PER I SALUMI ETICHETTA “100% ITALIANO”

«Valorizzato il lavoro degli allevamenti umbri di suini»

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Etichetta salumi
Etichetta salumi

Entra finalmente in vigore la dicitura “100% italiano”, per garantire i consumatori sulla provenienza delle carni di insaccati, salumi e prosciutti, un modo per arginare il fenomeno di animali e prodotti esteri che spesso vengono distribuiti come alimenti di qualità italiana.

Un passo importante per tutelare e valorizzare anche il lavoro di tanti allevatori umbri e italiani, che competono ad armi impari contro una concorrenza estera che non ha certo interessi di qualità ma principalmente di quantità nell’ambito dei capi allevati.

Lo riferisce Coldiretti Umbria nel ricordare che scadeva nel weekend scorso, (14 e 15 novembre) il termine dei 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”.

OCCHIO ALLE ETICHETTE, COME SPIEGA COLDIRETTI

“Ora il decreto sui salumi prevede, che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: -Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali)-; -Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali)-; -Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali)-. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Il provvedimento, che consente lo smaltimento delle attuali scorte fino al loro esaurimento, è importante anche per garantire trasparenza nelle scelte del 62% dei consumatori umbri che almeno una volta a settimana portano in tavola salumi, insaccati e  prosciutti, (secondo un’analisi della Coldiretti regionale, basata su dati Istat).

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