Alle pendici del Monteluco, distesa su di un colle, Spoleto domina la valle umbra. L’arrivo da sud lungo la strada statale Flaminia, con il Ponte delle Torri e la Rocca Albornoziana, rappresenta uno degli scorci più belli d’Italia, un panorama da togliere letteralmente il fiato.
La storia di Spoleto
In Spoleto si realizza un perfetto connubio fra antico e moderno, è, infatti, una città ricca di storia, una storia affascinante che risale almeno al VII secolo a.C., quando Spoleto era abitata dagli Umbri e la sua posizione dominante rispetto alla valle umbra richiedeva adeguate fortificazioni come le mura ciclopiche risalenti al V-IV secolo a.C., costruite con grandi blocchi di pietra calcarea; i cui resti sono tuttora molto ben visibili.
Nel 241 a.C. diviene colonia romana e conquista il suo posto nella storia quando respinge Annibale, uscito vincitore dalla battaglia del Trasimeno. Scrive Tito Livio: “Dopo aver devastato il suo territorio, cerca di occupare la città; respinto dopo una carneficina dei suoi soldati, e ritenendo dal poco successo del tentativo contro una piccola colonia, che una città come Roma gli avrebbe opposto ingenti forze, si dirige verso Piceno”.
Annibale non fu l’unico a sperimentare la strenua difesa degli spoletini: le truppe di Federico Barbarossa si videro gettare addosso dell’olio bollente dalla torre che prende il nome proprio da questa strategia difensiva: la Torre dell’Olio, del XIII secolo. Questo tuttavia non bastò a salvare la città, che nel 1155 fu distrutta dallo stesso Barbarossa.
In epoca longobarda Spoleto era uno dei più grandi Ducati, fu contesa fra l’Impero e la Chiesa, cui venne definitivamente aggregata nel 1247 e divenne centro importante dello Stato Pontificio, a riprova di ciò nel 1359 che il cardinale Egidio Albornoz diede inizio ai lavori di costruzione della Rocca, uno dei monumenti simbolo della città, che ancora oggi porta il suo nome e all’interno quale nel 1499 Spoleto poteva vantare un’illustre governatrice: la figlia di Papa Alessandro VI: Lucrezia Borgia. Secondo la tradizione popolare, due cunicoli segreti collegano la Rocca con la parte bassa della città e con il centro storico, cunicoli da lei ben conosciuti. A tutt’oggi i cunicoli non sono stati trovati, ma d’altronde, che cunicoli segreti sarebbero?
Spoleto conservò una certa importanza fino all’Unità d’Italia, ma dal Rinascimento in poi il suo ruolo strategico lasciò il passo a quello culturale. Dopo l’Unità d’Italia infatti l’importanza geopolitica diminuì significativamente e dopo l’annessione al Regno d’Italia fu scelta Perugia come capoluogo e la città perse la sua centralità politico-amministrativa.
Ciò che restava, dopo secoli di lotte e dominazioni, era un patrimonio artistico e archeologico che non teme confronti.
Cosa vedere a Spoleto
Oltre alla Rocca Albornoziana, Spoleto vanta infatti una casa romana molto ben conservata, un teatro anch’esso di epoca romana, uno dei teatri più antichi d’Italia, il Teatro Caio Melisso, e il ponte antico più alto d’Europa: il Ponte delle Torri (ben 82 metri), cui Goethe dedicò una pagina del suo “Viaggio in Italia”. La sua visita è commemorata da una targa posta proprio in prossimità di uno degli accesso al Ponte, lungo la passeggiata panoramica che gira intorno alla Rocca Albornoziana, nota con il nome di “giro della Rocca”.
Pur avendo secoli di storia alle spalle, Spoleto non resta ancorata al passato, ma guarda avanti, un esempio per tutti è il famoso “Festival dei Due Mondi”, rassegna internazionale d’arte a tutto campo che dimostra che la città è sempre aperta ad iniziative moderne e correnti artistiche innovative. A Spoleto è anche possibile ammirare la prima scultura monumentale “stabile” che sia mai stata realizzata: il “Teodelapio“, dello scultore statunitense Alexander Calder. Alta ben 18 metri, questa scultura poggia direttamente sull’asfalto nel piazzale antistante la stazione, e dal 1962 accoglie i visitatori che giungono col treno.
La città del Festival è famosa anche per le sue iniziative enogastronomiche, tra cui Vini Nel Mondo, la cui edizione del 2008 è entrata nel Guinnes dei Primati: è stato infatti realizzato il calice di vetro più grande al mondo, alto più di due metri con un diametro di quasi mezzo metri e ben 3 cm di spessore, purtroppo sospesa nel 2017.
Per la bellezza dei suoi scorci, Spoleto è stata anche scelta come teatro di molti film, soprattutto fra gli anni ’60 e ’70, tra cui “La Califfa”, di Alberto Bevilacqua, e “Io e mia sorella”, di Carlo Verdone, ora set della fiction Don Matteo.