È l’antica Tiferno, fondata dagli Umbri nell’Alta Valle del Tevere, e subì l’influenza degli Etruschi. Dopo la conquista romana, alla fine del I secolo divenne con il nome di Tifernum Tiberinum un fiorente e ricco municipio, abbellito con edifici pubblici e templi dal potente patrono Plinio il Giovane. Alla caduta dell’Impero i Goti di Totila la distrussero ma il vescovo Florido la ricostruì e la fortificò.Passò sotto il dominio Bizantino prima e Longobardo poi e nell’VIII secolo la troviamo citata in un manoscritto come Castrum Felicitatis . Passata dai franchi alla Chiesa, nel XII secolo si dette istituzioni comunali mutando il nome in Civitas Castelli dal quale derivò l’attuale Città di Castello.
Fu libero Comune di parte guelfa molto potente ed estese il suo dominio sui territori confinanti fino al di là dell’Appennino. I due splendidi palazzi dei Priori e del Podestà costruiti dall’architetto Angelo da Orvieto sono la testimonianza di questa sua forza e potenza. Nel 300 fu dominio di Branca Guelfucci e nel 1422 di Braccio da Montone. Verso la fine del ‘400 diverse famiglie si contesero il predominio, ma su tutte prevalse quella dei Vitelli che diede alla città un nuovo aspetto, abbellendola con chiese, palazzi e monumenti, che ancor oggi le conferiscono tutta la grazia dell’eleganza rinascimentale toscana. Artisti di gran fama quali Signorelli e Raffaello, per citare solo i maggiori, operarono per molto tempo a Città di Castello realizzandovi alcune delle loro opere più significative. Alla morte di Vitellozzo Vitelli nel 1462, il nipote Niccolò fu bandito dalla città, ma vi rientrò con la forza nel 1468. Papa Sisto IV intervenne con le armi e dopo una accanita resistenza la città capitolò e Niccolò Vitelli venne relegato ad Urbino e la città con l’insediamento di Cesare Borgia passò sotto il dominio pontificio rimanendovi fino al 1860 quando fu liberata dalle truppe piemontesi ed annessa al Regno d’Italia.
Palazzo del Podestà
In Piazza Matteotti è situato l’ex Palazzo del Podestà, un grande edificio attribuito ad Angelo da Orvieto; mentre il lato che fronteggia la Piazza è stato ristrutturato in forme barocche nel ‘600, la parte in pietra che fiancheggia Corso Cavour ha conservato le antiche forme gotiche.
Palazzo Comunale e Torre Comunale
L’animato Corso conduce in piazza Gabriotti, in cui si erge il Palazzo Comunale. Il Palazzo realizzato nella prima metà del XIV secolo da Angelo da Orvieto, è un magnifico edificio gotico, con bel portale ed eleganti bifore, rimasto però incompiuto a causa di sconvolgimenti politici che hanno impedito la conclusione dei lavori; di fronte è l’alta Torre Comunale.
Palazzo vescovile
Il Palazzo vescovile situato lungo il lato settentrionale di Piazza Gabriotti (‘di sotto’) ha attualmente l’aspetto di un palazzo settecentesco. Lungo il lato rivolto verso Via Cacciatori del Tevere rimane però la traccia del portale gotico dell’antico “Battistero di San Giovanni” che nel secolo XIV doveva trovarsi da queste parti.
IL DUOMO
Sorge accanto al Palazzo Comunale, dedicato ai SS. Florido e Amanzio e risalente al secolo XI; ampliato nel 1356 e ristrutturato completamente un secolo dopo, presenta sul fianco sinistro una parte della costruzione trecentesca, con portale gotico decorato da colonne tortili e rilievi.
La facciata è divisa in due settori: quello inferiore è stato realizzato in forme barocche da F. Lazzari nel 1632; quello superiore è rinascimentale. Magnifico il campanile rotondo del XIII secolo.
L’interno rinascimentale è semplice ed elegante, e nel transetto sinistro è collocata la splendida “Trasfigurazione” del Rosso Fiorentino.
Sotto l’edificio c’è la chiesa inferiore, in cui sono conservate, presso l’altare maggiore, le reliquie dei SS. Florido e Amanzio.
Chiesa di San Francesco
La chiesa, costruita gli inizi del XIV° secolo in stile gotico in pietra arenaria, a croce latina, è ad una sola navata e termina con un abside a tre cappelle poligone. L’esterno mostra le modificazioni subite ai primi del 1700, pur conservando tutti gli elementi essenziali del suo aspetto originario. L’interno venne completamente trasformato in forma barocca tra il 1707, il 1718 ed il 1727, l’attuale ingresso risale al 1731 quando l’antico portale gotico venne chiuso per costruire all’interno un altare. Sull’altare dedicato a San Giuseppe, nella cornice dove è oggi una copia de “Lo Sposalizio della Vergine”, era posto l’originale di Raffaello dipinto nel 1504 conservato dal 1805 a Milano nella Pinacoteca di Brera.
Nella chiesa era anche conservata “L’adorazione dei pastori”, dipinta da Luca Signorelli nel 1496, oggi alla National Gallery di Londra.
In fondo alla chiesa, un grande arco di pietra chiuso da un cancello in ferro battuto del 1567, introduce alla severa e spaziosa Cappella Vitelli. Fu costruita su disegno di Giorgio Vasari intorno al 1563. Nello stesso anno Vasari esegue “L’incoronazione della Vergine” collocato due anni dopo nell’altare maggiore della cappella. Intorno alle pareti si trova un coro con intarsi e disegni realizzati su disegni di Raffaello.
Chiesa di San Domenico
La Chiesa di San Domenico è una costruzione gotica del 1424, con facciata incompiuta e portale ogivale lungo il lato sinistro. L’interno ha un’unica navata, con tetto a travature scoperte. Le pareti, decorate da affreschi quattrocenteschi, presentano sul lato destro delle cappelle, accanto alla porta della sagrestia un “Crocefisso”, copia settecentesca di una tela di Raffaello attualmente alla National Gallery di Londra. L’altare maggiore conserva l’urna con il corpo della Beata Margherita (1287-1320) beatificata il 18 novembre 1609, la reliquia vi fu collocata il 30 aprile 1678 e in quella occasione venne rinnovato l’altare da Nicola Barbioni.
Palazzo Vitelli alla Cannoniera
Tra le residenze patrizie da non perdere Palazzo Vitelli alla Cannoniera, costruito per volere di Alessandro Vitelli da Antonio da Sangallo il Giovane e Pier Francesco da Viterbo tra il 1521 e il 1532, decorato nella facciata posteriore da graffiti del Vasari; ospita la Pinacoteca Comunale.
Palazzo Vitelli a Porta Sant’Egidio
Grandioso palazzo costruito nel 1540 circa, forse su disegno di Giorgio Vasari. Nella bella facciata si aprono eleganti finestre, all’interno si trovano affreschi di Cristofano Gherardi e Prospero Fontana. La facciata retrostante la piazza è rivolta verso un vasto giardino (“Parco Vitelli”) in fondo al quale si erge la palazzina Vitelli, recentemente restaurata.