a Think confezioni, alla Magnifica parte di sotto, al rione Mora della Quintana di Foligno, alla sartoria Gelsi di Gualdo Tadino, a “La preziosa veste” di Foligno, a Innamorati tessuti di santa Maria degli Angeli, Shoop 2000, “Ago e filo”, trattoria Pallotta. Per la logistica della serata va ricordato l’Istituto Comprensivo Assisi 1 che ha aperto le sue aule per i necessari cambi di abito.

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