La sifilide spiegata dal Dottor Finamonti

Una malattia sessualmente trasmissibile

0
233
gocce-di-medicus

Una delle infezioni veneree che ha accompagnato la storia dell’uomo:la sifilide.

Fu’ il medico e scienziato veronese Girolamo Fracastoro che introdusse questo termine nel 1530, mentre sempre nello stesso periodo il medico francese Jean Fernel le attribuì il nome di lue.

La sifilide o lue, è una infezione sessualmente trasmessa causata dal batterio (spirocheta) Treponema pallidum. È la terza infezione più diffusa al mondo dopo la clamidia e la gonorreaLa sifilide si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale,orale) e con il sangue. Una madre infetta può trasmettere la sifilide al nascituro durante la gravidanza (via transplacentare), attraverso il passaggio nel canale del parto e con l’allattamento.

Il rischio di trasmissione madre-feto è basso prima del terzo mese ed aumenta col progredire della gestazione; il fattore più importante nel determinare la probabilità di trasmissione verticale è lo stadio della lue nella mamma: probabilità alta nel caso di madre con sifilide primaria o secondaria,intermedia in caso di madre con infezione latente, bassa in caso di infezione tardiva.

 

Dottor Moreno Finamonti

La gravità dell’infezione fetale non trattata è tanto maggiore quanto più precoce è l’infezione. Oltre la sifilide congenita, le conseguenze includono complicanze ostetriche quali l’aborto tardivo, la morte in utero, l’idrope fetale, il ritardo della crescita ed il parto pretermine.

La sifilide non trattata evolve caratteristicamente in stadi clinici successivi: primario, secondario, di latenza e terziario. 

Gli stadi primario e secondario si manifestano come affezioni acute e subacute, l’eventuale periodo di latenza clinica che segue può durare da poche settimane a tutta la vita ed è generalmente asintomatico.

La lue terziaria solitamente si manifesta da 5 a 20 anni dopo l’infezione; le più frequenti complicanze sono rappresentate da lesioni a carico del sistema nervoso centrale, dell’apparato cardiovascolare e da formazioni localizzate nel derma o in vari organi interni.

La diagnosi della lue è sierologica quindi di laboratorio. Permette di individuare la risposta anticorpale indotta dall’infezione sin dalle prime fasi: è possibile infatti rilevare gli anticorpi IgM dalla seconda settimana dopo il contagio e gli anticorpi IgG a partire dalla quarta settimana. Al momento della comparsa dei sintomi la maggior parte dei pazienti è positiva sia alle IgM che alle IgG.

Sul trattamento farmacologico, come in tutti gli altri articoli di rimanda al medico specialista curante.

La prevenzione, invece si basa sull’utilizzo del preservativo in tutti i rapporti sessuali occasionali, con ogni nuovo partner, con ogni partner di cui non si conosce lo stato di salute. 

In Italia lo screening sierologico per la sifilide (esteso anche al partner) è raccomandato a tutte le donne alla prima visita in gravidanza e alla fine della gravidanza.

DOTT. MORENO FINAMONTI

fonte: La Voce del centro

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo sui Social