Le nevicate eccezionali del 1956 e 1985 in Umbria hanno causato danni devastanti all’agricoltura e alla popolazione locale.
Nel 1956, l’Italia è stata colpita da un inverno molto rigido e la neve è scesa copiosamente su tutto il territorio, dal Brennero a Palermo, compresa l’Umbria. Nella regione la neve scese prima per 10 centimetri poi per 50, la vita si fermò a guardare e la neve fu chiamata “Lu nevone” a Norcia. Dopo la neve, la temperatura scese ancora e nevicò ancora e poi gelò. A Terni la temperatura scese fino a -15°C e il termometro si schiantò.
In Umbria, gli agricoltori si sono trovati senza niente da mangiare, niente da vendere e niente da vivere. Il freddo intenso distrusse il grano nei campi, bruciò gli olivi e seccò le viti. Le industrie erano scarse in Umbria, nel 1956, non c’erano reti di salvataggio per chi lavorava la terra. Troppi furono costretti a lasciare la loro casa, il loro mondo, gli affetti più cari e prendere la via dell’esilio. Ci fu chi si spostò solo fino a Terni o a Roma e chi fu costretto ad andare lontano, fino in Germania o in Francia o in Belgio. Chi rimase doveva continuare a vivere e fare i conti con la natura ma essa, con la sua forza devastatrice, non aveva tenuto conto della tenacia degli agricoltori.
Il 10 marzo del 1956, Spoleto ha vissuto un’ondata di neve eccezionale per l’undicesima volta in poco più di un mese, con accumuli di neve di venti centimetri. La situazione è stata ancora più complicata nelle zone montuose dell’Umbria, come il Passo della Somma, dove sono stati registrati fino a trenta centimetri di neve, causando notevoli disagi per la popolazione e per il traffico.
La Valnerina, una delle valli più famose dell’Umbria, è stata particolarmente colpita, con mezzo metro di neve che ha coperto l’intera zona tra Norcia e Sant’Anatolia di Narco. Anche le città di Foligno e Perugia hanno registrato trenta centimetri di neve.
Le condizioni meteorologiche hanno causato notevoli difficoltà alle comunicazioni tra Umbria e Marche, con la strada Flaminia chiusa e non transitabile da Nocera Umbra a Sigillo, così come la strada tra Casenove e Colfiorito. La situazione era ancora più critica sulla strada della Valnerina, coperta da mezzo metro di neve.
In mezzo a questa situazione di emergenza, un cacciatore di nome Primo B. è riuscito a sparare e uccidere due lupi a Monteleone di Spoleto, vincendo un premio di diecimila lire. Tuttavia, a quel tempo i lupi non erano ancora considerati una specie protetta in Italia. L’ondata di neve del 1956 in Umbria è stata un evento eccezionale, che ha causato notevoli difficoltà per la popolazione e ha lasciato un segno indelebile nella storia della regione.
La nevicata del 1985 in Umbria
La nevicata del 1985 in Umbria ha causato danni significativi all’agricoltura e all’economia locale. La neve ha interrotto le attività commerciali e i trasporti, causando difficoltà per la popolazione. Gli agricoltori hanno subito perdite economiche a causa dei danni alle colture e alle strutture. Le zone più colpite furono quelle dell’Appenino umbro-marchigiano e dei Monti Sibillini.
La neve è caduta copiosamente per giorni, accumulandosi fino a raggiungere altezze record e causando danni alle infrastrutture, alle abitazioni e alle attività economiche. Le strade sono state bloccate e i mezzi di soccorso hanno faticato a raggiungere le zone colpite. Gli agricoltori hanno subito perdite economiche a causa dei danni alle colture e alle strutture.
La nevicata ha avuto un impatto significativo sulla vita della popolazione in Umbria, sia dal punto di vista economico che sociale. Nonostante i danni causati dalla neve, la popolazione ha mostrato resilienza e determinazione nel superare le difficoltà e riprendersi dalle perdite subite.