“Perchè ha scelto il settore bancario visto che si tratta di tematiche complesse e non comuni?”
“Ho scelto il settore bancario per una casualità. Appena diventato avvocato un cliente mi affidò una questione molto importante in materia di contratti derivati. Eravamo nel 2005 e all’epoca di quella materia non conoscevo nulla. Per me però era una sfida e non potevo deludere il cliente che aveva puntato su di me per una vicenda molto delicata visti gli elevati valori economici in gioco. Pertanto ho acquistato alcuni manuali di diritto bancario ed ho iniziato ad approfondire la materia. La causa alla fine è andata bene, abbiamo vinto, il cliente ha recuperato (o meglio non gli sono stati addebitati oltre euro 400 mila di oneri maturati dai contratti derivati) e di fatto ha salvato l’azienda. Da lì altri clienti, conosciuta la vicenda, mi hanno incaricato per altri contenziosi di carattere bancario e quindi ho approfondito sempre più la materia, anche in seguito partecipando a corsi e master.
Oggi ad oltre dieci anni di distanza da quei fatti, il nostro studio, in Perugia, (che si compone di validi collaboratori legali e di una consulente esperta in perizie in materia bancaria), si occupa
stabilmente di contenziosi bancari su tutto il territorio nazionale. Inoltre ormai stabilmente partecipo quale relatore/docente a convegni e master in siffatta materia, ho partecipato anche a trasmissioni televisive tematiche e di recente ho anche pubblicato alcuni miei contributi per primarie case editrici.”
“Avvocato Fantini, quali sono i risultati migliori da lei ottenuti contro Banche e società di leasing?”
“Guardi, ormai da alcuni anni possiamo dire che i nostri clienti sono piuttosto soddisfatti in quanto abbiamo ottenuto importanti risultati, in alcuni casi anche sovvertendo alcuni orientamenti giurisprudenziali contrari. Ad esempio, in materia di conto corrente abbiamo assistito diverse imprese che sono venute da noi perchè la Banca aveva notificato loro un decreto ingiuntivo dopo aver chiuso il conto e aver segnalato a sofferenza in Centrale Rischi. Ebbene in questi casi abbiamo opposto il Decreto ingiuntivo e attraverso puntuali e specifiche contestazioni delle condizioni contrattuali pattuite con la Banca e con l’ausilio di una valida perizia, abbiamo sovvertito gli esiti della causa. Abbiamo ottenuto sentenze di condanna delle banche a cifre importanti. Insomma l’imprenditore è venuto da noi intimorito e spaventato dalla possibilità di dover chiudere la propria azienda perchè i saldi dei conti erano profondamente negativi ed alla fine della causa invece si è ritrovato creditore di cifre importanti verso la medesima Banca.
Altri risultati importanti li abbiamo ottenuti in materia di Centrale Rischi. Spesso e volentieri le Banche, infatti, segnalano a sofferenza in Centrale Rischi le imprese in modo molto superficiale e violando totalmente i dettami della Circolare n. 139/91. Non molti sanno che per segnalare a sofferenza un’impresa la Banca deve compiere tutta una serie di istruttorie preventive che nella stragrande maggioranza dei casi non compie. Attraverso un puntuale esame di alcuni parametri ci sono ampi margini per far dichiarare illegittima la segnalazione e ottenerne la cancellazione con un provvedimento del Tribunale. Questo è un profilo molto importante considerando che non appena un’impresa viene segnalata scatta “la chiusura dei rubinetti” da parte dell’intero sistema creditizio. Ormai sono oltre una ventina i casi da noi trattati che hanno avuto questo favorevole epilogo. Il tutto accompagnato da pesanti richieste di risarcimento danni a carico della Banca.
Altri risultati importanti li abbiamo ottenuti in materia di leasing e mutui. In numerosi casi abbiamo ottenuto l’ammissione della consulenza tecnica d’ufficio che, accertate le contestazioni da noi sollevate, ha ricalcolato i piani di ammortamento arrivando a concludere per la sussistenza di un credito a favore del cliente e non di un debito. Il tutto con la sospensione dei pignoramenti nel caso dei mutui.”
“Ci parla di un suo ultimo caso di successo?”
“Rispondo a questa domanda richiamando un recente significativo risultato ottenuto in materia di leasing innanzi al Tribunale di Roma (che notoriamente non è molto favorevole alle tesi anti bancarie). In sostanza la società di leasing aveva notificato un decreto ingiuntivo alla società mia cliente e ai fideiussori/garanti personali. Con il Decreto ingiuntivo la società di leasing chiedeva il pagamento dei canoni scaduti per quasi euro 150 mila e soprattutto voleva la provvisoria esecuzione del Decreto ingiuntivo in modo da poter pignorare immediatamente i beni dei fideiussori. Ebbene anche in questo caso abbiamo sollevato contestazioni inerenti il contratto di leasing (dall’usura, alla violazione delle condizioni di trasparenza bancaria ad altre ancor più tecniche).
All’udienza dello scorso 16 gennaio, il Tribunale accogliendo in via preliminare le nostre tesi, NON HA CONCESSO la immediata esecutività al Decreto ingiuntivo. Pertanto la società di leasing non potrà aggredire i beni dei fideiussori fino alla fine della causa. E non è detto che alla fine della causa vedrà riconosciuto il proprio credito in quanto, in base alle nostre eccezioni, la nostra cliente vanta un credito da usura e indeterminatezza superiore al credito per cui l’istituto di leasing ha azionato il decreto ingiuntivo. In ogni caso al momento i beni ed il patrimonio dei fideiussori/garanti è salvo e non è poco considerando anche la totale estraneità degli stessi rispetto alla società per cui hanno garantito.”