Carlo Cracco il famoso chef pluristellato, ha aperto un nuovo ristorante in galleria Vittorio Emanuele a Milano, nell’angolo bar-bistrot, è possibile mangiare una sua pizza, che ha presentato in questi giorni. Siccome tale piatto è una rivisitazione della pizza Margherita, apriti cielo!
Si sono scagliati contro Cracco i puristi della pizza Margherita originale, criticando lo chef milanese per come ha modificato il look di quella primordiale, per lo stravolgimento della ricetta tradizionale ed anche per il prezzo , 16 euro. Viene da sé che se vai a mangiare da Cracco, non puoi aspettarti la classica margherita a 4 o 5 euro, sarebbe come voler acquistare i Jeans di Armani e pretendi di spendere 20 euro, se vuoi spendere quella cifra, vai in un negozio cinese e non rompere le balle!
In difesa di Cracco è sceso in campo, Gino Sorbillo, uno dei più grandi cultori ed esperto della pizza napoletana.Non è Pizza Napoletana – ha scritto su Facebook – e non viene venduta e presentata come tale, è la sua Pizza e basta. Noi partenopei dovremmo scandalizzarci di più quando troviamo in giro pizze che fraudolentemente vengono vendute e pubblicizzate come pizze della nostra tradizione addirittura con l’aggiunta di riconoscimenti Stg, Dop, Doc e roba del genere. Benvenuta Pizza Italiana di Carlo, buona pizza a tutti!
Questa pizza ha come caratteristica un impasto realizzato con una farina integrale Petra 9 con un’idratazione del 75%. Lunga lievitazione, aggiunta di cereali, è sicuramente la parte che più ha colpito. Più che avvicinarsi a un impasto per pizza va verso il lievitato. Lievitazione e conservazione fanno la differenza in questo caso, soprattutto quando si arriva alla terza fase, cioè la cottura. Il condimento è composto da prodotti di alta qualità, come una passata molto densa, una ottima mozzarella di bufala ed anche un ottimo olio dop umbro.
Insomma sulla pizza “craccata”, più criticata in Italia, c’è anche un po’ della nostra Umbria ed è un onore, oltre ad una bella referenza che Carlo Cracco abbia scelto il nostro olio dop, dalle grandi proprietà organolettiche, come una bassa acidità, dovuta ad ulivi coltivati in colline e su terreni particolarmente rocciosi,