Terni, non solo la città dell’acciaio

Terni è considerata un museo a cielo aperto, ricca di storia, tradizioni e bellezze naturali

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Interamna Nahars è l’antico nome del territorio ternano che letteralmente indicava una vera e propria isola formata da due fiumi, Nera e Serra. Le sue origini risalgono al Neolitico ma le tracce degli antichi insediamenti umani giacciono in gran parte, ancora, nel sottosuolo ternano.  Le copiose alluvioni che hanno interessato il territorio nel corso dei secoli hanno seppellito e mescolato i segni della civiltà umana, i primi dei quali risalgono al secondo millennio a.C., quando il popolo degli Umbri (di origine indoeuropea) si sostituì ai Pelasgi. Questi ultimi, secondo una leggenda dal sapore magico, avevano già scavato delle gallerie intorno alle montagne che circondano la valle del ternano (da quella di Sant’Erasmo il cui ingresso sarebbe proprio ai piedi del santuario pagano di Torre Maggiore eretta sul monte Eolo, così chiamato per una forte corrente d’aria che soffia al suo interno), per raggiungere i Monti Martani. La legenda vuole che la Regina degli Umbri percorresse tali gallerie segrete per spostarsi dalla misteriosa Carsulae, alla cella del tempio di Torre Maggiore per raccogliere le offerte gettate dai sacerdoti.

Le origini e la storia di Terni

La fondazione ufficiale della città avvenne però nel 672 a. C., sempre a causa degli Umbri, che, grazie alla posizione geografica vantaggiosa, svilupparono le comunicazioni e fecero fiorire le attività commerciali. Gli Etruschi prima e i Romani poi continuarono l’opera di urbanizzazione: tra le tracce della presenza romana vanno annoverati il Cavo Curiano, l’Anfiteatro,il Teatro (via Roma), le Terme (quartiere San Francesco), i sepolcri dei Tacito e i Templi. Quello che era stato fino allora il punto di forza, divenne, alla caduta dell’Impero Romano, la criticità della città: dai Goti ai Bizantini, dai Longobardi a Federico Barbarossa, attraverso la Flaminia, i popoli barbarici si susseguirono sul territorio. Nel 1174 la città fu distrutta dalla mano dell’arcivescovo Cristiano di Magonza, incaricato a tal fine dallo stesso Federico Barbarossa dopo che i ternani si erano ribellati all’ordine imperiale assoggettarsi all’antipapa Vittore VI.  La città fu ricostruita, così com’era accaduto a causa delle alluvioni, e prosperò fino all’assedio di Federico II. La ripresa fu lenta ma grazie alla sua posizione geografica, Terni riacquistò la sua predominanza commerciale.

Nel 1884 furono inaugurate le Acciaierie che avrebbero connotato diversamente il carattere territoriale, sociale e demografico della città. L’abbondanza del calcare dalle montagne della Valnerina (il cui carburo di calcio veniva utilizzato per produrre gas illuminante) e di acqua, nonché l’ottima posizione geografica per l’approvvigionamento di materie prime, alimentarono l’industria, l’incremento demografico, l’evoluzione edilizia. La città si espanse fuori dalle mura storiche, assunse un carattere economico tutt’altro che agricolo e commerciale, vide la realizzazione di grandi opere di canalizzazione e sfruttamento delle acque  (Piediluco e la Cascata delle Marmore come i chilometri di canali di convogliamento delle acque nelle acciaierie), nonché della centrale di Galleto e della produzione di gas illuminante presso lo stabilimento di Nera Montoro. Oggi l’industrializzazione che ha caratterizzato la città si respira ogni dove: Terni è un museo a cielo aperto, museo di un’archeologia industriale e che nulla ha da invidiare alla archeologia classica. Il Palazzone, lo Jutificio Centurini, Villaggio Matteotti, palazzo Alterocca, sono solo alcuni dei monumenti alla memoria storica industriale di questa città. Il prezzo pagato per tanta abbondanza è stato tutt’altro che indifferente: durante la II guerra mondiale la città fu quasi completamente rasa al suolo, ancora una volta com’era successo in passato.

San Valentino e gli eventi collaterali

Terni non è solo la città dell’acciaio: San Valentino, Santo protettore degli innamorati è il patrono di questa terra. La storia vuole che Cheremone, figlio del potente Cratone di Roma, fosse guarito (197 d. C.) dal vescovo Valentino dai suoi mali fisici, e folgorato da tanta bontà dell’uomo da convertirsi al cattolicesimo: le conversioni dei nobili romani seguirono a macchia d’olio, ma ciò costò al vescovo Valentino la decapitazione per volere dell’Impero Romano. Tutt’oggi le spoglie del Santo sono conservate nella Basilica di San Valentino e numerose sono le coppie di innamorati che si recano sul luogo. Nel mese di febbraio, a ridosso del quattordici, molti sono gli Eventi Valentiniani organizzati dalla città, per ricordare e festeggiare il santo patrono, cui si è aggiunto, negli ultimi anni il Cioccolentino che vede snodarsi, al centro della città, stand gastronomici dedicati alla cioccolata, ai suoi utilizzi, alle sue produzioni e alle goloserie di ogni tipo.

Cosa vedere a Terni

La città di Terni offre, dunque, un panorama antico (i resti romani), quanto di una storia più recente (i percorsi di archeologia industriale), unisce siti dal sapore di antiche leggende incantate (Torre Maggiore, Carsulae,..), alle favole moderne interpretate nei vicini studi di Cinecittà presso la centrale elettrica di Galleto, dove è stata girata parte del film “La vita è bella” di Roberto Benigni,  ad attrazioni naturalistiche altrettanto ammalianti. Da non perdere assolutamente è lo spettacolo offerto dalla natura, delle cascate delle Marmore, che si trovano a pochi chilometri da Terni

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