Chi sono Ella e John
Ella (Helen Mirren) malata di tumore e John (Donald Sutherland) affetto da Alzheimer, giunti alla soglia degli ottanta anni decidono semplicemente di non smettere di fare quello che hanno fatto per tutta la vita, stare insieme.
Sovvertendo la regola che i genitori ad un certo punto della vita debbano diventare figli dei propri figli, pesando con le loro malattie.
“In viaggio contromano” fuggono dalle cure che questi scelgono per mantenerli in vita, poiché sarebbe solo mera sopravvivenza, e che li vorrebbero separati.
Prendono il loro vecchio camper, con il quale andavano in vacanza negli anni ’70 con i figli, soprannominato “The Leisure Seeker” (il film è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Zadoorian) e scelgono a modo loro come convivere con le proprie patologie.
Aldilà dello scenario, siamo in Massachusetts, anno 2016, nel pieno della campagna elettorale di Donald Trump, il primo film americano del regista livornese Paolo Virzì resta fedele al suo stile, in una sorta di continuità con “La pazza gioia”, la fuga in Versilia delle inseparabili Beatrice e Donatella, che rifiutano ogni cura proposta per i loro disturbi mentali e scappano dalla clinica scegliendo la libertà assoluta.
Anche Ella e John sono perennemente “on the road”, scegliendo come vivere, e soprattutto come morire, trasformando il tempo che resta in un’incredibile viaggio.
Avventura che ha una destinazione: la casa di Hemingway, scrittore prediletto del vecchio professore smemorato che non ricorda i nomi dei propri figli, ma conosce a memoria ogni verso e si perde ancora nella lettura dei suoi libri, lamentando l’incapacità di non riuscire più a concentrarsi, ma citando l’autore anche mentre cambia il filtro dell’acqua al camper. “Libertà vuol dire solo che non c’è niente da perdere”. Citazione nella quale è racchiuso il senso del film.
Virzì non si smentisce nell’incredibile capacità di ironizzare, sdrammatizzando la devastazione prodotta dalla malattia, e tra una risata liberatoria e momenti di commozione, racconta con estrema sensibilità i protagonisti assoluti del film, in un paesaggio che resta solo sullo sfondo.
Giganteggia la coppia, in eterno conflitto, con battibecchi senza fine. John smemorato e talvolta senza alcuna connessione con la realtà si perde in citazioni “Il segreto di Hemingway è una prosa che è poesia”, con l’indignazione ancora fresca per chi ha scambiato la sua “stringatezza per semplicità”.
Lei ancora lucidissima in ogni occasione e pausa fuori dal camper gli mostra le diapositive di figli e nipoti, nel tentativo di fargli recuperare la memoria.
“E’ stupendo quando dimentichi di essere smemorato”. Eppure John è smemorato a metà, dopo quarantotto anni è ancora geloso del primo amore di Ella, gelosia che si materializza in una scena esilarante nella quale pretende di andarlo a conoscere e, in una casa di riposo impugna un fucile per ucciderlo.
Ma il tempo che resta è sacro, e morire con dignità un imperativo. Un’eutanasia condivisa, dalla quale i figlidi Ella e John si sentono esclusi. “Si sono amati più tra loro di quanto abbiano amato noi”. Anche se scopriremo che non è così. Evaporare in una nuvola di ossido di carbonio si può, poiché l’altra ipotesi sarebbe stata il rischio di un accanimento terapeutico che rifiutano entrambi.
Momenti sublimi quando Ella con il corpo devastato dal tumore e dalla sofferenza lascia l’ultimo messaggio d’amore ai figli, la scelta di liberarli dal peso di accompagnarli nella malattia, e mette il rossetto sulle labbra con la medesima attenzione del loro primo giorno, e gli occhiali a John per permettergli di vedere.
Ella e John vincono.
“L’uomo è sconfitto ma non ancora distrutto, e questo è il paradiso”. Dirà John, ricordando Santiago, poiché de “Il vecchio e il mare” ha perfetta memoria. “Era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle provocato dai riflessi del sole…”.
Anche in Ella e John tutto è vecchio, ad eccezione degli occhi, e anche loro, come fu per lo scrittore statunitense non prescindono dalla scelta di come vivere, e come morire, in perfetta simbiosi e autonomia.