Si preannuncia come una serata fantastica, quella in programma venerdì 10 novembre alle ore 21 al teatro Cucinelli di Solomeo.
La Stagione musicale, giunta all’ottava edizione, vedrà la sua inaugurazione con il Trio Metamorphosi (Mauro Loguercio, violino – Francesco Pepicelli, violoncello – Angelo Pepicelli, pianoforte), con un concerto interamente dedicato a Robert Schumann.
Musica per una notte magica.
La cosa che più colpisce e seduce ascoltanto il Trio Metamorphosi è questa loro capacità di fusione, di sincronia perfetta dei suoni, tanto da non saperli distinguere l’uno dall’altro, per questa loro precisione negli attacchi, per quella perfetta fluidità sonora che riescono ad imbastire insieme.
Tre e unici allo stesso tempo. Un lavoro frutto di un grande affiatamento, ma che la dice lunga anche sulla loro visione musicale, aperta e innovativa allo stesso tempo.
Uno dei pochissimi gruppi di musica da camera capace di esprimere nell’esecuzione strumentale la propria visione di metamorphosi, intesa come cambiamento interiore e di comunicabilità profonda dell’anima.
Dal 2005 al 2015 il loro nome è stato “Trio Modigliani”, poi non a caso divenuto “Trio Metamorphosi”, in elogio al cambiamento continuo e necessario, segno di una evoluzione ambita e inarrestabile.
Una mutazione che si è riverberata anche nell’immagine, prima le loro foto erano rigorosamente in nero, con il frac, ora si presentano in camicia e jeans ed anche in concerto spesso suonano così. Un segnale forte per dire al pubblico che ciò che conta è la voglia di essere se stessi al di là del vestito che si indossa.
Anni prima che si formasse l’ensemble i componenti del trio hanno suonato da solisti in teatri prestigiosi, quali la Philarmonie di Berlino, il teatro Alla Scala di Milano, la Carnegie Hall di New York. Com’è nata la decisione di costituirvi in trio.
Il loro primo concerto risale al 1982 e da allora hanno sempre suonato insieme, esibendosi in più di 500 concerti, scegliendo di studiare e di condividere il palcoscenico uniti.
Ma questo non significa che hanno rinunciato alla loro soggettività.
Anzi, Il momento del concerto diventa un momento unico, irripetibile ma anche condiviso. Diventa un “lasciarsi andare”, in cui la creatività “del momento”, ha un ruolo importante.
Ritornando al programma che presenteranno al Cucinelli va citato il musicologo e germanista Quirino Principe che ne ha fornito un’interpretazione, dicendo che comprende i Phantasiestücke op. 88 e il Trio n. 3 in sol minore op. 110 sintetizzata dal titolo «Tre, come l’essenza di ciò che vive – Aurora e Compimento dell’idea di Klaviertrio».
Il commento del prof. Principe verrà letto al pubblico nel corso del concerto.
I Phantasiestücke op. 88, nati nell’aura della suggestione per il Trio op. 49 di Mendelssohn, furono composti nel dicembre del 1842, come raccolta di forme brevi e contrastanti.
Il Trio n. 3 in sol minore op. 110 fu ideato alla fine del 1851 a Düsseldorf, e rilegge la forma classica tradizionale alla luce della più ampia autonomia dei tre strumenti e nella massima coesione tematica.
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Il concerto di venerdì prossimo è il primo dei nove concerti in programma al Teatro Cucinelli e nella splendida cornice della chiesa di San Bartolomeo di Solomeo.
Da questa Stagione, inoltre, grazie al rapporto coordinato tra la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e gli Amici della Musica di Perugia /Fondazione Perugia Musica Classica, che condividono una missione comune, il pubblico potrà beneficiare di un calendario di concerti integrato che si concretizza in un’offerta musicale numericamente importante e di elevata qualità artistica.
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«Penso che siate un grande Trio». Antonio Meneses, violoncellista del celebre Trio Beaux Arts, parla così del TRIO METAMORPHOSI, composto da Mauro Loguercio e dai due fratelli Angelo e Francesco Pepicelli.
Anche altri illustri esponenti della musica cameristica, da Renato Zanettovich, violinista del Trio di Trieste («Un magnifico Schubert, siete estremamente efficaci») a Bruno Giuranna («Un ottimo trio, la coesione fra gli strumenti è assolutamente rara, è stato un piacere ascoltarvi. Bravissimi!»), si esprimono in modo lusinghiero a riguardo.
Il nome del Trio è un inno al processo continuo di cambiamento, così necessario in ambito artistico. E intende sottolineare la progressiva crescita di un complesso cameristico mai schiavo dell’abitudine, anzi, sempre pronto a mettersi in gioco con la volontà di creare prospettive di unicità in ogni performance.
I tre musicisti vantano anche altre precedenti esperienze cameristiche di primissimo piano: in duo (violoncello e pianoforte), in quartetto d’archi, nonché collaborazioni con artisti del calibro di Magaloff, Pires e lo stesso Meneses. Si sono esibiti in numerose fra le sale più prestigiose del mondo, dalla Philharmonie di Berlino al Teatro alla Scala di Milano, dalla Salle Gaveau di Parigi alla Suntory Hall di Tokyo, dalla Carnegie Hall di New York al Coliseum di Buenos Aires.
A livello discografico, il TRIO METAMORPHOSI è parte del catalogo DECCA. Per tale prestigiosa etichetta ha registrato l’integrale per trio di Schumann (il primo CD è uscito nell’ottobre 2015, mentre il secondo esattamente un anno dopo, nell’ottobre 2016). Le molte recensioni sinora pubblicate sono veramente lusinghiere.
Nell’autunno 2017 è prevista l’uscita in commercio di un ulteriore CD DECCA, con una selezione di Arie e Lieder scozzesi di Haydn e Beethoven, in collaborazione con il mezzosoprano Monica Bacelli.