Con Bernardo Bertolucci perdiamo un’altra tessera importante del mosaico della storia del Cinema Italiano.
Bertolucci era nato a Parma nel marzo del 1941, (era figlio del poeta Attilio e fratello di Giuseppe, anche egli regista ma di teatro).
Bernardo Bertolucci ha rappresentato al meglio il nostro paese nel panorama del cinema mondiale, si è saputo imporre come uno dei più importanti cineasti italiani.
Di lui colpiva la semplicità e l’umiltà, sapeva rapportarsi allo stesso modo sida con il giovane regista sia con il grande nome del cinema italiano, o il famoso produttore internazionale.
La cinematografia di Bernardo Bertolucci
Nella massa Bertolucci è conosciuto principalmente per lo -scandalo- del film “Ultimo tango a Parigi”, (per quel film fu anche condannato a 4 mesi per oscenità), fu un’opera audace che riscosse un successo grandioso come lo è stata la sua carriera cinematografica. Dopo quel film, nel 1976, arrivò Novecento, ambizioso affresco storico e sociale dell’Italia del secolo scorso in 310 minuti (e due parti) per cui chiamò con sé Robert De Niro, Gérard Depardieu, Donald Sutherland e, di nuovo Stefania Sandrelli, che ritroverà 20 anni dopo anche sul set di Io ballo da sola, storia dell’educazione sentimentale di una ragazza americana durante un soggiorno in Toscana.
Negli anni successivi arrivano L’assedio (1998), The Dreamers (2003) su tre giovani che esplorano il sesso e la vita nella primavera del ’68 a Parigi, e poi l’ultimo film, del 2012, Io e te. Un’opera intima che il regista ha girato in uno spazio ristretto a Trastevere, facendo di necessità virtù. Bertolucci era infatti in sedia a rotelle da diversi anni e disse che quello tratto dal romanzo di Ammaniti era “un film a misura della mia sedia elettrica”. L’anno prima, nel 2011, il regista era stato sulla Croisette per ritirare la Palma d’Oro onoraria del Festival di Cannes, mentre la Mostra del Cinema di Venezia lo aveva già onorato con il Leone d’oro alla carriera nel 2007.
Il rincordo di Benigni e della Sandrelli
È stato “l’ultimo imperatore del cinema italiano”, come lo hanno definito, nel ricordarlo e salutarlo, Stefania Sandrelli e Roberto Benigni prendendo in prestito il titolo del suo film del 1987 che vinse ben 9 premi Oscar. Il kolossal ambientato in Cina fu il suo successo più clamoroso: tra le varie statuette dell’Academy si aggiudicò anche quella per la miglior regia e venne celebrato con molti altri riconoscimenti in tanti paesi del mondo.