Sicilian ghost Story, una favola vera

I registi sono Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

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Il 18 maggio scorso, un film italiano, Sicilan Ghost Story, è stato presentato alla 56esima Semaine de la critique, uno degli eventi più prestigiosi paralleli al Festival di Cannes. La famosa kermesse h dedicato grande attenzione a questo film. I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza vogliono raccontare: “una favola in una Sicilia mai esplorata prima, una Sicilia sognata,  mondo dei fratelli Grimm di foreste e orchi”.

Sicilian Ghost  Story, in realtà è ispirato ad una storia vera, la storia di  Giuseppe di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino di Matteo, sequestrato il 23 novembre 1993 con uno stratagemma, uomini vestiti da poliziotti ingannarono il piccolo a salire in macchina fingendo di portarlo dal padre. Era in realtà un   sequestro, ideato dal capomafia Giovanni Brusca, su ordine di Totò Riina,  e uno dei sequestri più vergognosi della nostra storia.  Giuseppe di Matteo, dopo 779 giorni di prigionia fu strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996.

“Sono 17 giorni che Giuseppe non viene a  scuola, gli deve essere successo qualcosa “  dirà Luna, la protagonista del film,  ad un suo compagno di scuola, che rispond:. “Il figlio dell’infame?  A scuola non ci torna più”. Luna vorrebbe ribellarsi al clima di omertà che caratterizza la sua popolazione,  mentre tutti tacciono di fronte alla misteriosa sparizione. “Per me se ti sogni una cosa vuol dire che può esistere “.  Luna è disposta ad andare contro tutti, ma ancora, a distanza di 25 anni il clima di omertà è restato invariato.

Il film è stato snobbato dalla grande distribuzione, presentato per alcuni giorni, troppo pochi, al cinema Zenith e al Cinematografo Comunale Sant’ Angelo.  Proprio nel mese in cui correva l’anniversario della Strage di Capaci quando Giovanni Falcone fu assassinato insieme a Francesca Morvillo e tre uomini della scorta per opera di Cosa Nostra.

E l’informazione tutta, anziché produrre e raccontare un film che riabilita un bimbo che non ebbe ne vita, ne morte, ne tantomeno sepoltura dignitosa di cosa parla?  Dell’eventuale scarcerazione del Capo dei Capi. L’omicidio del bambino, ricordiamolo, fu deciso da Riina.

Il tutto, ha scatenato la pietosa polemica calcistica da social, inneggiando alla pena di morte ad una vendetta pari ai delitti commessi senza alcun raziocinio.

Posto che siamo in un Paese di diritto, che almeno si punti  l’accento sul fatto, non trascurabile che il Capo dei Capi è stato il regista delle stragi di Falcone e Borsellino. Raccontare di quali e quanti delitti si macchiò, e continua a macchiarsi. Di quante morti, e niente affatto dignitose è stato lucidamente il mandante, Scrisse il gran finale per Falcone, del quale disse “Lo faccio saltare in aria come un tonno”.Nel suo lucidissimo delirio ha preso di mira il pm  Nino di Matteo.“A di Matteo lo faccio finire peggio del  giudice Falcone”

Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, in uno sfogo amaro afferma che far uscire dal carcere Riina equivale ad uccidere per la seconda volta Paolo Borsellino. A nascondere ancora la famosa agenda rossa.Rita Dalla Chiesa,la figlia del generale Alberto dalla Chiesa anche dichiara che suo padre una morte dignitosa non l’ha mai avuta. Hanno ammazzato il generale lasciando la moglie  e Domenico Russo in macchina senza neanche un lenzuolo per coprirli.E così, ancora una volta è stata persa l’occasione di raccontare, attraverso quella splendida favola che è Sicilian  Ghost Story, la riabilitazione di quel piccolo bambino innocente, la cui lucida ricostruzione dell’orrore perpetrato da Cosa Nostra fa rabbrividire.Il Paese della rimozione e dell’oblio, di un film al quale in Francia hanno dato immenso valore. In fondo, anche Paolo Borsellino, dichiarò in un intervista per una tv francese che sapeva di avere i giorni contati, ma cosa importa? Rimozione, oblio e omertà sono le uniche certezza nel nostro disgraziato Paese.E così, abbiamo perso ancora una volta la splendida occasione di trasmettere nelle sale ciò che andrebbe divulgato, raccontato ai nostri figli attraverso una splendida favola.

Ma cosa aspettarsi da un paese dove Riina è ancora il Capo dei Capi, tantoché Riina jr, il figlio Salvo ebbe l’onore di essere intervistato da Bruno Vespa, raccontando la sua infanzia serena? Mentre dell’infanzia serena di un bambino che amava i cavalli ci siamo dimenticati tutti, snobbando Sicilian Ghost Story.

 

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