La seconda parte del film diretto da Paolo Sorrentino – Loro 2 – con il fido Toni Servillo che interpreta Silvio Berlusconi, ed Elena Sofia Ricci nei panni della ex moglie Veronica Lario, è un capovaloro. Il dittico conferma la grande bellezza della regia di Paolo Sorrentino – questa volta incompresa da gran parte dalla critica cinematografica – vincitore nel 2013 del premio oscar per il film – la Grande Bellezza -.
Nella prima parte del dittico il regista inscena il legame tra sesso e potere raccontando la genesi della mignottocrazia, ovvero l’aspirazione di Sergio Morra, personaggio ispirato all’utilizzatore finale Gianpaolo Tarantini e interpretato da Riccardo Scamarcio, impegnato nel reclutamento di escort per conoscere Lui, ovvero Silvio Berlusconi, e Loro, i potenti.
Obiettivo raggiunto poiché la festa organizzata davanti alla villa in Sardegna sarà uno strepitoso successo con l’ausilio di fiumi di cocaina e variopinte pasticche di MDMA.
Loro 2 – Il potere logora chi non ce l’ha
Nella seconda parte il regista cambia rotta e racconta il Cavaliere, un uomo ossessionato dal potere perduto.
Prende spunto dalle strategie politiche utilizzate da Silvio Berlusconi durante gli anni 2008 2010, l’impegno nella compravendita di parlamentari, dopo la sconfitta elettorale del 2006, quando il centrodestra perse le elezioni per 25.000 voti.
E dipinge il cavaliere come un uomo ossessionato dal pensiero di dover tornare a governare ad ogni costo, un personaggio a metà tra il comico e il patetico, che non rappresenta il male, ma piuttosto il vuoto esistenziale.
Sarà Dario Cantarelli nel ruolo immaginario di Paolo Spagnolo ad interpretare Dio, oppure il diavolo, poiché il tutto documentato, tutto arbitario è il filo conduttore del dittico, togliendo al Cavaliere il ruolo di imprenditore del niente, sceso in politica per evitare la galera, ovvero colui che ha il ruolo di ricordare a Silvio Berlusconi le strategie per riconquistare la fiducia degli elettori. Un ombra inquietante e onnipresente, vestito rigorosamente di bianco.
L’interpretazione di Toni Servillo in Loro 2
Magistrale interpretazione di Toni Servillo, che trasmette nella fissità del volto coperto dal cerone, l’occhio semichiuso, il vuoto esistenziale di un personaggio patetico, che non accetta ne di invecchiare ne di perdere il potere, rasentando il grottesco. Sarà solo Veronica, successivamente, a chiedere al marito, e senza ottenere risposta, dove ha preso i soldi, domanda rimasta sempre invasa dal Cavaliere.
La telefonata del venditore di sogni
La scena migliore è quella nella quale vediamo Silvio prendere l’elenco telefonico, digitare un numero a caso ed esercitarsi nel ruolo di venditore di beni immobili e sogni su consiglio di Ennio Doris il fido collaboratore di Silvio Berlusconi, interpretato indovinate da chi, sempre da Toni Servillo.
Nel monologo, incentrato sul persuadere l’intestataria del numero telefonico nell’acquistare un immobile c’è tutto ciò che un venditore dovrebbe conoscere, e non solo, il ritratto di un uomo che Sorrentino non riesce a maltrattare, poiché suscita un immensa pietà. Pietà per lui, per loro, per l’ossessione di Silvio per il potere, che vuole raggiungere a qualsiasi costo. E così sovverte ogni regola etica, si impegna nella compravendita dei parlamentari, nella riconquista di Veronica, nell’esercitare il potere di seduzione con tutte le donne, tranne due che gli daranno il benservito. Ovvero l’ex moglie Veronica che lo lascerà e Stella, l’unica velina che sceglierà di non far parte dell’esercito di ciarpame senza pudore e gli dirà: – Io ho vent’anni e lei settanta, e in più ha l’alito di mio nonno. Lei è patetico, ed anche io sono patetica qui -.Stella sarà l’unica che non si lascerà ingannare dall’uomo ricco e potente.
Il benservito di Veronica e Stella, non solo ciarpame
Emergono due donne diverse dall’ esercito di olgettine che adorano lui, in altre due scene clou nel film, oltre alla telefonata da venditore di sogni.
Un incredibile Elena Sofia Ricci, nel ruolo di Veronica Lario, e la rivelazione Alice Pagani, giovanissima attrice emergente, nel ruolo di Stella, l’ unica aspirante velina che non indosserà mai il gioiello a forma di farfalla che Silvio regala per consuetudine a tutto l’esercito di donne.
Anche lei adescata inizialmente da Scamarcio in Loro 1 per intrattenere Dio, e poi ed arrivare a lui per realizzare il sogno di recitare, si ribella dopo aver partecipato alle cene eleganti e pianta in asso il cavaliere, e sarà l’unica a farlo.
Veronica invece duetta con Silvio in uno scontro serrato e incalza: – Dove hai preso i soldi? – Anche tu eri una velina ma allora non si chiamavano così. E allora perché sei stata con me tutto questo tempo? – No adesso rispondi tu almeno una volta…- Perchè ero innamorata -.
Se sia stato vero o meno, lo sa solo l’ex moglie del Cavaliere. Che una donna innamorata talvolta sia cieca, è verità assoluta.
La distruzione dell Aquila, Loro quelli veri
E poi c’è l’amarezza infinita delle ultime scene di Loro 2, in stridente contrasto con il ciarpame precedente, ovvero la rappresentazione del terremoto dell Aquila, scenario dello spot pubblicitario nel quale il Cavaliere si rese protagonista di una ricostruzione mai avvenuta nella realtà, e raccontata dai media con abbondanza di particolari kitch, come ad esempio il secchiello da champagne nei frigoriferi dei terremotati.
I vigili del fuoco estraggono dalle macerie della chiesa il Cristo velato, simbolo di speranza. E vediamo finalmente altri Loro, quelli veri, quelli sconfitti poiché hanno perduto tutto. Quelli colpiti dal sisma, atterriti davanti alle macerie insieme ai vigili del fuoco, impotenti. Ovvero quelli che lavorano in silenzio, senza riuscire ad arrivare a fine mese. Quelli che rischiano la vita ogni giorno con un lavoro umile. Silenzio assordante dove la distruzione è metafora delle macerie di un Paese al collasso. Perché mentre gli imprenditori ridevano al telefono, poiché la ricostruzione avrebbe portato soldi gli aquilano piangevano. Attoniti e impotenti davanti alle macerie poiché il delirio di onnipotenza è devastante più di un sisma.