di Cinzia Bani – Nuove importanti prospettive di cura in Umbria per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica, il tumore del sangue più frequente. L’Oncoematologia dell’ospedale Santa Maria di Terni si conferma in prima linea nel fronteggiare la sfida dei tumori del sangue che, con leucemie e linfomi, sono in ascesa nella terza età. La leucemia linfatica cronica, che in Italia ogni anno registra circa 3 mila nuove diagnosi, è una malattia tumorale cronica che colpisce il midollo osseo e il sangue. Rappresenta il tipo più comune di leucemia negli adulti e generalmente si manifesta nelle persone di età più avanzata. In questi pazienti la prognosi è spesso sfavorevole.
L’ematologia italiana è fra le prime al mondo nella cura delle leucemie e linfomi con una rete di centri specializzati di eccellenza.
«L’Oncoematologia di Terni – dichiara la professoressa Anna Marina Liberati, professore associato e direttore della Sc di Oncoematologia dell’Ao Santa Maria di Terni – dispone di oncoematologi specializzati nella diagnosi e nelle terapie avanzate delle neoplasie del sangue e della leucemia linfatica cronica. Ogni anno presso tale struttura vengono erogate circa 40.000 prestazioni ambulatoriali. Stiamo conducendo inoltre un’intensa attività di ricerca in campo biomedico con oltre 90 protocolli sui nuovi farmaci e sulle nuove modalità di cura che stanno aprendo nuove prospettive per i pazienti. Questi studi sono condotti in collaborazione con i principali centri oncoematologici nazionali ed internazionali ed in alcuni di questi studi la nostra struttura è stata od è il centro coordinatore per l’Italia. Attualmente, in oncoematologia, è possibile offrire a ciascun paziente terapie sempre più specifiche e disegnate in rapporto al profilo biologico-genetico del suo tumore. Tra queste nuove forme di terapia vanno ricordate quelle che utilizzano molecole (farmaci) in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica».
«Oggi in Italia disponiamo di un nuovo farmaco “intelligente” per la cura di pazienti con leucemia linfatica cronica, il Venetoclax, recentemente approvato dall’Aifa – afferma la dottoressa -, si tratta del primo di una nuova classe di farmaci in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali, incluse le cellule cancerose nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica. I risultati stanno dimostrando che questa nuova terapia orale è in grado di offrire tassi importanti di risposta globale anche in pazienti con quadri clinici difficili da trattare. Una nuova forma di trattamento che nei pazienti per cui è indicata potrebbe permettere di guarire la leucemia linfatica cronica. Per questi pazienti oggi si può sperare di poter interrompere la terapia».
L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha recentemente approvato la rimborsabilità in Italia del Venetoclax di AbbVie, il primo farmaco in grado di inibire in maniera selettiva la funzione della proteina BCL-2 e quindi attivare la morte programmata delle cellule tumorali (apoptosi), incluse le cellule cancerose nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica. Il farmaco va assunto per via orale ma comunque sempre somministrato da mani esperte e in centri ematologici perché, come tutti i farmaci, non privo di effetti collaterali.