Il 2024 si sta rivelando un anno di alti e bassi per il turismo in Umbria. Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria, offre un’analisi dettagliata dell’andamento del settore nei primi nove mesi dell’anno, dipingendo un quadro che mescola successi iniziali, sfide impreviste e prospettive future promettenti.
L’inizio dell’anno ha visto un vero e proprio boom turistico in Umbria. I primi sei mesi sono stati definiti “eccellenti” da Mencaroni, con numeri che hanno addirittura superato i livelli record del 2023. Questo sprint iniziale ha confermato l’Umbria come una destinazione di primo piano nel panorama turistico italiano.
Tuttavia, l’estate ha portato con sé una serie di sfide inaspettate. La stagione estiva ha registrato una frenata significativa, attribuibile principalmente a due fattori: le condizioni meteorologiche estreme e la riduzione della capacità di spesa delle famiglie italiane. Perugia e l’Umbria sono state spesso contrassegnate con il “bollino rosso” per le temperature eccezionalmente elevate, incoraggiando potenziali visitatori. Allo stesso tempo, gli effetti dell’alta caduta degli ultimi due anni hanno pesato sulle scelte di viaggio degli italiani.
Un caso particolare è rappresentato dall’area del Trasimeno, duramente colpita dalla siccità. Qui, la flessione ha riguardato sia il turismo domestico che quello internazionale, in controtendenza rispetto al resto della regione dove i visitatori stranieri hanno continuato a mostrare interesse.
Nonostante queste difficoltà, Mencaroni sottolinea che la battuta d’arresto estiva non è un fenomeno isolato all’Umbria, ma comune a molte regioni italiane. Inoltre, evidenzia come l’Umbria abbia dimostrato ancora una volta una grande capacità di attrazione. Il presidente si dice cautamente ottimista, suggerendo che il bilancio complessivo del 2024, che verrà stilato a dicembre, potrebbe ancora chiudersi in positivo rispetto al 2023, anno già considerato record.
Un dato particolarmente incoraggiante emerge dal confronto con il periodo pre-Covid: l’Umbria si posiziona tra le regioni con le migliori performance, testimoniando un effettivo rilancio della sua attrattività turistica.
Per quanto riguarda l’aeroporto internazionale dell’Umbria, il giudizio di Mencaroni è complessivamente positivo. Lo scalo continua a giocare un ruolo cruciale nel rilancio del turismo regionale e nel miglioramento della sua qualità. Tuttavia, alcune tratte mostrano segni di indebolimento nel numero dei passeggeri, riflettendo le sfide generali del settore. Il presidente suggerisce la necessità di una riflessione e di un possibile perfezionamento di alcune scelte strategiche.
Sul fronte delle strutture ricettive, Mencaroni riconosce i progressi fatti ma sottolinea anche la necessità di continuare a investire nel miglioramento. La qualità dell’offerta ricettiva è considerata un fattore fondamentale per mantenere la competitività della regione a livello nazionale e internazionale.
Guardando al futuro, l’Umbria si prepara a due anni potenzialmente molto significativi per il settore turistico. Il 2025 vedrà l’avvento del Giubileo, un evento che promette di portare un aumento importante dei flussi turistici nella regione. Mencaroni sottolinea l’importanza di farsi trovare pronti per cogliere appieno questa opportunità.
Ancora più rilevante sarà il 2026, anno in cui ricorreranno gli 800 anni dalla morte di San Francesco. Questo anniversario rappresenta un’occasione unica per l’Umbria, soprattutto sul fronte del turismo religioso. Mencaroni vede in questi due anni una “nuova, grande opportunità per tutta la nostra regione”.
Nonostante le sfide affrontate nel 2024, il settore turistico umbro dimostra resilienza e capacità di adattamento. Con una strategia mirata e investimenti continui nella qualità dell’offerta, l’Umbria sembra ben posizionata per capitalizzare sulle opportunità future e consolidare il suo ruolo come destinazione di primo piano nel panorama turistico italiano e internazionale.