Ebbene sì, vi ho fregato, cari lettori. So bene che basta un titolo, un sottotititolo e un’immagine youporn per farvi cliccare, ma oltre il lead non andrete, ne sono certa, mi spiace deludervi.
O se lo farete, siamo a Teatro, sorry. Quindi fate silenzio e spegnete i cellulari.
Riflession sparse su #cartolinedacasamia
Andate a Teatro, se andrete in piazza travestiti da sardine prima o poi finirete in lattina. E i Pinguini sono una razza in estinzione
.
Non appropriatevi degli animali, sono migliori degli umani, sappiatelo.
Cartoline da casa mia è un monologo meraviglioso, scritto da Antonio Mocciola e diretto da Marco Prato.
Un giovane attore, Bruno Petrosino
nel ruolo di Fosco, scrive cartoline isolato in una stanza. Scrive cartoline?
Provate a immaginarle, le cartoline. O provate a frequentare un Teatro, ma ancora non vi dico quando torneranno, e dove.
Fosco si muove nel quadrato di luce in SalaCutu, e completamente nudo, denuda la sua anima violata.
Invia cartoline (non post per fortuna) agli affetti più cari che lo hanno tradito.
La cartolina diventa espediente per narrare un disagio che realmente esiste, in Giappone si chiama
Hikikomori.
Chi invia più cartoline al giorno d’oggi?
E soprattutto chi invia cartoline rinchiuso in casa?
Si alternano note di Battiato e la denuncia delle richieste d’affetto disattese di Fosco.
Tutte sul filo dell’ambiguità.
Il fratello gemello esiste? O è una sua perturbazione, una sua masturbazione mentale? Chiedetelo ad Antonio Mocciola, è un uomo di una gentilezza squisita.
La nonna eretica e ribelle, che non ha mai voluto tagliare i capelli, circondata da sonniferi,e che di giorno copriva i crocifissi, si è suicidata o è morta?
La mamma anaffettiva, che ha voluto vedere suo figlio nudo solo appena nato, cosa faceva rinchiusa in un’altra stanza?
Perché non ha educato il piccolo Fosco alla vita?
Ed il padre?
Irsuto, baffuto, il maschio della pubblicità Denim?
Fosco avrebbe voluto somigliargli, ma aveva meno peli, oppure un’identità sessuale diversa.
Forse Fosco era gay? O forse era pazzo?
La sua insegnante ha consigliato alla non famiglia di portarlo da uno strizzacervelli.
Da uno strizzacervelli perché al posto di un tema ha scritto una poesia?
O i pazzi siete voi?
Chissà perché la rappresentazione di un disagio adolescenziale e post adolescenziale è vietata ai minori?
Il viso dell’ attore resta sempre di una bellezza strepitosa, come ad esprimere un unico concetto: non diventerò mai come voi e non vi voglio vedere, sappiatelo.
Seppur il corpo esprime dolore, e le parole anche, l’abilità dell’autore, del regista e dell’interprete è nello sdrammatizzare un disagio esistenziale che andrebbe sviluppato a puntate. Ma proprio attraverso la sottrazione il brivido resta vivo.
Andate a Teatro, o muore. ma forse se il Teatro muore ve ne fregate. Ma voi morirete d’inedia.
Parlate con gli attori, i registi, gli scrittori, condividete vino e cibo, sono persone normali, credetemi.
Scoprirete che il talento non ti fa diventare ricchi. E che la vera ricchezza è la conoscenza. Scoprirete l’umiltà di chi sceglie, e comunque di non vivere come bruti.
E naturalmente, grazie al Teatro di Sacco.
I tre torneranno, ma ora non vi dico dove e quando, restate sintonizzati.
Forse scoprirete l’Isola degli Invertiti.