Umbria da visitare: Fratta Todina

In gergo umbro "andà pe' fratte" è imboscarsi per amoreggiare, ma non è il caso di questo paese

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fratta todina di notte

Cenni storici
Il nome Fratta, secondo una tradizione consolidata, veniva fatto discendere dal termine frattura nell’ accezione di rovina (riferibile probabilmente a guerre storicizzabili in epoca romana).

Sicuramente la tesi più plausibile è quella, di presunta risalenza medioevale, che identifica l’etimo proprio nelle fratte; un sistema difensivo costituito da palizzate intercalate nelle frasche, poste a mo’ di recinzione delle case.

Le diverse denominazioni, Fratta del Vescovo, Todi, Marciano e finalmente, Fratta Todina danno l’idea del turbolento passato di questo centro.
Storicamente improbabile risulta essere la tesi, formulata nel Settecento, secondo la quale Fratta Todina fu patria degli antichi Tuderni, abitanti della città di Tudernum, che poi dettero origine a Todi.
Le prime tracce umane sul territorio risalgono al neolitico, tesi rafforzata anche dai ritrovamenti nei pressi di Montone (punte di frecce e piccoli strumenti intagliati) e Ilci (coltelli, cuspidi, raschiatoi, etc…)

In epoca romana faceva capo al Municipio di Todi, appartenente alla VI Regione augustea. Purtroppo, mancando iscrizioni epigrafiche, è impossibile identificarne la tribù di appartenenza. L’insediamento è comunque confermato da alcuni rinvenimenti, pochi, in quanto i territori più popolati risultavano essere quelli sul lato sinistro del Tevere.
Da villaggio a Villa, subì una metamorfosi urbanistica culminante, tra il 1330 ed l 1340, nel completamento del castello e delle annesse fortificazioni, in coincidenza con il radicale cambiamento che stava subendo l’intero territorio.

Infatti,il Comune di Todi iniziava a considerare superflua la costruzione, a scopo difensivo e per controllare i traffici, di fortificazioni in collina, risultando parimenti efficace una architettura massiccia su un territorio relativamente pianeggiante.
Così i castelli di Orzolo e Montione, in coincidenza con la costruzione di quello di Fratta, iniziarono il loro declino, mentre quest’ultimo divenne sede vicariale, e conseguentemente, di una corte di bassa giustizia, che contribuì ad aumentarne il prestigio.
Dal 1334 al 1413 appartenne a Firenze, poi passò alla signoria di Braccio Fortebraccio da Montone: questi la ristrutturò, irrobustendo le mura, le torri, e raddrizzando la strada dalla quale si diramavano stretti vicoli perpendicolari mirati a velocizzare l’accesso alle torri.
Nel 1416 vi fu tenuto prigioniero Carlo Malatesta.
In seguito fu libero Comune per poi ritornare, nel 1452, sotto il dominio di Todi.
Riguardo all’economia, si coltivano cereali, foraggi, tabacco, olivo e vite; in forte via di sviluppo è l’allevamento dei suini.

Cenni artistico-culturali

Situata sul versante destro della Media Valle del Tevere, Fratta Todina è un ottimo esempio di borgo-castello medievale.
Ancora racchiusa nelle originarie mura castellane aperte da due sole porte (XIII-XIV sec.), con vistose tracce di rimaneggiamenti rinascimentali, presenta una struttura imperniata su una sola strada.

Le mura sono intercalate da massicce torri quadrangolari.
Interessante il Palazzetto vescovile, sul quale poggia la Torre civica, eretto nel ‘600 dal vescovo di Todi, B. Altieri.
Il cortile, ornato da un antico puteale, ha due lati a portico, una loggia con decorazioni in stucco (api berberiniane) ed un magnifico balcone su grandi mensole, che si apre sul giardino.
Sotto il balcone si innalza la fontana del Palazzo Episcopale.
La neoclassica Parrocchiale (‘700), opera dell’architetto Giovanni Santini, presenta una facciata rimaneggiata nell’Ottocento. L’interno, ad una navata, dispone di una vasta cripta, altari e decorazioni di stucco dell’epoca. La Casa Parrocchiale è stata costruita sui resti di una chiesa, della quale è rimasta una absidiola romanesca.
Non molto distante, verso ovest, è il settecentesco convento Santa Maria della Spineta. Qui durante la seconda confisca napoleonica (1811), fu requisito dai francesi un dipinto di Giovanni di Pietro, detto la Spagna: Natività. L’originale, successivamente depositato a Todi, è attualmente conservato nei Musei Vaticani.
E’possibile ammirarne una copia nella sala consilina del Municipio di Fratta Todina.
Tra le manifestazioni da segnalare la Festa della Madonna Assiliatrice (luglio).

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