Una frana, (provocata dalle continue piogge), fra le stazioni di Terni e Giuncano, se non fosse stato per la prontezza del macchinista, avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi, ad oggi quel tratto di linea ferroviaria è ancora interrotto per consentire i lavori di rimozione dei convogli usciti dai binari.
A fronte di questo incidente, si sono riaccesi i riflettori sulle problematiche strutturali delle ferrovie umbre, in particolare sulla necessità di interventi di manutenzione per la tratta Orte-Falconara, (problemi segnalati spesso dai Sindacati di Categoria). Inoltre è tornata alla ribalta la necessità di ridare vita alla tratta Terni-Perugia, (ex Ferrovia Centrale Umbra), ora di proprietà delle Rete Ferroviaria Italiana, come meglio spiega l’Assessore ai Trasporti della Regione Melasecche. “Si tratta di un’opera che costituisce uno degli obiettivi fondamentali del programma di governo di questa giunta regionale e ci siamo riusciti grazie all’interessamento della presidente Tesei che si è spesa in tal senso fin dai primo colloquio romano con la ministra De Micheli. Pur nella sua provvisorietà – spiega l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche – questo primo documento rappresenta una scelta non eludibile facendo parte la Fcu delle cosiddette ferrovie interconnesse e per le quali è previsto un finanziamento di 0,734 miliardi di euro di cui 150 milioni da noi chiesti, come da contratto di programma Regione, ministero dei trasporti, Rfi siglato anni or sono ma fin qui non rispettato”.“Insomma – ha proseguito l’assessore – mentre impazza la polemica fra i partiti di governo su come gestire gli oltre 204 miliardi che verranno forniti dall’Europa per finanziare la ripresa, noi abbiamo preferito che fosse la politica, quella alta e trasparente, a determinare queste scelte epocali, denominate proprio per questo con l’hashtag #Next generation Italia. La presidente Tesei, incaricata con altri colleghi di tenere i rapporti con il Governo, ha più volte espresso l’opinione che solo un concerto fra Regioni e Governo possa portare alla migliore gamma di opzioni che possano far fare al Paese e quindi all’Umbria quel necessario salto di qualità”.“Questa ipotesi di piano, pur nella veste riservata e di bozza, gira su migliaia di tavoli in Italia. C’era chi ad alti livelli tecnici ci consigliava di alzare bandiera bianca chiedendoci di rimodulare al ribasso quel contratto ma abbiamo preferito insistere tenacemente, mantenendo le posizioni, ed oggi l’evolvere delle situazioni europee e nazionali ci dà ragione”.“Va detto – sottolinea Melasecche – che non intendiamo abbandonare al proprio destino né la tratta nord Città di Castello-Sansepolcro, men che meno l’utilizzo della tratta terminale Cesi-Terni come metropolitana di superficie, progetto gemello al Sant’Anna-Ponte San Giovanni ma dalle giunte precedenti, regionale e comunale ternana dimenticato in qualche cassetto, nonostante la spesa già effettuata di oltre 15 milioni di euro, con il raddoppio dei binari, la realizzazione di molto costose opere civili e di varie stazioni ristrutturate e poi abbandonate al vandalismo”.“Il Recovery plan prevede che possano essere finanziate solo le opere concluse entro il 2026. Per questo vogliamo accelerare al massimo le progettazioni esecutive relative sia alla ricostruzione dell’armamento, cioè le massicciate, le traversine ed i binari, sia per adeguare le opere civili come abbiamo fatto pochi giorni fa nella sostituzione di un ponte ferroviario presso Umbertide. Il tutto per stilare crono programmi credibili e rientrare in quella scadenza molto ravvicinata, tenuto conto della natura complessa delle opere da realizzare. Sarebbe estremamente positivo – aggiunge l’assessore – che le fondazioni bancarie e le banche territoriali fossero disponibili ad anticipare le somme necessarie per velocizzare le relative progettazioni in un rapporto sinergico e positivo con l’ente Regione che non intende perdere, oltre al raddoppio della Orte-Falconara, anche la completa riattivazione della dorsale storica che tornerebbe a collegare in modo moderno, sicuro, ambientalmente sostenibile, quindi con modalità elettrica o se dovesse risultare possibile e conveniente con l’idrogeno, dalla toscana Sansepolcro, tutta l’Umbria, per proseguire poi verso Rieti nel Lazio fino a L’Aquila e Sulmona collegandoci direttamente con Abruzzo e Molise. La visione di futuro c’è tutta – ha concluso Melasecche – ma anche la fermezza e la determinazione per non perdere questo treno”.
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