Tra i coreografi italiani più apprezzati e stimati del panorama internazionale della danza contemporanea, c’è sicuramente Loris Petrillo, che in Umbria porterà il suo nuovo lavoro, DON QUIJOTE al Teatro Mengoni di Magione, sabato 24 marzo, alle 21.
Quella di Don Quijote è una follia sana. Spinta da un impulso interiore che ne deforma la realtà, tanta è la voglia di cambiarla. Il “folle” cavaliere ci mostra il problema di fondo dell’esistenza, cioè la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l’immaginazione, la fantasia, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui l’uomo si identifica. Non è quindi difficile immaginarci come lui, oggi. Eterni cavalieri che combattono quotidianamente con i mulini a vento di una società decadente. Il Coraggio di Don Quijote, si divide e si abbatte nell’opera di Cervantes che presenta nella prima parte un uomo che cerca di trasformare la realtà secondo i suoi sogni, mentre nella seconda si sente obbligato ad accettarla. Se nella prima parte Don Quijote si ingannava, nella seconda viene ingannato. Ciò rende più complesso il rapporto fra realtà e follia e invenzione in un gioco di specchi continuo.
L’uomo oggi, che sogna un mondo e una vita diversa dal coro, si veste di abiti e di una maschera per combattere il quotidiano, cercando di rendere migliore il mondo che lo circonda quantomeno mettendosi in lotta per denunciarne il declino. Ma è un uomo solo, folle per molti, che viene tenuto in disparte, emarginato. Il Don Quijote contemporaneo è un uomo che viene illuso, deluso, ingannato e si trasforma da sognatore ironico e spensierato in un personaggio tragico, che prima di dichiararsi risanato e pentito, e dunque vinto, sul letto di morte, esclama, come un mistico: io sono nato per vivere morendo.
Non muoia, signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento…È a queste parole, quelle che Sancho Panza rivolge al suo cavaliere errante in fin di vita, che Loris Petrillo si ispira per affrontare il suo nuovo lavoro coreografico. Un inno alla resistenza, al coraggio, un invito a rimettersi in piedi per combattere la delusione che si subisce di fronte alla realtà. Oggi come centinaia di anni fa, l’uomo si ritrova a subire una visione crudele della realtà che non ha spazio per l’immaginazione, la fantasia, le aspettative, la realizzazione di un progetto di esistenza con cui identificarsi. Da sempre l’uomo è stato costretto dalle vicende della vita a ripetuti compromessi, a sconfitte, a tristezze, ma con un pizzico di idealismo ogni folle potrebbe essere più savio di quanto si possa credere e scoprire, contro ogni apparenza, la vera essenza dell’esistenza.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.