Sono Aurora. Questa è la mia storia, la mia e quella di migliaia di altre donne, manipolate da uomini senza scrupoli ed empatia.
Dopo l’incontro e il primo periodo a contatto con un Vampiro Energetico
prosego il racconto con
Il mentre: il vissuto il quegli anni fatti di follia pura e paura.
Ora, a distanza di anni, documentandomi, leggendo, chiedendo, ho capito veramente quanto ho rischiato con questo vampiro energetico.
Dopo aver accettato di seguirlo lontano dalla mia città, è iniziato, anche se non in maniera pesante, l’inferno. Diciamo che in confronto al decimo girone in cui mi sono ritrovata alla fine, quello era il terzo.
Due anni passati praticamente in prigione, l’inizio della prigione. Ti cambia numero di telefono, ovviamente intestato a lui, tanto le persone che conoscevi non ti servono ora c’è lui. I suoi viaggi di lavoro, in cui sinceramente tu, liberata per qualche ora a volte un paio di giorni dalla sua presenza, magari riesci a capire che qualcosa non funziona.
Le sue scenate di gelosia assurda, quanto ingiustificata, quando parli con i rappresentanti, quando telefoni ai fornitori:
-Sei troppo loquace – Non devi dare tanta confidenza – Sei la compagna dell’amministratore delegato, devi darti un contegno – Lo vedi come ti guardano? – Vogliono solo portarti a letto – Non dare confidenza, pretendi che ti diano del lei-
E quindi te ne stai sulle tue, non parli con nessuno, e la tua loquacità di un tempo, il tuo buonumore piano piano si afflosciano.
Non capisci perché, la tua paura aumenta. E che dire di tuo figlio al quale non sai come spiegare che ti senti sempre peggio? Inizi ad avere timore di lui, di quel vampiro che di notte, quando siete nel letto, ti minaccia velatamente. E ogni dialogo con lui ti lascia svuotata, senza una briciola di energia ma, soprattutto, con la volontà azzerata.
-Cosa faresti senza di me? –Sei sola con un figlio, non hai nessuno.-Tutti ti vogliono solo usare perché sei bella, non credere a nessuno solo io voglio il tuo bene e ti amo.
E passano due anni, e nel frattempo l’azienda ha dichiarato l’auto fallimento,e tu hai perso i tuoi soldi, e lui continua a fare quello che sa tutto, e tu sei frastornata dal caos che si è generato.
Lui continua a dirti che farà qualcosa di diverso per risollevarsi. Qualsiasi lavoro che trovi lo boccia. Le rare volte che ti fermi a bere un caffè dalla madre di un amico di tuo figlio lui ti chiama in continuazione, e lei ti dice che è strano, ma tu fai finta di non sentirla.
Inizi a vergognarti per come ti senti e quindi stai zitta su tutto.
Sei spesso a cercare le cose in casa. Eppure sei stata sempre ordinata, quasi maniaca nel sistemare le cose. E ora non trovi cose importanti. Lui se ne accorge, e ti aiuta a volte. E poi, come per magia, appaiono, sempre quando c’è lui. E ti prende in giro, ti dice che la tua testa inizia a perdere colpi. E ci credi e te lo dici da sola.
Oppure, riparli di qualcosa che lui ha detto giorni prima… e lui nega.
– Non ho mai detto questa cosa, te lo sei immaginato. Sei sicura di non confondere i sogni che fai con la realtà?-
Ti ritrovi giorno dopo giorno sempre più frastornata
E arriva il momento in cui devi fermare il ciclo della pillola anticoncezionale per degli esami, gli dici che deve stare attento, di usare il preservativo.
-Ma che dici, le conosco queste cose, tranquilla, sono un uomo e conosco il corpo e il ciclo vitale femminile-
Rimani incinta!! Fai il test una mattina, lui non c’è, è andato nella sua casa paterna, che, tra parentesi, nel frattempo ti ha convinta ad aiutarlo a comprarla, promettendo la resa dei soldi, e hai anche acceso un mutuo a nome tuo e suo, per ristrutturarla. Chissà come mai le rate del mutuo finiscono sul tuo conto. E ora sei rincretinita, con quel bastoncino in mano che segnala che sei incinta.
Fortuna che tuo figlio non c’è, è dal padre per il fine settimana, e tu ti abbatti, crolli letteralmente, vorresti urlare ma non puoi, se ti sentono i vicini cosa gli dici? Ti chiama, la decima chiamata nella mattinata, glielo dici, e, come al solito, le sue parole contorte ti mandano ancora di più in caos.
– E’ bellissimo, un figlio nostro. Certo, hai più di 40 anni, pensi sia il caso? Ci pensi? Un bambino nostro. Però, non hai lavoro, non ho un lavoro, come faremo? Ma se mi ami lo teniamo. Certo che pensandoci bene potrebbe essere un bel problema. Cosa ne dici di abortire?-
E tu, che non ragioni più con la tua testa, non puoi fare altro che piangere.
Decisione presa, aborto. E con quello ammazzi definitivamente te stessa. Ovviamente ti ha accompagnata da tutte le parti, visite, consultorio, ospedale, e ogni volta ti imbecca su come comportarti. E uccidi quell’essere che stava nascendo in te.
Da quel momento sei finita, le sue molestie si fanno più esplicite, a volte ti ribelli, e lui cosa fa? Minaccia di abbandonarti. E certo, ti sei impegnata in maniera esponenziale finanziariamente per lui e ora lui ti molla. Dicendoti ovviamente che senza di lui tu non riusciresti a fare niente, che lo ricercherai in ginocchio, etc etc.
E continui ad andare avanti così, aspettando le sue decisioni. Respirando con una cannuccia per non prendere troppa aria, per fare sempre meno rumore.
Un’altra decisione presa, vi trasferite nella sua città nella casa che lo hai aiutato a comprare. Se gli ultimi due anni ti sono sembrati un incubo, ripensandoci ora sembrano una passeggiata. Qui, nel suo luogo, in mezzo alle persone che conosce, fa vedere veramente quello che è.
Hai ancora soldi tuoi, ogni tanto gli metti dici la somma che stai dando per lui, ma, fa finta di niente. Risolveremo il tutto non ti preoccupare ti dice. E tu abbassi la testa e vai avanti. Logicamente dovete lavorare, e lui si improvvisa commerciante. Tramite un amico, suo ovviamente, come al solito ti convince… a comprare un locale.
Non sei convinta, i soldi sono tanti, tutti quelli che hai,devi prendere anche un mutuo, e già avevi aperto quello per la casa con lui. Ma siamo alle solite. Ti rincretinisce a tal punto con le parole, con le paure, con il dire e poi negare, con quel vortice che ti mette in testa che tu alla fine acconsenti. Che altro potresti fare?
Bella cosa si, lui che si improvvisa imprenditore quando non ci capisce un emerito niente. Tu che ti alzi la mattina alle sei e vai a letto dopo la mezzanotte, il locale che non va, incassi pochi, spese sempre più alte. E le scenate di gelosia, eclatanti, davanti anche alle persone. Soprattutto davanti ai dipendenti.
E poi i suoi pianti le poche volte che cerchi di ribellarti. Quasi due anni in quel locale sono stati cento. Le scenate tante, le assurdità innominabili. E ti raggrinscisci. Sei sottopeso, tesa, occhiaie perenni, non riesci quasi a renderti conto più di niente.
Ti senti un pupazzo di legno e lui il tuo puparo
E tuo figlio, che si è reso conto che le cose non vanno, inizia a ribellarsi.
I soldi diminuiscono paurosamente. Il locale è una voragine mangiasoldi. Non sai mai come arrivare alla fine della settimana per pagare i fornitori.
E lui ti propone…
ti porta una mattina in un poligono di tiro. Per insegnarti a sparare!?
– sei l’unica erede, sai che strada fa, ti accompagno io, tu devi solo sparare –
Sei quasi decisa a pensare che questa non è la tua vita ma un brutto incubo
Ovviamente il locale dopo quasi due anni fallisce. Caos estremo. Avvocati, i vecchi proprietari, l’esecutore fallimentare, lui che si fa fare un falso referto psichiatrico per fare non ricordi che denuncia. Ma il particolare ridicolo è che il tutto è sulle tue spalle. Fallimento, debiti, banche, persone che avevate assunto. Il suo nome non appare. Furbamente aveva fatto in modo che tu fossi la “padrona”. Con il senno del poi era evidente la cosa. Tutto programmato. Non specifico il denaro perso, ma erano tanti.
La Paura e la Consapevolezza
E ora davvero la disperazione è totale. Inizi a sclerare, urli, ti ribelli. Sei letteralmente esaurita. Hai paura e vergogna, ma questa volta incolpi lui. Lui ti ha fatto fare quelle mosse sbagliate. Lui ti ha presentato tutte quelle persone che ti hanno fregata. E gli inveisci come una pazza.
La sera ogni tanto andava a colloqui di lavoro… Conosceva anche il presidente della Repubblica a suo dire, peccato che nessuno mai si è dimostrato reale…
Una notte di quelle, dove lui diceva di andare a un colloquio di lavoro, per caso, noti il suo computer portatile. Era una tua passione che avevi abbandonato a causa sua.
Click
si spalancano le porte di un abisso, assurdo.
Chat e filmati, mail, indirizzi di posta che non conoscevi. Ma quelle chat. Provocanti, pornografiche, addirittura una con una ragazzina quindicenne. E gli appuntamenti. E…..
Quello che non hai voluto vedere per anni ora era lì in tutta la sua mostruosità
Mentre lui si divertiva tu, dopo il fallimento, dovendo vivere, e con la responsabilità di un figlio che intanto cresce, hai trovato un lavoro per così dire, alternativo.
Non fai niente di male ma te ne vergogni, non dici a tuo figlio cosa fai.
Soffri ogni volta che lo guardi e pensi a come vi siete ridotti.
Il giorno dopo aver visto il contenuto di quel computer, al suo rientro gli urli contro.
E’ diventata un’abitudine per te.
Questa volta però lo fai in maniera estrema, ti ubriachi per poterlo fare senza paura.
Gli sputi addosso tutto lo schifo che senti dentro.
Ti aveva proposto incontri a tre per recuperare soldi
Ti aveva suggerito di uccidere, per soldi
E ovviamente smentisce, dice che nulla è vero. Come al solito.
Ti dice che sei esaurita, che hai bisogno di uno psichiatra. Certo che hai bisogno di uno psichiatra, lui ti sta facendo impazzire!
Fortunatamente non ti sei piegata fino a quel livello, ma dentro di te ora sei arrivata al limite.
E finalmente, dopo che tuo figlio ti riferisce cosa ha trovato tornando a casa da scuola, prendi la decisione di fuggire.
Non è semplice, hai pochissimi soldi, pochi centinaia di euro, ma trovi una persona disponibile che ti affitta una casa, nessuna cauzione da pagare, l’affitto è onesto. Ci metti una settimana, portando un po’ di cose per volta, le poche cose che riesci. Pulisci quella casa che ti dà un senso di libertà ma allo stesso tempo aumenta la tua disperazione. Non sai come farai a portare via tutto, ma oramai hai deciso.
Approfitti di uno dei suoi “viaggi per un colloquio”, sai che va con qualche donna trovata su internet o chissà dove, ma ringrazi la cosa, e porti via più cose possibile, quelle cose alle quali sei affezionata.
Il giorno che glielo dici, porti due ragazzi con te per timore che faccia qualcosa nei tuoi confronti. In ogni caso tutto il resto rimane in quella casa, e lo hai pagato tu. E tu te ne vai in una casa modesta che non è tua. Ma te ne vai. Tuo figlio è contento anche se sballottato mentalmente anche lui, ma ora forse riuscirete ad avere un po’ di tranquillità.
Forse appunto, perché il dopo non è meno caotico del mentre…