Conosco Mario Menghini fin da ragazzini, lui era di Terni ma veniva con i suoi genitori a fare visita a sua Nonna Sandrina. Quando arrivava Mario Menghini da Terni, era sempre una grande gioia per tutti noi. Con il suo arrivo si interrompeva quella monotonia di un piccolo paese alla periferia di Foligno, Scanzano, ove il tempo era scandito dal passaggio dei treni sulla vicina ferrovia o dalla sirena del Centro di smistamento postale che sanciva l’ingresso e l’uscita degli operai e degli impiegati.
La Nonna di Mario Menghini, Sandrina, amava scrivere poesie in rima, che a volte ci leggeva nelle serate di inverno vicino al camino della cucina di casa mia. Alcune di queste erano dedicate a suo marito di cui era rimasta vedova e di cui aveva un forte e nostalgico ricordo, succedeva che nel leggere una di queste poesie si emozionava e le scendeva una lacarima.
Un talento che rivive in Mario Menghini
Il talento scrittorio di Nonna Sandrina non è andato perduto, questo continua attraverso Mario Menghini che ama scrivere con passione e profonda sensibilità riguardo tutto ciò che rappresenta la città di Terni, come ha fatto nel suo ultimo libro: -E’ stata una ragazzata-
L’incipit del libro
«All’epoca del coglione nero eravamo ragazzi di quattordici, quindici anni, figli del boom, in tutti i sensi: quello economico degli anni sessanta e quello delle nascite, il “baby boom”. La città contava 100.000 abitanti…».
È questo l’incipit di –È stata una ragazzata-, il libro di Mario Menghini che torna alle stampe cimentandosi questa volta in una per lui nuovo forma letteraria, quella del racconto. Dopo aver esplorato fin nei meandri, nei suoi precedenti lavori, il vernacolo e la storia locali, ecco dunque “È stata una ragazzata”!
Un viaggio a ritroso nel tempo
Un testo ironico ed irriverente imbastito ad arte e con dovizia di particolari su una realtà di fine secolo, uno spaccato di vita, un pezzo di storia di Terni che catapulta subito il lettore a spasso nel tempo e gli fa rivivere il vissuto dai colori estinti di una città che fu e che in parte adesso non è più. Un libro sull’amicizia, con dedica speciale alla città umbra che lascia nel lettore quel “pizzico di Amarcord” che rende il tutto più piacevole. Per chi non ha conosciuto quegli anni, sicuramente più semplici e veri, rispetto a quelli che stiamo vivendo ora, non c’erano né cellulari e né videogiochi, c’era principalmente la propria fantasia e la propria creatività.