Santa Lucia nell’oratorio della Confraternita di Santiago de Compostela

Concerto dell’ensemble Tritonus promosso dall’associazione Bonazzi

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di Stefano Ragni – Un suggestivo concerto per la giornata di Santa Lucia, ieri nel tardo pomeriggio, nell’oratorio della Confraternita di Santiago de Compostela di via Francolina.
Fa gli onori di casa il responsabile della pia istituzione, o forse bisognerebbe definirla “cavalleresca”, viste le finalità del tutto medievali dell’antica devozione.
Il professor Caucci von Saucken, milite della cultura e dello spirito, illustra ai soci del Bonazzi la storia di questa aula sacra che sorge a due passi dalla Torre degli Sciri e da Santo Stefano.
La prima testimonianza certa, afferma il cattedratico perugino, risale al  1161 e porta l’autenticazione dell’imperatore Federico Barbarossa. Apparteneva alla gens Francolina, che qui aveva le sue case e i suoi possessi.

Il luogo ricompare poi nel 1260 ed è già definita parrocchia di Santa Maria. Apparteneva ai benedettini del monastero di San Silvestro, un cenobio ancora esistente sulle pendici occidentali dei colli fabrianesi.
Nel 1482 è di proprietà dell’ordine dei Cavalieri del Santo sepolcro, che, come pachi sanno, già a metà del ’300 ebbero la loro casa madre proprio a Perugia. Nel 1491 è dei maltesi di san Luca, i monaci guerrieri che riprendono la eredità de cavalieri gerosolomitani.

Poi più nulla fino al 1771, quando il parallelepipedo di via Francolina, che di medievale conserva solo la costa occidentale in pietra serena, è un oratorio dei Servitori di Maria.
Il quadro che si innalza sull’altare maggiore è del pittore tuorese Antonio Maria Garbi, che dipinge Sant’Anna che ammaestra la giovane Vergine.
Nel 1981 l’allora arcivescovo Antonelli assegnò la chiesa ai risorti componenti della Confraternita di Santiago de Compostela, aggregatisi in città proprio grazie alle sollecitazioni del professor von Saucken.
Lo studioso ascolano, riconosciuto unanimemente come il massimo esperto di storia compostelana, ricorda come la confraternita sia l’unica istituzione autorizzata a rilasciare la patente di pellegrino a coloro che affrontano un viaggio che si percorre ancora a piedi, con la mente aperta a cose celesti.

E prima di lasciare spazio ai musici, von Saucken si sofferma brevemente anche sulla ricorrenza di Santa Lucia, ricordando come, al pari di mille altre cose della nostra civiltà, la solennità venga dal culto pagano di Artemide illuminatrice, la dea sovente effigiata con la due fiaccole in mano, a diradare l’oscurità dell’inverno.

L’allocuzione del professor von Saucken ha fatto seguito al saluto augurale del presidente dell’associazione Luigi Bonazzi, l’artista Franco Venanti, che conferma, con questo ulteriore concerto, come il circolo di intellettuali che si ispira alla figura risorgimentale del massimo storico perugino, leghi profondamente i suoi soci alle testimonianze della civiltà cittadina.

L’ensemble Tritonus che si è fatto carico della parte musicale della serata, rispondeva al gesto direttoriale di Franco Radicchia, musicista di raffinato spessore, che, tra le molte su realizzazioni, ha firmato anche questo complesso che nasce dalle sue esperienze didattiche al limitrofo liceo classico Mariotti.

Con due validi cantori-strumentisti che sanno impugnare liuto e arpa le voci del piccolo nucleo si sono liberate pure e gioiose per un percorso che è partito dalle laudi Stella Splendens e Altissima luce, per percorrere i pentagrammi dei canti natalizi, “Gaudete Christus natus est”, Veni Emmanuel e il “Riu chiu” del canzoniere di Uppsala.
Un suggestivo Sant’Alfonso de’ Liguori ci ha ricordato l’imminente Natale, attesa sottolineata dal corale haendeliano e dall’Adeste Fideles, condotto da Radicchia con commossa solennità.

Qualcuno aveva pensato bene di munirsi di candeline, che, alla fine del concerto vengono accese mentre il coro intona il commovente Santa Lucia.
Applausi per il direttore Radicchia e per i giovani musicisti, Sabrina Alunni, Caterina Becchetti, Adriana Masciolini, Costanza Mignini, Riccardo Forcignanò e Luigi Vestuto.

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