Concerti annullati: i consumatori indignati per il rimborso tramite voucher.

Si muove il Codacons

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concerti annullati

 

 Articolo a cura di  Lorenzo Cesarini

La scontata ufficializzazione del rinvio di tutti gli eventi è arrivata, ma questa sembra essere solo la punta dell’iceberg. Da qualche giorno i consumatori sono sul piede di guerra per la scelta del governo, su richiesta degli stessi organizzatori, di adottare come modalità di rimborso il voucher.

Il voucher consiste in un credito utilizzabile per l’acquisto di altri titoli d’ingresso presso lo stesso organizzatore. Questo ha fatto infuriare migliaia di fan che pretendono un rimborso monetario in caso di evento annullato. Infatti se l’evento è semplicemente rinviato il biglietto già acquistato per il 2020 sarà valido anche per il 2021.  

Ancora una volta emerge l’imbarazzante divario tra festival musicali europei e festival musicali italiani. Partendo dalla data di comunicazione dei vari rinvii (la maggior parte dei festival d’ oltreconfine aveva comunicato già tutto nei mesi di marzo e aprile). In secondo luogo toccando proprio l’argomento rimborsi. Il Pinkpop, festival olandese, ha introdotto la possibilità di “salvare” il biglietto, quindi di poterlo riutilizzare per l’edizione del 2021, con l’eccezione che chi deciderà di adottare tale modalità, avrà l’accesso prioritario all’acquisto dei biglietti per le edizioni del 2022, 2023, 2024. Un piccolo gesto per ringraziare chi deciderà di aiutare l’organizzazione ad assorbire l’impatto economico. Nel caso in cui però il consumatore richieda il rimborso, quest’ultimo sarà effettuato restituendo i soldi oppure anche qui emanando un voucher. Anche il Reading Festival ha comunicato che nel caso in cui non si voglia riutilizzare il biglietto per il 2021, sarà effettuato un rimborso.

Nel frattempo il Codacons sta valutando la possibilità di una azione collettiva contro gli organizzatori degli eventi annullati che non riconoscono, a chi non vuole o non può utilizzare il voucher, il rimborso in denaro. Inoltre ha deciso di portare il caso dinanzi alla Commissione Europea, affinché si apra una procedura di infrazione contro il governo italiano che ha calpestato i diritti dei consumatori.

 

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