È morto Gianni Minà, uno dei più grandi giornalisti italiani, a 84 anni. La notizia ha scosso il mondo del giornalismo e della cultura italiana, lasciando un vuoto incolmabile nella professione e nella vita di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.
La vita e la carriera di Gianni Minà
Nato a Torino nel 1938, Minà inizia la sua carriera giornalistica nel 1959 a Tuttosport, quotidiano di cui diventerà poi direttore per due anni, dal 1996 al 1998. Nel corso della sua vita professionale, ha collaborato con numerosi giornali e riviste, sia in Italia che all’estero, realizzando centinaia di reportage e documentari su personaggi famosi come Che Guevara, Fidel Castro, Muhammad Ali, Rigoberta Menchù, Silvia Baraldini, il subcomandante Marcos e Diego Armando Maradona.
Ma Minà è stato molto di più di un semplice giornalista: è stato anche un grande animatore culturale, grazie alla sua passione per la musica, in particolare per il jazz e la musica popolare centro e sudamericana. Ha anche seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato.
Nel 1981, Minà riceve il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno, mentre nel 2007 viene insignito del Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi. Nel 2019, infine, viene nominato cittadino onorario di Napoli.
La sua passione per i personaggi fuori dal comune
Ciò che ha reso Gianni Minà unico è stata la sua passione per i personaggi fuori dal comune, capaci di andare controcorrente e di raccontare storie che andavano al di là dei luoghi comuni. Minà, infatti, non si è mai limitato a descrivere semplicemente la realtà, ma ha sempre cercato di capirla e di farla capire agli altri.
Dai personaggi incontrati, ha imparato ad esercitare il pensiero critico e a respirare la libertà di essere come si è, mostrando soprattutto la propria fragilità. Il suo incontro più bello è stato quello con Muhammad Ali, che ha definito il più grande di tutti, perché ha rotto un sistema, una cultura. Nonostante le sue battaglie non abbiano prodotto grandi cambiamenti, Minà non si è mai sentito di dire che Ali abbia perso.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile
La morte di Gianni Minà lascia un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo e della cultura italiana. La sua passione per la verità e la sua capacità di raccontare storie che andavano al di là dei luoghi comuni, lo hanno reso un punto di riferimento per molte generazioni di giornalisti e di appassionati di cultura.
Il mondo del giornalismo italiano e internazionale piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi rappresentanti. Gianni Minà resterà sempre un punto di riferimento per tutti coloro che amano il giornalismo d’inchiesta, la musica e la cultura in generale. La sua malinconia e la sua capacità di raccontare storie emozionanti, resteranno per sempre nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare con lui. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo insegnamento e il suo esempio resteranno per sempre.