Dopo l’inizio della crisi in Ucraina e dello scontro politico per la Crimea, in Europa si è cominciato a parlare con sempre maggiore interesse della Russia e di Vladimir Putin.
E proprio di Russia si parlerà a Perugia, venerdì 29 settembre, nel convegno ‘Sguardo ad Est. La Russia, le sanzioni e i rapporti con l’Italia’ organizzato da Agenzia Stampa Italia, alle 16.30, nella sala Brugnoli di palazzo Cesaroni.
I lavori si apriranno con la presentazione del libro ‘Santa Madre Russia. Putin e la presenza di Mosca sullo scacchiere internazionale’, alla presenza dell’autore Fabrizio Di Ernesto, e proseguiranno con un dibattito sulla specifica tematica delle sanzioni con un confronto a 360 gradi, in compagnia di esponenti delle diverse parti politiche del Paese.
L’incontro sarà introdotto da Ettore Bertolini, direttore responsabile di Agenzia Stampa Italia, e moderato da Andrea Fais, direttore responsabile di ‘Scenari internazionali. Rivista di affari globali’.
Alla prima sessione dedicata al libro di Di Ernesto, ne farà seguito una seconda in cui prenderanno la parola Pierferdinando Casini (in videoconferenza), presidente della Commissione Esteri del Senato, Gianni Alemanno, ex ministro dell’Agricoltura della Repubblica italiana, Laura Agea, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Bertot, eurodeputato di Forza Italia – VII legislatura, Valerio Mancini, consigliere regionale umbro della Lega Nord, Roberto Moncalvo (in videoconferenza), presidente di Coldiretti, e Pietro Di Febo, imprenditore e vicepresidente dell’associazione culturale Russia-Emilia Romagna.
“La peculiare storica politica del presidente russo Putin – commentano gli organizzatori – ha preso corpo già alla fine degli anni Novanta, quando il Paese slavofono si trovava al culmine di una crisi economica e sociale senza precedenti. Al momento, lo stallo degli accordi di Minsk e il regime di restrizioni e sanzioni imposto da Bruxelles ai danni di Mosca sembrano chiudere qualsiasi spiraglio per l’individuazione di una soluzione politica che da un lato torni a liberare i canali commerciali e finanziari tra le parti e dall’altro eviti l’inasprimento della crisi verso un pericoloso crescendo di tensione militare”.