Curiosità di un Killer prepensionato con Roberto Biselli e Massimo Santostefano

Il Killer e la sua immagine riflessa

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Domenica 11 agosto, nella splendida cornice dell’Auduitorium Sant’Angelo, a Bastia Umbra,  grande performance per la replica di Curiosità di un killer prepensionato, Noir in cinque giornate di Roberto Biselli, voce recitante,  e Massimo Santo Stefano alla fisarmonica e musica dal vivo.

I  due maestri hanno deliziato un pubblico coinvolto e partecipe con un thriller  ad altissima tensione psicologica e sono riusciti a mantenerla viva durante tutta la durata dello spettacolo.

Il thriller è tratto da uno dei racconti più raffinati e meglio costruiti dello scrittore cileno contemporaneo Luis Sepulveda, anche se non uno dei più conosciuti, “Diario di un killer sentimentale”.

Noir in cinque giornate

La trasposizione   per il teatro  è uno straordinario adattamento della regia che riesce a mantenere intatto lo stile dello scrittore cileno contemporaneo, la sua narrazione pura, talvolta cruda ma sempre  ironica e raffinata con la recitazione  di Roberto Biselli, che ne da una sua interpretazione personale.

Recitazione in movimento continuo  attraverso variazioni di tono, dialoghi in netto contrasto tra loro, colpi di scena e variazioni ambientali  internazioali,   seppur evocate da un palco essenziale, ci fanno volare da Madrid a Città del Messico, attraversando Istambul e Francoforte.

Il protagonista, senza nome ma con un ruolo, il destino di essere un killer, mette in crisi la sua freddezza innamorandosi di una ragazza e  violando “varie regole sulla sicurezza, quello che si basano sulla solitudine e sul non essere altro che un ombra”.

Nel noir in cinque giornate viviamo una sorta di suspense continua, alla  ricerca “dell’incarico”, ovvero il tipo che il killer deve liquidare. Suspence amplificata dalla musica di Massimo Santo Stefano, brani della tradizione argentina, fra tango e habanera.

 

I due maestri sono in perfetta sintonia.

 

Tutti i personaggi  del noir,  dal tassista madrileno, all’  ‘incarico’ ovvero  Victor Mujica, unico personaggio che ha un nome, il filantropo delle droghe, all’uomo dell’incarico ed altri, 7 personaggi in tutto,  sono interpretati dalla voce di Roberto Biselli, compresa l’unica voce  femminile, la sua ragazza francese  responsabile dei turbamenti del killer.

Curiosità,

è la parola chiave del noir, e forse non a caso è il titolo dello spettacolo, poiché il killer seppur professionista, (e naturalmente il pubblico), prova “curiosità” per la foto del  tipo che deve eliminare, senza comprenderne le cause, eppure gli suscita uno strano senso di repulsione.

“il volto umano non mente mai”, afferma il killer tra se e se, ed è “l’unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto”.  (Sepulveda)

 

La curiosità è viva durante tutto lo spettacolo, denso di colpi di scena negli accadimenti che ci fanno viaggiare come già detto,  da Madrid a Istanbul a Francoforte fino a  Città del Messico.

Il professionismo impeccabile del killer e la sua crudezza  è spezzata dalla malinconia di ricordi, sogni e i progetti mancati.

Anche il killer ha un cuore  e così viviamo tra un impegno e l’altro una  Parigi evocata e mai dimenticata dove conobbe la sua ragazza francese, un sogno visionario insieme a lei,  nei giardini Luxemburg, mentre lei sussurra poesie di  Prévert, Rimbaud ed altri tizi, e di quanto quali poco gli importava, pur amandola, il killer è uomo d’azione.

Viviamo un progetto di vita in Bretagna, una vita condivisa con la sua ragazza, ma è solo un sogno, o meglio la dannata trappola della vita. Il killer ha sì un cuore, ma resta angelo sterminatore. E questa resta

la dannata trappola della vita

I dialoghi tra il killer  e la sua ragazza sono esilaranti, nel contrasto tra la femminilità sensuale e misteriosa della donna e il sarcasmo dissacrante del killer, che ironizza  sul proprio e altrui dolore. D’altronde gli amori di Sepulveda sono sempre, impossibili, incompiuti.

Una delle parti migliori  dello spettacolo è il dialogo tra il killer e la sua immagine riflessa, “il tipo che indossava sempre una giacca uguale alla mia allo specchio”

“Non ti capisco. Sei venuto per vedere l’incarico e una stupida canzone ti fa quasi piangere”. -“Non mi seccare. Lo sai che faccio sempre il mio dovere”.

Finale insolito per il noir, insospettabile, anche per gli amanti del thriller. Il pubblico non si alza alla fine dello spettacolo, continuano a guardare il palco vuoto.

 

 

 

 

 

 

 

 

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