Al di là delle faziosità fra tifosi e tifoserie, è innegabile il valore e la storia di Roberto Bettega, un indiscusso campione della Juventus, che ha fatto la storia del calcio Italiano.
Non so se di questi tempi e di questo passo, in Italia, riusciremo ad avere nuovi personaggi calcistici di questo calibro, (quando spesso e volentieri, molte squadre di serie A sono allestite con una altissima percentuale di calciatori europei ed extraeurope), verrebbe da dire: “c’era una volta il calcio italiano e giocato da italiani…” Poi ci si lamenta che abbiamo una Nazionale che non partecipa ai Mondiali di calcio e che non riesce a brillare come un tempo…
A parte questa polemica o critica, torniamo a Bettega: nasceva a Torino il 27 dicembre del 1950 e nel 1960 esordiva nelle giovanili della Juventus. In bianconero trascorse tredici stagioni da professionista, vincendo ben 7 campionati nazionali, una Coppa UEFA e una Coppa Italia, 481 presenze, con 179 reti.
Bettega giocò anche in nazionale, tra il 1975 e il 1983 e fu impiegato 42 volte con 19 goal e fece parte della selezione che si classificò al quarto posto al campionato del mondo 1978 in Argentina.
Durante l’attività agonistica è stato soprannominato Bobby gol, per la prolificità sotto rete, e Penna bianca, per la precoce canizie che caratterizzava la sua chioma.
Dopo il ritiro da giocatore, divenne opinionista televisivo e dirigente sportivo: fu, dal 1994 al 2006, vicepresidente della Juventus, tra il 2009 e il 2010, vicedirettore generale della stessa.
Per volontà di Francisco Ocampo, presidente del Tacuary, a Bettega è stato intitolato, (dal 2002, fino alla dismissione del 2015), “l’Estadio Roberto Bettega” di Asunción, in Paraguay.