A cura di Lorenzo Cesarini
Il Rap ad oggi, anche a causa dell’avvento della Trap, con la quale viene spesso confuso, subisce molti pregiudizi. Le persone, specie gli adulti, si sentono distanti da questo genere, per lo più associato ai giovani, al denaro, all’uso di droghe, al sesso. Forse questo è il suo aspetto più commerciale, frutto anche di una società che sembra dare più peso all’apparenza che all’essenza, ma basta addentrarsi un po’ nell’underground, per scoprire i valori che si nascondono dietro questo genere.
A partire dalla sua nascita, nei primi anni sessanta in Nord America, si può comprendere l’importanza sociale del Rap, un modo per denunciare il razzismo e spingere la popolazione afro-americana a ribellarsi. In Italia si affermerà più tardi, intorno al 1990 grazie alla band romana Onda Rossa Posse.
Oggi il nostro Paese vanta molti artisti, sconosciuti ai più, che riescono a raccontare con sguardo critico e luminescente le problematiche odierne: dalla politica, al razzismo, passando per la povertà e per l’instabilità di una società che sembra essere un treno deragliante, come riportato da Mezzosangue, rapper romano, in una delle sue canzoni. Proprio da lui mi piacerebbe partire.
Nei suoi testi si trovano per lo più critiche al sistema capitalistico, alla classe politica, ai social network e a alla parte commerciale del Rap. Caparezza lo ha definito un poeta. Le canzoni trasmettono tutta la sua forza e tutta la sua rabbia verso la società, senza usare mezzi termini. Molti suoi lavori si soffermano anche sui rapporti personali, sull’amore e sulla famiglia (rapporti molto spesso burrascosi). Nella sua discografia troviamo due album (Soul of a Supertramp e Tree, Rots & Crown) e due mixtape (Musica Cicatrene e Hurricane).
Altro artista che negli ultimi anni si è distinto anche per le sue partecipazioni al Festival di Sanremo è Rancore. La prima partecipazione risale al 2019 insieme a Daniele Silvestri, con la canzone Argentovivo, classificandosi sesto e vincendo il Premio della Critica, il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo. La seconda partecipazione nel 2020, con la canzone Eden, classificandosi in decima posizione e vincendo nuovamente il premio di miglior testo in gara. Tra i suoi album, consiglio l’ascolto del suo ultimo lavoro “Musica per Bambini”. Un album ermetico, termine con il quale Rancore definisce il suo Rap.
Se invece siete alla ricerca di un sound più dolce e particolare, Ghemon è l’artista giusto. Il suo ultimo disco “Scritto nelle Stelle”, uscito da poco, è un lavoro davvero ben fatto e molto personale, in cui mette tutto se stesso. Anche lui partecipò al Festival di Sanremo nel 2019, con la canzone Rose Viola, arrivando solamente dodicesimo (a mio parere avrebbe meritato molto di più), una canzone magnetica che riesce a catturare chiunque al primo ascolto. Altri suoi album che vi consiglio sono: “Orchidee” e “Mezzanotte”.
Gli artisti da citare sarebbero davvero tanti, per il momento vi lascio con questi e perché no, se vi sono piaciuti lasciate un commento con le vostre impressioni o con musicisti o generi di cui vi piacerebbe leggere nei prossimi articoli.
Lorenzo Cesarini