Bevagna è un antico borgo medievale.
La sua origine risale al periodo pre-romano, quando era conosciuta come Mevania e faceva parte della civiltà dei Umbri, una delle popolazioni autoctone dell’Italia antica.
Gli Umbri erano un popolo indoeuropeo che abitava l’Umbria centrale e meridionale in Italia, durante il periodo pre-romano. Erano una delle più antiche popolazioni autoctone dell’Italia antica e avevano una propria cultura, lingua e tradizioni distinte dalle altre popolazioni vicine come Etruschi e Latini.
Gli Umbri erano conosciuti per la loro abilità nella ceramica, nella lavorazione dei metalli e nell’agricoltura, e avevano una religione politeista con una serie di divinità associate con la natura e la vita quotidiana. La regione è ricca di resti archeologici di strutture sacre e cerimoniali, che suggeriscono una forte tradizione religiosa tra il popolo umbro.
Poco si sa sulla storia di Mevania durante questo periodo, ma si ritiene che fosse un importante centro religioso e politico per gli Umbri.
Con l’arrivo dei Romani, Mevania fu incorporata nell’Impero Romano e trasformata in una città prospera con importanti strutture pubbliche come un’ampia piazza centrale, un anfiteatro e un acquedotto.
Sotto Roma, Bevagna, divenne un importante centro agricolo e strategico, grazie alla sua posizione privilegiata lungo la via Flaminia.
Inoltre, sviluppò un’infrastruttura significativa, come le mura, le terme e l’anfiteatro, che ancora oggi possono essere visti come vestigia del passato.
Con l’avvento del Cristianesimo, vi fu anche un aumento del numero di martiri, tra cui San Vincenzo, che divenne il primo vescovo e patrono della città.
La diocesi di Bevagna fu fondata nel 487 durante il Concilio Lateranense e fu una conferma dell’importanza religiosa della città in quel periodo.
Durante la disputa fra Chiesa e Impero, Bevagna fu teatro di numerosi conflitti e devastazioni. Dopo la conquista franca, la città diventò un libero comune retto da consoli, ma rimase contesa fra diverse dominazioni, incluse Spoleto, Foligno, Impero Germanico, Perugia e lo Stato Pontificio.
Nonostante queste controversie, Bevagna rimase fedele alla Chiesa fino all’Unità d’Italia.
Nel 1152 e nel 1249, la città fu espugnata e incendiata da Federico Barbarossa e dal Conte d’Aquino, rispettivamente, ma nonostante questo, riuscì a risollevarsi nella seconda metà del XIII secolo.
In questo periodo, gli ordini mendicanti Francescani, Domenicani ed Agostiniani arrivarono in città, e vi costruirono le loro chiese.
Durante il XIV e XV secolo, Bevagna ha passato attraverso diverse signorie. Nel 1371, fu donata da Papa Gregorio XI a Trincia Trinci, iniziando la dominazione della signoria dei Trinci di Foligno che durò fino al 1439.
Tuttavia, Bevagna continuò ad essere fortemente contesa con Perugia. Nel 1493, Papa Alessandro VI la concesse in amministrazione ai governatori pontifici di Spoleto, ma le controversie fra i bevanati e la città di Spoleto portarono nel 1503 a porla sotto la giurisdizione dei governatori pontifici di Perugia.
Nel 1530, papa Clemente VII decise di porla sotto il controllo dinastico dei Baglioni, ma il loro malgoverno fece cambiare idea ai pontefici, che la riposero sotto i governatori perugini e poi ancora sotto i Baglioni, fino a quando nel 1567 papa Pio V risolse la questione ponendo Bevagna sotto il controllo diretto della Santa Sede, che rimase fino all’avvento del Regno d’Italia nel 1860.
Nel corso del XVIII e XIX secolo, la bonifica delle paludi e la regolamentazione dei corsi d’acqua rappresentarono importanti sforzi per la storia di Bevagna e della sua regione.
La bonifica iniziò nel 1456 e diede un impulso all’economia agricola locale, basata sulla coltivazione della canapa.
Nel XIX secolo, il sistema idraulico della regione si stabilizzò e nel 1825 Papa Leone XII concesse a Bevagna il titolo di città.
Oggi, la città conserva molte testimonianze della sua ricca storia, come il suo stemma a scudo sannitico con croce greca, che fu donato da Papa Innocenzo VI nel 1360.
Questo stemma sostituisce lo stemma più antico, costituito da tre o quattro vasi di miele, e rappresenta la fedeltà e la devozione di Bevagna allo Stato Pontificio.