Secondo le statistiche ufficiali della Regione Umbria, relative ai primi otto mesi dell’anno corrente, i flussi turistici dell’Umbria sono in aumento rispetto al –crollo- del 2016, anche se non si è giunti agli stessi livelli prima del sisma del centro Italia, (i dati forniti non contengono i numeri del mese di settembre).
Le cifre parlano chiaro: 1,6 milioni di arrivi, ovvero il numero di clienti delle attività ricettive, 4,3 milioni di presenze, numero di pernottamenti nelle medesime attività. Numeri molto incoraggianti rispetto al 2017, anno post-terremoto, con un aumento degli arrivi del 18% e delle presenze del 12%, rispetto al 2016, (periodo prima del sisma), i dati sono inferiori per gli arrivi del 5% e per le presenze del 4,2%.
L’analisi dei dati per i singoli comprensori
E proprio rispetto all’anno 2016, i numeri dei comprensori sono generalmente negativi, con punte di sofferenza forti anche nello Spoletino oltre e più contenute (generalmente sotto il 10%) in tutti gli altri; l’unico comprensorio ad andare lievemente sopra l’asticella del 2016 (meno dell’uno per cento) è l’Assisano. In termini assoluti quest’ultimo si è confermato nei primi otto mesi del 2018 quello in grado di attrarre il maggior numero di turisti: 394 mila clienti e 867 mila notti, seguito a distanza dal Perugino (313 mila e 754 mila), dal Trasimeno (153 mila e 710 mila), dal Folignate (156 mila e 383 mila) e dall’Orvietano (148 mila e 304 mila).