Il territorio comunale di Magione presenta aspetti morfologici con caratteristiche abbastanza diverse tra loro. Infatti, parte di esso è costituito dalla fascia costiera orientale del Lago Trasimeno, che comprende le frazioni di Torricella, Monte del Lago, San Feliciano, Sant’Arcangelo e San Savino. Nell’ entroterra, prettamente collinare, troviamo i suggestivi borghi di Montecolognola, Agello, Montemelino, Montesperello e naturalmente il capoluogo Magione.
Anticamente, a causa della diffusa presenza nella zona del carpine (una betulla dal fusto bianco), oggi quasi scomparso, Magione era conosciuta come Pian di Carpine. Lo stemma del Comune riproduce proprio un ramo di tale pianta.
Villa Pian di Carpine era un’importante crocevia posto sull’itinerario dei pellegrini diretti a Roma, in Terra Santa e a Santiago di Compostela. Il luogo fu scelto dai Cavalieri del Tempio per costruire il Castello dei Cavalieri di Malta. Originariamente edificato come hospitium e mansio, aveva la funzione di ospizio dove assistere e curare chi ne avesse bisogno: una casa per i pellegrini, ovvero una Magione. Il nome ha finito col designare tutto l’insediamento creatosi intorno ad esso.
In questo castello nel 1502 avvenne una famosa congiura, la cosiddetta “Dieta di Magione”, ordita da alcuni signorotti ai danni di Cesare Borgia e ricordata da Niccolò Machiavelli ne “Il Principe”. Il Castello posto a sud e la Torre dei Lambardi del XIII secolo a nord costituivano il sistema difensivo della città.
Oggi l’edificio sorge all’interno dell’abitato, ed è caratterizzato da una pianta quadrata con torrioni circolari e un cortile sul quale, per tre lati, si affacciano le logge sovrapposte in tre ordini. La struttura attuale è tuttavia frutto di un ampliamento del castello di origine che incorporò anche un’antica abbazia benedettina del XII secolo che si suppone fosse stata sede dell’ordine dei Templari.
Magione ha dato i natali a Giovanni da Pian di Carpine, uno dei primi seguaci di S. Francesco, che con il nome di Fra’ Giovanni si recò, primo dei numerosi missionari italiani, in molti paesi d’Europa e nel 1245 in Mongolia. E’ sua la famosa “Historia Mongalorum”, che, grazie alla descrizione eccelsa del paese di Gengis Kan, facilitò i successivi viaggi di esploratori, compreso Marco Polo.
Nell’esplorare il borgo magionese, è bene soffermarsi nella Chiesa di San Giovanni Battista. Costruita dai Cavalieri di Malta nel 1571, fu distrutta durante la seconda guerra mondiale, poi ricostruita nell’immediato dopoguerra e affrescata da Gerardo Dottori. Un’altra tappa importante merita La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, edificata fra il XIII e il XIV secolo.