ALTRA BORDATA CONTRO IL COVID-19

"Virus clinicamente irrilevante, improbabile ritorno in autunno"

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Prof. Enrico-Gherlone
Prof. Enrico-Gherlone

Dopo la prima bordata ad opera del Prof. Zangrillo, (durante la trasmissione “Mezz’ora in più”, su Rai 3, di Lucia Annunziata, ove il Professore aveva espressamente detto che “il Covid-19 è clinicamente morto”, facendo sobbalzare sulla sedia i “bevitori di Amuchina”), eccone un’altra, partita sempre da Milano e realizzata dal Prof. Enrico Gherlone, rettore dell’Università San Raffaele.

Premesso che Lucia Annunziata, il Prof. Zangrillo e il Prof. Gherlone, ognuno nel loro campo, non sono gli ultimi arrivati, (che gli ultimi due personaggi non sono dei praticanti freschi di laurea in medicina), è interessante leggere l’intervista di Luca Balzarotti (del 2 giugno 2020, su quotidiano.net), che riportiamo integralmente.

Parla il Prof. Gherlone, rettore dell’università San Raffaele:

“Dal 24 aprile non ricoveriamo più pazienti in terapia intensiva e registriamo mediamente tre accessi a settimana con sintomi lievi». Queste “osservazioni – afferma il Professor Enrico Gherlone, rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele e primario dell’Unità di Odontoiatria dell’ospedale milanese del Gruppo San Donato – ci dicono che il virus è diventato clinicamente irrilevante“.

Professore, cosa vuol dire?
“Non diciamo che si è modificato, ma che ha una carica virale molto più bassa, con ripercussioni minori sui pazienti”.

Il prorettore Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare del San Raffaele, ha detto: “Il virus clinicamente non esiste più”. Lo conferma?
“Le sue affermazioni si basano sulle osservazioni cliniche e sui dati della ricerca del nostro virologo, il professor Clementi”.

Perché allora tante polemiche da parte di rappresentanti della comunità scientifica?
“Leggo titoli del tenore ’gli scienziati rispondono a Zangrillo’: il Professor Zangrillo è uno scienziato, con indici ’h’ (ossia pubblicazioni e citazioni ricevute) molto più alti di chi replica. Le sue parole sono state travisate: il suo messaggio, il messaggio di noi clinici, vuol essere una rassicurazione agli Italiani. Prima eravamo molto preoccupati, ora siamo sollevati. Lavorate, viaggiate, divertitevi, con prudenza e buon senso. Si può e si deve ripartire. Lo dice l’evidenza clinica. Per la validazione scientifica occorre tempo: nel caso dell’Hiv le prime osservazioni cliniche del 1980 hanno trovato prova scientifica nel 1984”.

Con questo trend clinico cosa dobbiamo aspettarci?
“Se si consolida potremo rivedere alcune restrizioni”.

Ci saranno ondate di ritorno in autunno?
“La storia dice di no. Nel 2003-04 e nel 2013-14, in occasione di altre epidemie betacoronavirus (come la Sars) non si sono verificate. Potrebbe accadere, dobbiamo prepararci anche a questa ipotesi, ma perché dare per certo lo scenario peggiore? Serve più equilibrio”.

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