Prove tecniche di Freccia Rossa

Dall'Umbria immobile all'alta velocità

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di Francesco Castellini – Prove tecniche di collegamento ferroviario nella terra di mezzo dove i trenini si fermano per mancata manutenzione, dove i binari sono sempre più morti e dove anche l’aeroporto non sta tanto bene.
Da questo punto di vista si può dire davvero “Umbria isola infelice”.
E a proposito di realtà che supera la fantasia c’è chi l’aveva preso come un pesce d’aprile quella fantasmagorica dichiarazione che la presidente Catiuscia Marini rilasciò ad un quotidiano locale il 1° aprile 2016.
Dopo anni di investimenti sullo scalo di Assisi, la governatrice venne fuori annunciando una virata di 180 gradi.
«La vera sfida per l’Umbria è la connessione all’Alta Velocità Ferroviaria. Meglio un milione a Trenitalia per un Freccia che ci colleghi con Firenze e con il Nord, piuttosto che milioni pagati alle compagnie aeree per far crescere il traffico passeggeri di cinque-diecimila unità e fare l’ennesima conferenza stampa».
E, tanto per rimanere nel campo delle sorprese è delle ultime ore il comunicato della Regione: “La presidente Marini ha rinnovato la richiesta di arretramento di un Frecciarossa da Arezzo a Perugia. Gli uffici di Trenitalia stanno valutando questa ipotesi ed entro la fine di novembre sarà programmata una riunione in merito. L’arretramento del Frecciarossa sarebbe a carattere sperimentale, comunque per un ampio periodo e consisterebbe nella partenza dalla stazione di Perugia alle 5.15 circa. Abbiamo chiesto questa sperimentazione per capire cosa potrà essere fatto in maniera strutturale nel tempo”.
La presidente Marini ha rinnovato la richiesta a Trenitalia e a fine novembre è stato fissato un summit per definire l’avvio.
Che poi vai a vedere è proprio quello che va predicando da tempo l’architetto Luigi Fressoia (presidente Italia Nostra Perugia), che propone di «far passare nella nostra regione i treni “Frecciargento” per servire, con treni ad Alta Velocità, le città umbre già inanellate dalla ferrovia Terontola-Orte. Questa soluzione permetterebbe ai perugini di raggiungere Napoli e Milano in sole 3 ore e senza cambiare mezzo».
A ben vendere è quello stesso progetto delineato e avanzato in più di un’occasione dal comitato “Ultimo Treno”, di cui è presidente l’ex colonnello dell’aeronautica militare Alessio Trecchiodi di Bastia Umbra.
«Va da sé – dice Trecchiodi – che per far uscire dall’isolamento l’Umbria l’unico binomio vincente è quello di mettere in sinergia l’Alta Velocità con il trasporto aereo. Più ovviamente le superstrade che fanno da raccordo.
E pensare che a Perugia bastano 78 chilometri per entrare nei binari Alta Velocità, resta solo di collegarsi ad Arezzo».
«Un rapido calcolo consente di comprendere che con Arezzo, parte di Rieti e parte di Viterbo, a beneficiare dell’Alta Velocità sarebbe un bacino di utenza aggiuntivo di 1.700.000 persone. Questi Freccia deviati per l’Umbria interessano calabresi, campani e passeggeri di altre regioni, che hanno interessi, lavoro, studio e parenti in Umbria; un’utenza che oggi riempie molti autobus, che però impiegano il doppio di tempo. Analogamente, vedo solo vantaggi per molti umbri che hanno interessi a Firenze e in alta Italia. Un altro aspetto non trascurabile è il turismo. Potremmo pensare anche ad offerte inedite, tipo “L’Umbria in un giorno”, con partenze alle 7 da Milano Centrale per farci ritorno alle 11 di sera, dopo aver trascorso 8/10 ore nelle città dell’Umbria. Un padano o un napoletano potrà cavarsi lo sfizio di prendere la messa domenicale ad Assisi… Nulla inoltre impedirebbe che tali Freccia, deviati per l’Umbria, abbiano un prezzo inferiore agli altri che tirano dritto».

 

 

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