Una delle doti essenziali di un politico, (a prescindere dal suo partito), è il coraggio che in certi casi diventa audacia estrema e sfocia anche nella sfrontatezza, questo è lo spirito con cui il Premier Giuseppe Conte si è presentato ad Amatrice per l’anniversario del sisma del 24 agosto 2016.
Il clou mediatico della giornata di Conte ad Amatrice, è stato certamente quando una signora ha detto a chiare lettere al Presidente del Consiglio: “Siamo amareggiati, ci sono solo promesse, solo promesse”, chiedendo un incontro a 4 occhi con il Capo del Governo, “Ne parliamo dopo la cerimonia signora, ne parliamo a casa sua”, ha risposto Conte.
Una protesta semplice ma sintomatica per una ricostruzione che stenta a decollare, intrappolata nelle pastoie burocratiche e in un fitto reticolo di leggi e leggine che la rallentano, la fermano senza pietà per gli abitanti di Amatrice, di Accumuli, di Arquata del Tronto e di tutti quei paesi del cratere dei vari terremoti del 2016.
Alla fine c’è stata la consueta messa e la solita promessa, auspichiamo che per la commemorazione del 2021, di poter scrivere che qualcosa si è veramente mosso e che la ricostruzione parta spedita, per risolvere una situazione pesante e penosa come quella che stanno vivendo le popolazioni terremotate di Umbria, Marche e Lazio.