Quest’anno l’Albero di Natale più grande del mondo verrà acceso dallo spazio.
Le sue stelle terrestri si propagheranno nel cosmo a partire dalla notte del 7 dicembre. E quella sera magica a Gubbio, per la trentasettesima volta, si compirà l’incanto, questa volta con un augurio ancora più speciale.
Da lassù, dall’Iss (International space station) gli astronauti Franco Malerba, Maurizio Cheli, Umberto Guidoni, Roberto Vittori, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli ci guardano. E probabilmente sarà proprio Paolo Nespoli, per la terza volta nello spazio, a bordo della stazione che sta orbitando alla velocità di 37.000 km/h a 400 chilometri di altezza, a spingere il bottone quando attraverserà i nostri cieli.
Partito dalla base spaziale russa di Baikonur il 28 luglio, Nespoli è impegnato a portare a termine la missione “Vita” (Vitality, Innovation, Technology, Ability) con il compito di seguire oltre 200 esperimenti, la gran parte dei quali biomedici e il resto tecnologici.
«Per il nostro Comitato – spiega il presidente Lucio Costantini – è un onore dedicare l’Albero 2017 alla European space agency (Esa) e all’Agenzia spaziale italiana (Asi), tra le massime testimonianze di impegno per la ricerca scientifica, raro esempio di collaborazione oltre ogni confine nazionale, di sacrificio, competenza, passione e coraggio, senza protagonismi, personalismi e nazionalismi».
E così, per la 37esima volta il 7 dicembre gli “Alberaioli” eugubini manterranno l’impegno preso da chi – nel 1981 per la prima volta – realizzò l’Albero sulle aspre pendici del monte Ingino, concretizzando un sogno contro ogni logica e buon senso.
Quello che si ammira è in pratica un presepe grande come tutta la vallata, completamente buia a parte il profilo dell’Albero e gli agglomerati di luci che indicano Gubbio e i piccoli centri abitati vicini.
I numeri del grande abete parlano da soli: più di 700 luci di vario tipo e colore, che rendono un effetto cromatico unico e particolare. La base è di 450 metri, e l’altezza sale per oltre 750 metri sulle pendici del monte Ingino, dalle mura della città medioevale fino alla basilica di Sant’Ubaldo. Copre una superficie di circa 130mila metri quadrati (equivalente a circa 30 campi di calcio) e 300 punti luminosi di colore verde ne delineano la sagoma.
Il corpo centrale è disseminato di oltre 400 luci multicolore, mentre alla sommità è installata una stella cometa della superficie di circa 1.000 metri quadri, disegnata da 250 punti luminosi. Sono necessari circa 7.500 metri di cavi elettrici per realizzare i collegamenti e ogni anno si spendono 1.300 ore di lavoro per montare tutti i punti luce, stendere i cavi e provvedere ai collegamenti. Altre 900 ore sono poi necessarie per la rimozione, la manutenzione e la rimessa in magazzino.
Dal 1991 è inserito nel Guiness dei primati, e la cerimonia dell’accensione, è un evento in cui sono coinvolti gli Sbandieratori, i figuranti del Corteo Storico e i musici della città, che mantiene in vita molte tradizioni medievali nelle corporazioni dei mestieri e delle arti. Dell’Albero si prende cura il Comitato degli Alberaioli, che ogni anno si occupa anche di inoltrare la richiesta di accensione ad un personaggio pubblico o a un esponente di rilievo della Chiesa Cattolica. Nel 2014 lo ha fatto Papa Francesco e il Papa emerito, Benedetto XVI, lo ha acceso nel 2011, mentre nel 2012 la domanda è stata accettata da Giorgio Napolitano.