Bisogna avere il coraggio di inerpicarsi su per i gradini del campanile di San Fortunato. Là, dalla cima della torre, si abbraccia tutta Todi con un solo colpo d’occhio. Le strade ripide e strette, i muri di pietra grigia, la piazza con la facciata del duomo romanico e il severo palazzo del Popolo. Solo cosi si avrà l’impressione di averla conquistata, questa città che tiene i suoi tesori ben nascosti. Che non ama le ostentazioni e che va scoperta battendola angolo dopo angolo, alla ricerca di archi, pozzi medievali, scorci improvvisi, resti etruschi e romani. Cosa non facilissima. Tanto è vero che il Comune ha presentato di recente un progetto battezzato “Parco culturale città di Todi”. Si tratta di tre itinerari guidati ognuno a tema che si svolgono su prenotazione (per informazioni: tel. 075.8944148 075.8956216). Il primo è dedicato a Jacopone (il frate francescano vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, autore di famose laudi, che riposa nella cripta di San Fortunato), il secondo alle testimonianze medievali e il terzo ai monumenti del Rinascimento e della Controriforma. Ma Todi non è solo cultura. il corso Cavour, che sale diritto fino alla piazza del Popolo, è ricco di botteghe di antiquari, restauratori, decoratori di ceramiche, negozi di tessuti tradizionali e di prodotti gastronomici. E poi, soprattutto, Todi è il punto di partenza della Strada del Cantico, in fatto di vini, la città ha una tradizione millenaria. Già Plinio il Vecchio ne parlava come dei migliori dell’epoca. Oggi della Doc “Colli Martani” fanno parte tipologie come il Grechetto, il Trebbiano e il Sangiovese. Tutte bottiglie che costituiscono la migliore presentazione dell’itinerario.
Piazza IV Novembre – Perugia Seconda tappa è Marsciano, nel cuore dell’Umbria. Crocevia tra Perugia, Todi e Orvieto, questa cittadina è stata in passato scenario di aspre battaglie. Oggi sui suoi campi tranquilli si coltivano frumento, granturco e tabacco. Le sue vigne producono Merlot, Grechetto e trebbiano. Gli antichi mestieri sono stati riscoperti, e in nome di questa filosofia sono state recuperate alcune antiche fornaci che producevano laterizi e terrecotte. Da Marsciano, continuando a salire verso nord, si arriva a Perugia, capoluogo della regione. Se tra gli antichi borghi regna il silenzio, qui non si dorme mai. lungo corso Vannucci, la strada che unisce la Rocca Paolina e piazza IV Novembre, è un susseguirsi di negozi di moda, tavolini all’aperto, pasticcerie e cioccolaterie (non a caso proprio qui si tiene in ottobre la golosissima rassegna Eurochocolate). Qui l’arte si fa imponente. La cattedrale, ritta su una ripida scalinata, domina la piazza principale. Le fa da contraltare il palazzo dei Priori, grandioso e severo. Sulla sua facciata, per ribadire il concetto, pendono ancora le catene e le sbarre tolte alle porte di Siena nel 1358. In mezzo, la fontana Maggiore: una delle più belle del Medioevo, ornata di sculture di Nicola e Giovanni Pisano. Al terzo piano del palazzo dei Priori, con ingresso su corso Vannucci, c’è la Galleria nazionale. Qui si celebra l’apoteosi della pittura umbra: dalle tavole del XIII e XIV secolo, con le Madonne che si stagliano sui fondi in foglia d’oro, ai dipinti di Benozzo Gozzoli e del Perugino, fino alle tele dei maestri del Settecento. Le opere del Perugino, inoltre, possono essere ammirate anche presso il Collegio del Cambio e nella Chiesa di San Severo. Ma anche in fatto di vino, Perugia non è seconda a nessuno. I suoi declivi ospitano i vitigni da cui nasce la famiglia della Doc Colli Perugini (Grechetto, Trebbiano, Sangiovese) oltre al Merlot. Torgiano, poi, ha fatto del vino uno stile di vita. Che coinvolge a pieno titolo le principali manifestazioni artistiche. Prendete per esempio i “vinarelli”: sono dipinti ad acquerello realizzati diluendo il colore nel vino anziché nell’acqua. Ogni anno a metà agosto alcuni artisti vengono invitati a realizzare in questo modo le loro opere. Che sono poi esposte in una mostra-mercato (e in parte in una mostra permanente). Ancora: a Brufa, pochi chilometri da Torgiano, esiste un percorso che si chiama “Strada del vino e dell’arte”.
Basilica superiore di San Francesco – Assisi Scandito dalle sculture (per ora si è arrivati a quota 18) di famosi artisti che lasciano la loro “firma” nei punti più caratteristici del borgo e della campagna intorno. E poi: la manifestazione “Vaselle d’autore”. Si tiene a metà novembre, e di nuovo coinvolge grandi artisti. Che realizzano contenitori in terracotta sulla falsariga di quelli utilizzati un tempo dai contadini quando spillavano il vino dalle botti per il primo assaggio. Tutti appuntamenti, questi, cui sono abbinate degustazioni di vino e di olio, i due “pezzi forti” di Torgiano. Che proprio a questi prodotti ha dedicato il Museo del vino e quello dell’olio, due ricche strutture museali della Fondazione Lungarotti. Quarta tappa della Strada del Cantico è Assisi. Andateci al mattino presto, per godere gli affreschi di Giotto, nella basilica superiore di San Francesco, quando i turisti non sono ancora arrivati. E quando, complice il silenzio, la magia è ancora intatta. Soffermatevi davanti alla facciata della chiesa di San Rufino, la cattedrale. Di fianco, c’è la casa dove viveva santa Chiara prima di abbandonare la famiglia e seguire le orme di Francesco; la suggestione è grande. Certo, Assisi è diventata la capitale turistica dell’Umbria. Eppure basta allontanarsi dalle strade più battute, per ritrovarsi soli. Magari a contemplare dall’alto la visione della chiesa romanica di Santo Stefano, con il giardino in cui le suore apparecchiano piccoli tavoli per la colazione. Oppure San Damiano, fuori dalle mura, perduta in fondo a un sentiero che scende tra gli ulivi.
Infiorata Corpus Domini – Spello Ancora intatta è Spello. Sulle scale che portano agli usci delle case, le donne più anziane se ne stanno sedute a chiacchierare o a ricamare. Niente locali per turisti, ma tante vetrine che espongono salumi e latticini dai profumi invitanti. Del resto la cittadina deve la sua fama soprattutto ai prodotti enogastronomici, E poi c’è il vino: Grechetto, ma anche Chardonnay, Merlot, Cabernet.. Qui, nel giorno del Corpus Domini, si tiene una delle più belle infiorate dell’Umbria. Tanto che nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo sono conservate scatole di cartone con manciate dei fiori e delle piante utilizzati per le decorazioni delle strade: cardo, asparagina, margherite bianche e gialle, ortiche, fiordalisi, garofani, stami. Non dimenticate una visita alla chiesa di Santa Maria Maggiore per vedere la cappella Baglioni, affrescata dal Pinturicchio. Chiudono la Strada del Cantico i borghi di Cannara e Bettona. Vanto di Cannara sono le cipolle: bianche, rosse o dorate, hanno un aroma tutto particolare. E a settembre si celebra addirittura la loro festa, che richiama migliaia di visitatori. Terra di viti e olivi, Bettona è invece la patria dell’oca arrosto. Avamposto degli etruschi (era la loro unica città sul lato sinistro del Tevere), è un belvedere naturale: abbraccia un panorama che spazia dall’Appennino centrale al lago di Trasimeno, fino a Montefalco. Di estremo interesse è, inoltre, la Pinacoteca comunale che ospita, tra altre opere di pregio, L’Adorazione dei pastori, la bella tavola di Dono Doni.