In scena al Teatro di Sacco “Cartoline da casa mia” di Antonio Mocciola

Niente nudi maschili sul palco?

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Domani, giovedì 13 febbraio alle ore 21,00 Teatro di Sacco ospita un’altra replica dello  Spettacolo: “Cartoline da casa mia”, andato in scena lo scorso dicembre.

Info & prenotazioni 320.6236109

E così, alla vigilia della festa degli innamorati, la crudezza del dramma della solitudine, un disagio che realmente esiste, e  in Giappone si chiama Hikikomori, verrà raccontato

Antonio Mocciola
Antonio Mocciola

attraverso un monologo meraviglioso, scritto dal giornalista autore teatale e scrittore  Antonio Mocciola e diretto da Marco Prato.

Un giovane attore, Bruno Petrosino interpreta i tormenti di Furio, un ragazzo che sceglie di ridurre i confini del suo mondo nel perimetro della sua stanza.

Fosco si muove nel quadrato di luce in SalaCutu, e completamente nudo, denuda la sua anima violata.

Lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni, perché così vuole la censura, il nudo integrale non è consentito, potrebbe turbare le coscienze, meglio lo striptease, o rischiamo citofonate improvvise, per reati non commessi, mala tempora currunt.

I tre, Antonio Mocciola, Marco Prato e Bruno Petrosino, non si piegano al ricatto censorio, è la loro cifra stilistica, e non vogliono tradirla con nessun escamotage possibile, nascere nudi non è peccato.

Antonio Mocciola e Marco Prato

La proposta di realizzare un’altra replica di: “Cartoline da casa mia” viene da Omphalos Lgbti, che nel gennaio scorso ha ospitato al Teatro Sant’ Angelo  “L’Isola degli Invertiti” altro spettacolo di Antonio Mocciola, per la regia di Marco Prato, ambientato sull’isola di San Domino, nelle Tremiti, dove dal 1939 al 1945, vennero confinati come “pericolo per la pace sociale”, decine di omosessuali, condannati per la loro natura, all’epoca una riprovevole riprovevole malattia. Un ghetto di stato rimosso dalla memoria collettiva.

In Cartoline da Casa mia Antonio Mocciola, autore con una rara sesibilità e preparazione a tematiche sociali e civili narra un disagio opposto, ed un fenomeno sempre più diffuso in tutto il mondo, dove ormai migliaia di giovanissimi scelgono l’esilio volontario alla vita, una sorta di auto-ghettizzazione.

cartoline da casa mia
La locandina

Fosco, interpretato dal giovanissimo Bruno Petrosino, attore di una bellezza  strepitosa, unita al talento, esprime il suo malessere inviando cartoline a chi lo ha tradito.

E così tra una nota di Battiato e l’altra scopriremo le origine del suo disagio, un dramma rappresentato con leggerezza e profondità, in splendido contrasto.

Cartoline inviate alla mamma anaffettiva che non ha voluto vedere il figlio appena nato forse  perché era nudo, ed era sempre rinchiusa in un’ altra stanza, metafora di un’ assenza che ha prodotto lacune emotive, perchè sicuramente non ha educato il piccolo Fosco alla vita, che è il compito di ogni madre.

Cartoline inviate ad un padre, irsuto e baffuto, al quale Fosco non vuole e non può somigliare, semplicemente perché ha meno peli, o forse un’ identità sessuale diversa.

Ad un fratello gemello forse reale, forse immaginario che è metafora della doppia anima del protagonista, privilegio pagato con la solitudine esistenziale.

Ad una nonna eretica e ribelle, che non ha mai voluto tagliare i capelli, circondata da sonniferi, e che di giorno copriva i crocifissi, e che non sappiamo se si è suicidata o è morta.

Ad un insegnante che ha consigliato alla “non famiglia” di Fosco di portarlo da uno strizzacervelli poiché anziché un tema ha scritto una poesia. Forse è un’eresia?

Cartoline da casa mia è uno spettacolo, breve, intenso, in sottrazione, la cifra stilistica necessaria ad uscire con tante domande, perché niente è come sembra, parafrasando Battiato.

Uno spettacolo sicuramente fruibile ai minori, poiché esprime un disagio adolescenziale.

Forse il vero peccato è di chi l’ha vietato ai minori. E forse è necessario chiedersi cosa non dovrebbe essere vietato, la perpetua e becera sottrazione continua alla cultura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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